Amor di Patria

Cari viaggiatori,
sono cresciuto con il mito del “Piave mormorò…” e ho imparato alle scuole elementari il significato del “Canto degli italiani”. Me li hanno insegnati il mio nonno Pietro, Cavaliere di Vittorio Veneto, e la maestra Cosma Serchi. Mi sono sempre sentito italiano, innamorato della mia Patria e non capivo, da bambino e poi da adolescente, perché alcuni miei connazionali disprezzavano il Tricolore e anche nelle partite di calcio facevano il tifo per altre nazionali invece che per gli azzurri.
C’è voluto il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per farci capire che dobbiamo essere orgogliosi di essere italiani. Ormai lo hanno capito quasi tutti. Oggi si mettono alle finestre le bandiere tricolori, festeggiamo l’Unità nazionale come compimento del sogno risorgimentale, ci vengono i lucciconi agli occhi quando ascoltiamo l’inno di Mameli. 
Insomma, bisogna essere contenti del ritrovato amor di Patria. È bello sentirci orgogliosamente italiani ma con una avvertenza: patrioti sì, nazionalisti no.
Amare la Patria non vuol dire odiare le altre nazioni.
Il Tricolore avvolge e rassicura ogni uomo che si trova nella nostra amata Patria e, come il filo di un gomitolo infinito, unisce tutti gli uomini sparsi per il mondo.
Buon viaggio

13 commenti a “Amor di Patria

    • Paolo Donnina

      Il concetto di Patria,Tricolore,Costituzione, Inno nazionale, sono parole che vengono incise nel cuore perché sono parti di noi, sono il nostro DNA con il quale veniamo identificati. Io da militare e Libero Muratore ho giurato due volte ,così come due volte servo la mia patria! Grazie Ill.mo Ven.mo Gran Maestro Fr. Stefano Bisi per ricordare a chi legge l’importanza di sentirsi italiani con la fierezza di esserlo.
      TFA

  1. Oggi e il 159 anniversario dell’unità del nostro amatissimo paese…speriamo che sia l’occasione per una meravigliosa ripartenza avvolti dal nostro splendido tricolore!!!
    Chissa che questa volta non si riesca a “fare gli Italiani” dopo.aver fatto l Italia!!!
    Paolo Mercati

  2. Bonci Giovanni

    Come si fa a non essere fieri pensando a uomini/ donne come Dante ,Leonardo,Petrarca,Rita Levi Montalcini ,Margherita Hack
    Giordano Bruno .La lista è lunga ma già questi che ho menzionato mi rendono orgoglioso di essere Italiano, ricordandomi che sono comunque, con fierezza, Europeo

  3. Corrado Barletta

    Il Tricolore è simbolo di unità e non ha connotazione partitica. Mi rammarica solo che l’orgoglio nazionale emerga per lo più solo in ambito sportivo. Si chiama Educazione Civica.

  4. Gaspare Papa

    Io mi sento italiano fin falla nascita mio padre fin quando ha vissuto mi ha insegnato questo. Io verco di trasmertelo ai miei figli e ai mieni nipoti. Viva l ITALIA. C’È LA FAREMO ANCHE QUESTA VOLTA SIAMO FORTI E ABBIAMO SUPERATO ALTRE DISGRAZIE. GASPARE PAPA

  5. Ottavio Spolidoro

    Avere o mantenere in noi un pensiero forte di Patria è una scelta non scontata. Troppe volte e per troppo tempo questa idea è stata calpestata, bistrattata ed usata strumentalmente. Sembra a tanti che quell’idea della patria risuonasse e durasse solo il breve canto alla bandiera prima di una partita della nazionale, per una medaglia o per ricordare. Che cosa risuonasse in quel canto in quelle note per noi cittadini che non avevamo personalmente vinto niente e non giocato nessuna partita della nazionale, era solo un senso di appartenenza; che cosa risuonasse per noi ad una celebrazione di cui non fossimo i celebranti era solo il senso di una storia antica ma filtrata, per ognuno di noi, dal diverso grado di conoscenza. Ma cosa era mai quest’Italia? Può pensare un ragazzo di vent’anni.
    Ed ora che per tutti, quel canto risuona di fronte ad un pericolo che è di tutti cosa penseranno i giovani che ci vedono dal balcone vicino, mano sul cuore e lucciconi agli occhi ? Non lo so. Ma una cosa è certa sentiranno in quel canto una forza che li aiuterà forse a capire che questa Patria esiste senza divisioni senza stemmi di partito senza colori di squadra senza un gol senza una medaglia nel bene nel male davanti al pericolo, disperati e speranzosi, ricchi o poveri, colti o ignoranti. Viva l’Italia

  6. Ottavio Spolidoro

    Avere o mantenere in noi un pensiero forte di Patria è una scelta non scontata. Troppe volte e per troppo tempo questa idea è stata calpestata, bistrattata ed usata strumentalmente. Sembra a tanti che quell’idea della patria risuonasse e durasse solo il breve canto alla bandiera prima di una partita della nazionale, per una medaglia o per ricordare. Che cosa risuonasse in quel canto in quelle note per noi cittadini che non avevamo personalmente vinto niente e non giocato nessuna partita della nazionale, era solo un senso di appartenenza; che cosa risuonasse per noi ad una celebrazione di cui non fossimo i celebranti era solo il senso di una storia antica ma filtrata, per ognuno di noi, dal diverso grado di conoscenza. Ma cosa era mai quest’Italia? Può pensare un ragazzo di vent’anni.
    Ed ora che per tutti, quel canto risuona di fronte ad un pericolo che è di tutti cosa penseranno i giovani che ci vedono dal balcone vicino, mano sul cuore e lucciconi agli occhi ? Non lo so. Ma una cosa è certa sentiranno in quel canto una forza che li aiuterà forse a capire che questa Patria esiste senza divisioni senza stemmi di partito senza colori di squadra senza un gol senza una medaglia nel bene nel male davanti al pericolo, disperati e speranzosi, ricchi o poveri, colti o ignoranti. Viva l’Italia

  7. Pasquale Cerofolini

    Sentirmi italiano è da sempre stato un sentimento cui tengo e difendo con forza e rispetto , mi sento altresì un italiano europeo extraeuropeo del mondo , purtroppo però , con la sensazione di essere al momento solo con pochi altri , in questa costruzione fantastica universale . Sentirmi italiano è ricordare tutto quanto mi hanno insegnato e raccontato , dalla scuola alle parole semplici di mio padre minatore – cavatore di pietre per produrre cemento – malta per erigere bellezze … Credo che Noi fortunati lavoratori che hanno incontrato l’arte reale , nel vivere quotidianamente questa meravigliosa autodisciplina che ti permette di svegliarti ogni mattino con la desiderata febbre dell’ entusiasmo giornaliero , stiamo percorrendo augurandoci di vedere l’arrivo , il sentiero corretto , per fare della nostra italianità a cui mai rinunceremo , un dono quale mattone per costruire , per accrescere quella ricchezza che è ” l’Unità dalle Diversita ” e che ci vedrà felici nella possibilità di potere accettare mattoni altrui , europei extraeuropei universali , perchè sinceramente riteniamo ciò, momenti di sublimazione non certo di limitazione del nostro sentirsi italiano . Cit. Anonimo Orientale : chi riandando al “vecchio” insegna il nuovo quello potrà considerarsi maestro . L’Italia e noi Italiani abbiamo la fortuna di avere un grande e importante “vecchio”, da poter essere partecipi ad una Ri-nascenza dell’Unire in Armonia le differenze.

  8. MMC

    Forse questo amor di patria ritrovato aiuterà gli italiani a sentirsi uniti. Nella diversità. Speriamo di non dimenticarcene quando arriverà la quiete.

  9. Mariano brandoli

    La prima volta che uscii dall’italia fu per un torneo di pallavolo in Lussemburgo. C’erano i controlli alle frontiere e attraversammo Svizzera, Germania, Francia, Belgio sino alla remota Wiltz. Squadre tedesche, belghe, inglesi, francesi, i padroni di casa lussemburghesi. Poi noi italiani, che avevamo fatto più chilometri di tutti per esserci, ma a volte ci sentivamo quasi sopportati. Legami con una squadra belga composta da figli di immigrati italiani e ci sentimmo meno soli mentre i nordici finite le partite prendevano delle sbornie colossali, tanto da esser portati via a braccia. L’inglese era la lingua franca, ma il dialetto modenese quella per parlare in campo senza che nessuno ci capisse, nemmeno gli oriundi e chi aveva passato le vacanze a Rimini. Il ritorno fu come una risalita verso le stelle, l’emergere dall’abisso frontiera dopo frontiera. Finalmente Chiasso e la polizia di stato e il tricolore che sventola. Mentre il pulmino accelerata verso Milano sentii per la prima volta dentro quanto era bello essere in Italia da italiano.

  10. ONOFRIO CASTIGLIONE

    Grazie Venerabilissimo Gran Maestro per questa ” Lectio Magistralis “, sulla indissolubilita’ ed unità del Nostro Paese.
    Semplicemente……
    VIVA L’ ITALIA !

    Onofrio Castiglione
    Palermo

  11. Antonio

    Venerabilissimo Gran Maestro , Grazie per la “Lectio Magistralis” dei forti contenuti di unità nazionale ,che aumenta sempre di più il nostro amor di patria ! Viva l’Italia Antonio Lento – Cetraro (cs)

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