Tutti connessi. Anche dopo

Cari viaggiatori,
Tutti noi ci chiediamo che cosa succederà nella vita quotidiana quando #tuttoquestopasserà. Pensare al futuro ci serve per superare il presente, per sostenere il peso dell’attualità. 
Uno degli effetti dell’epidemia é la connessione permanente attraverso telefonini e posta elettronica. Una connessione tecnologica senza precedenti.
Ogni giorno scopriamo una formula nuova per parlare e vedersi in tre, quattro, venti persone. Stiamo diventando un po’ tutti, chi più chi meno, alfabeti digitali. Speriamo che dopo questa fase di iperconnesione tecnologica ci sia un periodo dove tutti saremo davvero connessi, pronti a sostenere l’altro, capaci di abbracciare, disponibili all’ascolto.
Perché, come dice Paulo Coelho, “possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”.
Quello che esprime la voce del cuore e della mente. 
Buon viaggio

16 commenti a “Tutti connessi. Anche dopo

  1. Luigi Marino

    “Compagno”deriva dal latino cum panis cioè chi condivide il pane,non solo,anche gioie, dolori,lotte.
    Ecco noi siamo stati apprendisti, compagni e ora siamo maestri perché abbiamo sì diviso il pane , ma anche il pane della libertà che è il più difficile da conquistare…

  2. Le Tue riflessioni, Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Maestro, sono per tutti noi, in questi dolorosi giorni, baleni di luce e di speranza nell’attesa che tutto questo passi al più presto. Un abbraccio.

  3. Elio Cirimbelli

    Sono fiducioso che dopo la ” tempesta ” ri-scopriremo ” il piacere, la gioia di un caldo abbraccio,di una carezza, di una forte e calda stretta di mano.
    Delle coccole con le persone che amiamo e di cui tutti abbiamo bisogno!
    Non saremo …..sempre di corsa….troveremo il tempo di fermarci, di stare insieme , di ridere e gioire,anche di piangere e commuoversi ripensando a ciò che è stato e che # tuttoepassato #
    E magari useremo poi tutti con parsimonia i cellulari, gli smartphon,
    e i social
    Un triplice fraterno abbraccio,
    elio.ci

  4. MARCELLO BELLINI

    Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Marstro , intanto GRAZIE per averci permesso di avere questo legame on line , poi vorrei entrare nel vivo del cruciale momento che stiamo attraversando , ho il cuore a pezzi ogni volta che sento la quotidiana conta dei morti e ancor di più quando mi arrivano le notizie che alcuni sono Fratelli medici .
    Mi mancate tutti ma soprattutto mi manca il piacere di stare il Loggia e rivedere tutti i miei Fratelli

  5. MMC

    Io credo – e certamente cadrò in errore con speranza di correzione – che la connessione virtuale in cui siamo stretti per sentirci sopravviventi, sia una metafora dell’incontro che, a conti fatti, rischia di ingannarci, relegandoci in una percezione di noi stessi pericolosamente alterata e riferita. Non c’è tatto, non c’è olfatto, non c’è vista, non c’è udito, non c’è percezione dell’altro che non avvenga per mezzo di uno strumento oggi: strumento che, a ben pensare, può diventare una barriera, se non addirittura un muro per chi, tra noi, è un analfabeta digitale. Lo strumento non può essere simbolo e, come il sacro, il rischio che in ciò si trasformi, in un’opposizione di concetti, è forte. Specifico una cosa: lo strumento digitale come barriera (può certamente sembrare un assurdo) lo è secondo quanto penso io, cioè una persona comune in un mondo mediocre. E io mi riferisco principalmente, in questo mio breve e noioso intervento, ai social media. La “via digitale”, come strumento, se ci pensate, non è interferente. Ma univoco. Spiego la mia idea: la comunicazione online è veloce, dura l’attimo di una lettura e poi si spegne nello strumento medesimo, come mille parole muoiono tra mille parole dette. Ma riflettendoci: possiamo farne a meno, di questi tempi? Dobbiamo rinunciare anche all’illusione di comunicare realmente?
    I nostri rituali, che rappresentano tutto quanto ci definisce, assolvono invece la funzione dell’ascolto reale, che è alla base della comunicazione. L’ascolto reale è una necessità per il Libero Muratore in generale, poiché esso, più di altri uomini, assume per formazione sostanziale l’atteggiamento dell'”ascoltatore”; poco importa, francamente, la comprensione del messaggio, importante è ascoltarlo. Io naturalmente sto parlando solo della mia percezione massonica in relazione alla comunicazione digitale dei social network, questo è un dovere chiarirlo. Sto dando una lezione solo a me stesso, sto comunicando con me stesso. Guardiamo pure, attraverso i tanti strumenti digitali che abbiamo a disposizione, ma non dimentichiamoci di osservare: «Perché, come dice Paulo Coelho, “possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”. Quello che esprime la voce del cuore e della mente.»
    Buon viaggio anche a voi

  6. Ottavio Spolidoro

    “Tre tratti di questa struttura religiosa del capitalismo sono però riconoscibili già nel presente. In primo luogo, il capitalismo è una religione puramente cultuale, la più estrema forse che mai si sia data. Tutto, in esso, ha significato soltanto in rapporto immediato con il culto; non conosce nessuna particolare dogmatica, nessuna teologia. L’utilitarismo acquisisce, da questo punto di vista, la sua coloritura religiosa. A questa concretizzazione del culto è connesso un secondo tratto del capitalismo: la durata permanente del culto. Il capitalismo è la celebrazione di un culto senza tregua e senza pietà. Non ci sono ‘giorni feriali’; non c’è giorno che non sia festivo, nel senso spaventoso del dispiegamento di ogni pompa sacrale, dello sforzo estremo del venerante. Questo culto è in terzo luogo, al contempo, colpevolizzante e indebitante”
    da Il culto del capitale. Walter Benjamin: Capitalismo e religione

  7. Gianluca Delle Monache

    Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Maestro , le tue parole hanno di nuovo colpito nel segno.
    In questo momento di isolamento, soli con la nostra ombra, possiamo meditare ed apprezzare ancor più lo sguardo, l’ abbraccio e l’energia trasmessa tra Fratelli . La Gran Loggia a Settembre sarà un momento di gioia nello stare tutti insieme in una grande catena
    l’unione
    TFA

  8. Maurizio

    È vero è un periodo nel quale la tecnologia ci aiuta a stare uniti a volte a guardarsi negli occhi ma è anche il momento di riflettere, di apprezzare di più il poter stare insieme, parlare, confrontarsi, ridere, è il momento di guardare il cielo che ci appare sempre più blu e le acque sempre più limpide.

  9. Aldo Cozzi

    Io credo che l’uomo nasca connesso , dapprima con la madre, poi con la famiglia e così avanti fino a trovare quella rete soddisfacente che epoca per epoca ci fa sentire membri di un insieme. Spesso si parla di fili sottili invisibili che non vediamo , ma ci fanno ritrovare assieme a fare cose e portare avanti progetti; la nostra fratellanza ne e’ un esempio….ora scopriamo che anche le piante sono collegate fra di loro attraverso onde che intercettano le loro radici, o onde che si liberano nell’aria. Gli animali comunicano fra loro , con noi con forme e mezzi di connessione che ancora noi non comprendiamo . L’uomo usa in questa epoca a noi nota lo sviluppo tecnologico per connettersi…ben venga prima, dopo , durante fatti epocali , ma io credo importante fare entrare un poco di stoicismo nei nostri modi di vita e usare in modo giusto e l’equulibrato il mondo della tecnologia che inevitabilmente avanza……

  10. Andrea

    I social mi hanno sempre lasciato freddo proprio per la loro neutralità. Rimango perplesso quando un mezzo tecnologico e troppo spesso modaiolo viene definito social come se la socialità fosse un video, un telefono o una frequenza radio. Preferisco lavorare per stare con gli altri che mediarli con una tecnologia. Certo ora la subiamo perchè confinati ( e purtroppo dobbiamo anche ringraziarla) ma spero al più presto di farla ritornare a mera tecnologia e riavere la mia “vera socialità”.

  11. Massimo La Via

    “La lontananza sai, è come il vento
    Spegne i fuochi piccoli, ma
    Accende quelli grandi . . . quelli grandi.”
    Cantava il grande Domenico Modugno. Oggi, siamo un pò meno lontani grazie alle tecnologie. Ma nulla può sostituire il sorriso e l’abbraccio fraterno, quello che ti nasce dal cuore nell’incontrare le persone a cui vuoi bene. Tutti noi abbiamo il grande desiderio di reincontrarci e riabbracciarci. Il Tuo bel Pensiero deve essere spunto di riflessione in ognuno di noi e ricordarci che l’IO ha poco senso senza il “NOI”, e che solo sentendoci NOI possiamo essere pervasi dal quel Fuoco Sacro interiore che ci spinge a lavorare incessantemente al Bene e al Progresso dell’Umanità.

  12. Alessandro Passaponti

    Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Maestro, come sempre le tue parole non hanno bisogno di commento, auspico quanto prima di poterti vedere e riabbracciare, assieme a tutti i miei fratelli, come usava una volta !

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