Nonna Maria, Seneca e Henry John Kaiser

Cari viaggiatori,

che cosa hanno in comune la mia Nonna Maria, il filosofo Seneca e Henry John Kaiser, padre della cantieristica navale moderna? 

Nonna Maria diceva che “quello che non ammazza, ingrassa”.

Seneca spiegava che “le difficoltà rafforzano la mente”.

Per Henry John Kaiser “i problemi sono solo opportunità in abiti da lavoro”.

I tre personaggi ci insegnano che le difficoltà, le crisi non devono piegarci. Si affrontano e si superano. Se non ci crediamo almeno proviamoci a uscire dalla tempesta.

Buon viaggio

10 commenti a “Nonna Maria, Seneca e Henry John Kaiser

  1. Esiste una forma di intelligenza nascosta o di saggezza originaria grazie alla quale l’uomo (animale-razionale) ha saputo sempre affrontare e superare le avversità e le calamità delle diverse crisi che la storia porta da sempre con sé. Prova ne è il fatto che anche nei momenti più terribili o quando tutto sembrava perduto o alla fine, il genere umano è riuscito ad andare avanti, a non estinguersi e in qualche caso a migliorarsi. Tale saggezza originaria non è insegnabile cioè non richiede particolari corsi o università…, ma si ricava dalle cose stesse che soprattutto nei momenti difficili, dolorosi o critici, ci investono in tutta la loro negatività.. A noi il compito di dominare, così come Machiavelli esortava a fare con i capricci della fortuna (Principe, cap.XXV). Quindi sia la nonna Maria del Gran Maestro Bisi, sia le Lettere a Lucilio di Seneca e l’ingegneria volontaristica di Kaiser hanno tramandato e comunicato da tre diverse prospettive, la stessa saggezza che è soprattutto una presa d’atto delle possibilità umane e non un vuoto appello moralistico, come i tanti che ogni giorno, da più profane parti, siamo costretti a udire. Certo, il confronto dei tre personaggi rievocati da Bisi meriterebbe una più ampia riflessione proprio su questa comune trasmissione di originaria saggezza e sugli effetti positivi che ha prodotto.

  2. Pasquale Cerofolini

    Cari viaggiatori e caro SGM ,

    3 ESEMPI concreti proposti , per CREDERE e PROVARE ad USCIRE dalla TEMPESTA , … credo , ciò , significhi riflettere e proporre nel Sentiero della Tradizione e della Tolleranza i propri mattoni , … propongo una mia riflessione scambiata epistolarmente con un fratello del Paraguay , riguardante il da farsi , per Uscire ed il Ri-costruire dopo questa ‘ guerra ‘ , e quali , nuove idee e nuovi comportamenti avere .

    Ho definito queste idee e questi comportamenti : la Nuova Responsabilità Collettiva .

    “ … Nuova Responsabilità Collettiva , Nuovo Mondo : – la scelta di abbracciare volontariamente ‘ assieme ad altri ‘ la responsabilità dei nostri futuri comportamenti, pensieri e sentimenti , coscienti , che è ormai evidente , che non siamo una singola molecola separata dal resto dell’organismo che ci circonda , quell’organismo che ci aveva creato la convinzione del poter vivere sui risultati delle proprie ‘ prestazioni individuali ‘ .

    Liberi chiaramente Noi , poi , di poter credere ancora a ciò , e lasciarci catturare dall’illusione di poter crescere e progredire separatamente dagli altri, ma ciò che sta accadendo intorno a Noi , per Me , ci sta chiaramente dicendo che non è assolutamente così.

    Stiamo assistendo al cambiamento di Regole che pensavamo non potessero essere mai cambiate, e grazie all’emergenza che viviamo , vediamo invece , come molte di queste Regole siano modellabili, evitabili o addirittura inutili.

    Grazie a questo campanello d’allarme(il corona virus ), arrivato senza preavviso e inaspettatamente , abbiamo avuto l’opportunità di renderci conto di come le nostre abitudini e comportamenti , anche se radicati , possano facilmente sgretolarsi , e , della necessità che abbiamo ed avremo , di valutare ogni passo futuro che sceglieremo di fare.

    In tempi di cambiamenti radicali, e questo tempo che stiamo e staremo vivendo lo è , non è possibile avere risposte immediate o certezze perché le cose mutano costantemente e imprevedibilmente ; la cosa migliore può essere quindi iniziare a porre nuove domande aperte a sé stessi e possibilmente anche agli altri(la nostra scuola del dubbio , … nostra amica protagonista … ).

    Acquisire una forte capacità creativa d’insieme, quindi, diventa importante , ed attraverso questo esercizio di immaginazione collettiva, Noi avremo la possibilità di partecipare in piccolo , meno piccolo o in grande (ma non è questo importante), alla nuova definizione di questa nuova realtà, del nostro futuro .

    Penso infine , e concludo , che sia ora , solo ora , il momento di iniziare a ‘ promuovere ‘ tutti assieme ‘ da protagonisti ‘ , questi modelli nuovi , costruttivi , per il nostro futuro mondo economico , finanziario , culturale , spirituale e politico.

    TFA vostro Fr. Pasquale Cerofolini

    • Gabriele

      Gli uomini spesso si comportano come i virus: hanno una fase acuta di grande forza, hanno una fase intermedia di indebolimento, hanno una fase critica di abbandono. Rimanere sempre nella fase acuta di grande forza presuppone avere un forte attaccamento alla vita. Sembrerebbe ovvio per chiunque l’attaccamento alla vita per effetto dell’istinto, ma estrememente fragile se governato da conflitti inconsci.

  3. Valentino

    Sono estremamente convinto che dentro una difficoltà od una crisi , si nasconde sempre una opportunità. Il cambiamento è insito nella Ns. esistenza , le crisi ci fanno prendere atto che è giunto il momento di prendere altre strade, percorrere altri cammini….

  4. Ottavio Spolidoro

    Penso che l’argomento proposto dal GM interroghi una coppia concettuale: saggezza e sapienza.
    La saggezza ha un fondamentale requisito: l’esperienza.
    Ora l’esperienza ha un necessario rapporto con il tempo e, in senso ampio, con la storia. E non solo e non tanto con la storia generale ma con quella particolare e particolarissima. La scienza quindi la sapienza, studia questo fenomeno nell’ambito della antropologia culturale. Ma la saggezza, la scienza della vita, ha anche un altro piano d’incidenza: riesce a dare, non sempre, ma molte volte, una solidità alle teorie nel loro particulare. Quando sapienza accompagna saggezza la sapienza stessa si avvantaggia perché rende comprensibile il messaggio e l’insegnamento stesso. Mio padre che era insegnante di storia e filosofia al liceo, all’ultimo anno del classico chiedeva ai suoi alunni di scrivere una favola. I suoi studenti rimanevano interdetti e pensavano volesse prenderli in giro e trattarli da bambini, invece li invitava ad applicare ciò che avevano studiato nella redazione di una favola perché la favola impone un linguaggio ( o metalinguaggio se volete) in cui sapienza e saggezza lavorano insieme. È così i migliori non erano i più bravi nel programma ministeriale ma quelli che erano riusciti a mettere insieme sapienza e saggezza spesso utilizzando dei proverbi popolari.
    Grazie Gran Maestro

  5. Pierfrancesco del Mercato

    Il messaggio di tre persone cge credevano. E ci piacciono e sono utili alla società.
    Si pongono e li mostriamo come modelli.
    Ma mi pongono un oroblema: come si conciliano con il dubbio di cui ranto spesso parliamo?

  6. andrea

    Venerabilissimo G.M. , Cari viaggiatori

    Cosa hanno in comune i tre personaggi che hai citato ? secondo me l’esperienza .

    La nonna un esperienza di vita vissuta , che recita un proverbio antico, ma quanto mai attuale .
    Seneca un’esperienza di retorica e di filosofia
    Henry John Kaiser un esperienza economica e sociale .

    è vero le crisi non ci devono piegare e bisogna cercare di affrontarle, però ogni tanto sale un pò di sconforto e di rassegnazione ( questo naturalmente vale per me ), ma è un attimo poi passa , ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti .
    mio nonno materno una volta mi disse :” non bisogna mai guardare all’indietro nemmeno per per prendere la rincorsa,guarda avanti e migliorati ” Grazie G. M , grazie viaggiatori un T.F.A.

  7. Umberto

    Carissimo Stefano,
    cerco come sempre di condividere d’impulso i pensieri che sortiscono dai tuoi spunti di riflessione.
    E per vivere la crisi e superare le difficoltà mi sorreggono gli insegnamenti impartitimi con l’esempio dai miei genitori e quelli, assolutamente coerenti coi primi, appresi nella mia appartenenza alla Libera Muratoria, sì che godo dei privilegi che ho, indirizzando le mie energie, anche materiali, verso chi quei privilegi non li ha.
    In definitiva, sono consapevole che le mie non sono difficoltà ma semplici fastidi.
    Tutto questo in perfetta coerenza con la saggezza e la sapienza di tua nonna Maria, di Seneca e di Henry John Kaiser.

  8. Raffaele Macarone Palmieri

    Eh, caro Stefano, la Nonna Maria , che mi hai fatto conoscere nei nostri incontri e nei tuoi scritti, aveva indubbiamente saggezza, intendendo con tale parola che sapeva vivere la vita al meglio, facendo la cosa giusta al momento giusto. Nell’affermazione che riporti aveva proprio ragione: i momenti difficili della vita sono come una deglutizione molto difficoltosa…ci aprono gli occhi sulle buone cose o i buoni cibi, facilmente trasportati nello stomaco dalla motilità esofagea, ai quali altrimenti non avremmo fatto attenzione.
    Il Grande Stoico Imperiale ci insegna che siamo più forti grazie ai nostri momentipiù difficili, siamo più saggi grazie ai nostri errori e siamo più felici grazie alle nostre cattive esperienze.
    Mr. Henry John Kaiser ci ricorda che di fronte ad una realtà difficile da accettare possiamo fare la scelta di adattare il nostro pensiero per rendere questa realtà più sopportabile.
    In ogni caso, io penso che bisogna attraversare la difficoltà per meglio superarla.

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