La riscoperta dei simboli

Cari viaggiatori,

una delle conseguenze che ci porteremo dietro quando #tuttoquestopasserà sarà la riscoperta dei simboli. Uno di questi è stato l’arcobaleno accompagnato da #andràtuttobene. Quando scompariranno da finestre e terrazze vorrà dire che avremo superato l’epidemia. In queste ore due vicende ci hanno fatto riflettere ed emozionare, il passaggio delle Frecce tricolori e l’apertura, almeno per un giorno delle scuole. 

Quel rapido volo con i colori della nostra Patria ha unito le città italiane. Quest’anno, il bianco, il rosso e il verde, ci sono sembrati colori più vivi, più accesi di sempre. Un’impressione oppure la consapevolezza di far parte di una comunità che ha voglia di guardare avanti con operosa fiducia? Comunque sia aver alzato lo sguardo verso il cielo ha dato positività alla nostra giornata. L’altro simbolo di cui si parla è l’apertura per un giorno delle scuole prima della conclusione di questo tribolatissimo anno scolastico.
Forse di difficile realizzazione ma averci pensato è già importante: un abbraccio, purtroppo furtivo, con i compagni e gli insegnanti, e la foto di classe da guardare con occhi lucidi tra qualche tempo come uno dei pochi ricordi belli dell’anno pandemico 2020.

Buon viaggio

5 commenti a “La riscoperta dei simboli

  1. Pasquale Cerofolini

    Cari Viaggiatori e caro SGM ,

    il simbolo di due mani che si stringono salutandosi , nel ritrovato valore , di quanto è importante questo gesto , per anni spessissimo fatto nella normale routine dell’incontro .

    TAF

    Fr. Pasquale Cerofolini

  2. Giovanni Quattrone

    Noi sappiamo quanto siano importanti i simboli.
    Credo che anche i Fratelli, quando potranno incontrare nel Tempio, saranno come i ragazzini, ci saranno occhi lucidi e abbracci calorosi.
    Come scrisse Cesare Pavese: “Le belle persone si distinguono,
    non si mettono in mostra.
    Semplicemente, si vestono ed escono.
    Chi può, le riconosce”.

    I Fratelli saranno sempre riconoscibili.
    Buona giornata.

  3. Marcello Mersi

    Carissimo Gran Maestro, carissimi Viaggiatori, ritengo bellissima e densa di significati l’iniziativa di far volare la nostra PAN sui cieli del nostro Paese. Segno simbolico, ma certamente segno di solidarietà, di unità e di voglia di ripresa. Come importante e’ la volontà di riaprire, anche se per un solo giorno, le scuole. Forse sarà di difficile attuazione, ma il solo averci pensato è un segno importante, come Tu giustamente sottolinei. Credo che far ritrovare, con le dovute precauzioni, i nostri ragazzi sia veramente importante per tutti e, in particolare, per loro.
    Un abbraccio a Te e a tutti i Viaggiatori.

  4. Mario Galdieri

    Più che un simbolo, penso che porterò sempre con me un’immagine. Gli occhi delle persone al di sopra delle mascherine. Per quanto il volto venga mascherato dal “presidio sanitario”, lo sguardo, gli occhi, si notano sempre, anzi, di più.
    E questi occhi, anche se di sconosciuti che ho incontrato fugacemente per strada, in un’aula, in un parlatorio del carcere, mi hanno sempre detto qualcosa, mi hanno sempre trasmesso una emozione. Tutto si condensa in un forte bisogno di comunicare con il prossimo.
    Grazie, Ven.mo G M, per lo spunto.

  5. Raffaele Macarone Palmieri

    Riscoprire, caro Stefano, almeno i 2 simboli che ci hai ricordato in quest’anno pandemico 2020, come il passaggio delle Frecce Tricolori e l’apertura almeno per un giorno delle scuole in questo tribolatissimo anno scolastico, ci fa bene e rimarrà senz’altro nei nostri ricordi.

    Ti, Vi voglio far partecipi della scoperta che ho fatto di un simbolo che mi è rimasto impresso nella memoria, in occasione della visita allo splendido Museo Archeologico di Napoli, di cui confesso la mia colpevole ignoranza dell’epoca: il magnifico mosaico, ritrovato a Pompei nel mezzo di un triclinio nel quale è rappresentata una ruota a 6 raggi sulla quale è posata una farfalla con al di sopra un cranio umano scarno ed ancora più in alto un archipendolo dal quale, ovviamente, scende un filo a piombo; a destra dell’asse centrale del mosaico è rappresentata una preziosa veste di porpora su una lancia, mentre a sinistra un povero abito con una bisaccia e un bastone. La ruota a raggi, segnatamente a sei, è rappresentata primitivamente nel tempio di Osiride ad Abydos, poi in numerose stele etrusche in pietra, nella ruota celtica, nella Fontana Grande di Viterbo – museo in pietra unico all’aperto, altamente simbolico, a pianta rosacruciana greca con inscrizioni del “Fiore
    della Vita”, massima espressione della Geometria Sacra perché contenente il punto centrale, i raggi e la circonferenza…come ho avuto modo di illustrare nella monografia pubblicata per ArcheoAres “Simbologia del Fiore della Vita” -. Il simbolismo del mosaico pompeiano potrebbe essere gnosticamente evidente… il profano, la Farfalla, legato alla Ruota delle trasmigrazioni non potrà sfuggirle che attraverso una morte totale, il Cranio, morte che lo integrerà nel Pleroma iniziale, nella pienezza, simbolizzato dalla Livella, immagine della Uguaglianza originale così riconquistata, tanto quanto del ritorno all’Unità Primordiale.

    Dunque il simbolo, mezzo di comunicazione e di interpretazione del pensiero, linguaggio umano altrettanto semplicistico che esoterico, evoca il materiale e l’immateriale, il reale e l’ideale, il profano e il sacro, il particolare e l’universale…

    Sì, ci rimarrà il ricordo di questo anno pandemico 2020, seppur ancora non certamente concluso, dall’immagine delle code con i tre colori della nostra bandiera quando le Frecce sorvoleranno il 2 giugno il cielo di Roma che rappresenterà il grande abbraccio della Nazione intera e, ancor più su con i colori del Cielo rappresenterà l’abbraccio di tutta l’Umanità…ci rimarrà certamente, poi, l’emozione, se ci sarà concessa, di partecipare al simbolico ritorno di almeno un giorno a scuola prima della fine di questo sfortunato anno scolastico per un arrivederci alla quotidianità fondamentale dello studio e della cultura, come ha ricordato qualche giorno addietro sul Corrierone Ernesto Galli della Loggia “non c’è classe dirigente senza solida cultura” non ci sarebbe futuro per questo Paese…

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