Il pane per lo spirito

Cari viaggiatori,
più volte in questo blog ho scritto delle poche attenzioni rivolte al mondo della scuola durante l’emergenza coronavirus e dei colpevoli ritardi sulle riaperture di musei, biblioteche e centri culturali. Questi ultimi, per deplorevole dimenticanza di alcune Regioni, ancora non possono riprendere la loro attività in alcuni territori.
E occuparsi di istruzione e cultura in generale non significa non occuparsi di attività produttive come giustamente è stato fatto, pur con qualche problema. Mi viene in mente un pensiero del cardinale Angelo Bagnasco nel periodo in cui le chiese restarono chiuse per disposizione di legge: “Assicurare il pane della tavola è doveroso, ma non riconoscere anche il pane dello spirito significa non rispettare l’uomo e impoverire la convivenza”.
Parole sante, è il caso di dire, che piacciono anche a chi santo non è.
Buon viaggio

9 commenti a “Il pane per lo spirito

  1. Gilberto Micaelli

    Purtroppo da diversi anni la scuola e la cultura in generale vengono considerati dei costi e non degli investimenti. Noi Massoni dobbiamo impegnarci perché questo stato di cose cambi, che la finanza non sia tutto, che l’arricchirsi non venga considerato l’unico fine di una esistenza. Il Covid-19 ci ha fatto capire la debolezza di questa visione, mettiamo la scuola, la ricerca e l’ambiente al primo posto e le cose cambieranno sicuramente in meglio. A tutti un forte TFA.

  2. Massimo Bianchi

    Una riflessione amara ma purtroppo reale che viviamo da alcuni mesi.
    Non solo le nostre Logge ma anche tanti luoghi di incontro che formano il tessuto democratico.
    Tutto sbarrato.Ad esempio gli studenti trovano chiuse le biblioteche dove ormai tanti usano studiare e incontrarsi .
    Sono chiusi teatri e i centri culturali dove molti cittadini socializzano.
    Potrei continuare con la vita dei Partiti….ma questa è fuori moda ormai da anni.
    Una parte della nuova “nomenclatura”non ha esperienze collettive pregresse.Sono spesso stati nominati e i contatti con la realtà della nostra Società sono labili.
    Credo che come cittadini dovremo ,al termine di questa stagione grigia, riflettere magari ridando smalto ad una partecipazione alla vita dei nostri territori, divenuta asfittica.
    Un saluto al GM e ai fratelli

  3. Gabriele

    Caro GM, siamo ritornati bambini e ci meravigliamo ancora delle cose. Ma noi siamo adulti e conosciamo alcune cose: perché continuiamo a meravigliarci di quanto succede già sapendo perché succede?

  4. Raffaele Macarone Palmieri

    Caro Stefano, il pane ” eucaristico ” – al quale fa riferimento il card. Bagnasco dopo la preghiera del canone della Messa dove si invoca da Dio la transustanziazione per opera dello Spirito Santo – non è più semplice pane, ma dono e corpo di Cristo. Per le sollecitazioni energiche dei credenti e soprattutto della Chiesa di Roma il governo ha ritenuto che si potesse concedere il pane dello spirito di presenza riaprendo le chiese per poter così facendo rispettare l’uomo e non affievolirne ancor di più lo spirito.

    Di tutt’altra natura è considerato il pane ” laico ” che viene invocato in questo blog e da tanti altri opinionisti come simbolo della scuola pubblica, la quale riflette, o meglio dovrebbe riflettere, il carattere pluralistico della società pur sforzandosi di coltivare una neutralità ideologica in maniera assolutamente critica. Il tutto mantenendo gli obiettivi di formazione scolastica, intesa come processo che permette ad un giovane di situarsi in maniera autonoma e ordinarsi in maniera significativa in un mondo con il quale inizia a stabilire e stabilirà una relazione duratura e responsabile, per tutta la vita. ln una parola, sembra assurdo ripeterlo, ma evidentemente non è mai sufficiente, la scuola pubblica – che deve formare i Cittadini ” coscienti ” del domani – non può all’alba della Fase 3, del Tana Libera Tutti, rimanere ulteriormente chiusa. E’ sorprendente che una società che si qualifichi democratica e civile non sia riuscita ad elaborare, in oltre 3 mesi di tempo, un programma serio di ripresa delle attività educative né, a quanto mi consta, un videoprogramma obbligatorio per sensibilizzare i giovani e le famiglie sui rischi connessi con l’assembramento ed il mancato rispetto delle norme di distanziamento sociale; il tutto anche per rendere più fluida la ripresa delle lezioni.

    Nella speranza di ricevere qualche buona novella, un fraterno saluto ai Viaggiatori.

  5. Ottavio Spolidoro

    Cari fratelli di viaggio.
    Il nostro Gran Maestro batte e ribatte sul tema della scuola e fa bene. La scuola è una delle Istituzioni che rendono vera e forte una democrazia.
    Hannah Harendt sosteneva a ragione che “la democrazia non è separabile dalla nozione di partito, ma la nozione di partito può sussistere perfettamente senza democrazia” ecco perché, continuava, l’Assemblea e i suoi deputati hanno oggi bisogno di un’autentica cura di modestia”.
    Dobbiamo darci da fare come società civile perché possono disintermediare quello che vogliono, noi ci siamo e non parteggiamo che per l’Italia.
    Infatti è giunto il tempo che si dica con chiarezza e verità quali sono i veri indici in base alla quale un Paese possa dirsi democratico: non solo il PIL non solo la produzione e via dicendo ma anche la Scuola. L’istituzione scolastica è un decisivo indice di potenza e prestigio di uno Stato democratico. Perché la scuola forma i cittadini cioè la linfa stessa dell’albero della democrazia, rafforza il contratto sociale, fa crescere lo spirito critico, migliora la vita. Ed invece ? Invece si privilegia la rottura del contratto sociale la conservazione della macchina burocratica. Una prova ? Basta por mente alla differenza tra lo stipendio di un insegnante è quello di un uditore giudiziario di prima nomina. Il primo dovrebbe avere uno stipendio pari o maggiore, perché lui crea cittadini e più ne crea più diminuiscono le violazioni che il secondo non ce la fa a reprimere e condannare commettendo anche errori.
    Ecco questo dovrebbe essere un indice di potenza e prestigio di uno stato! Vogliamo parlare invece dei fondi a disposizione della scuola? Anche qui il quadro non cambierebbe. Questo non è un tema di destra di sinistra o di centro. Questo è un cardine della democrazia e noi di democrazia da sempre ci occupiamo e dove non ci siamo noi democrazia e libertà non c’è. E un caso non è.
    Grazie Gran Maestro
    Grazie fratelli viaggiatori
    Insieme ce la faremo!

  6. Marcello Mersi

    Carissimo G.M. purtroppo la scuola italiana è considerata l’ultima ruota del carro. Bistrattata, lasciata a se stessa, con risorse minime su cui contare. Fatiscente per quanto riguarda la sicurezza (basta considerare che oltre il 70% degli Istituti scolastici non hanno ne il certificato di agibilità, ne il certificato di prevenzione incendi). Ma, nonostante le enormi difficoltà, la nostra scuola forma eccellenze che purtroppo trovano considerazione e lavoro solo emigrando verso altri Paesi. Tutto questo ci deve far riflettere e molto! Sono riflessioni amare, ma allo stesso tempo, sono constatazioni che non dobbiamo (specialmente noi liberi muratori) tralasciare. Un abbraccio a Te e a tutti i Viaggiatori.

  7. ottavio spolidoro

    Cari fratelli di viaggio.
    Il nostro Gran Maestro batte e ribatte sul tema della scuola e fa bene. La scuola è una delle Istituzioni che rendono vera e forte una democrazia.
    Hannah Harendt sosteneva a ragione che “la democrazia non è separabile dalla nozione di partito, ma la nozione di partito può sussistere perfettamente senza democrazia” ecco perché, continuava, l’Assemblea e i suoi deputati hanno oggi bisogno di un’autentica cura di modestia”.
    Dobbiamo darci da fare come società civile perché possono disintermediare quello che vogliono, noi ci siamo e non parteggiamo che per l’Italia.
    Infatti è giunto il tempo che si dica con chiarezza e verità quali sono i veri indici in base alla quale un Paese possa dirsi democratico: non solo il PIL non solo la produzione e via dicendo ma anche la Scuola. L’istituzione scolastica è un decisivo indice di potenza e prestigio di uno Stato democratico. Perché la scuola forma i cittadini cioè la linfa stessa dell’albero della democrazia, rafforza il contratto sociale, fa crescere lo spirito critico, migliora la vita. Ed invece ? Invece si privilegia la rottura del contratto sociale la conservazione della macchina burocratica. Una prova ? Basta por mente alla differenza tra lo stipendio di un insegnante è quello di un uditore giudiziario di prima nomina. Il primo dovrebbe avere uno stipendio pari o maggiore, perché lui crea cittadini e più ne crea più diminuiscono le violazioni che il secondo non ce la fa a reprimere e condannare commettendo anche errori.
    Ecco questo dovrebbe essere un indice di potenza e prestigio di uno stato! Vogliamo parlare invece dei fondi a disposizione della scuola? Anche qui il quadro non cambierebbe. Questo non è un tema di destra di sinistra o di centro. Questo è un cardine della democrazia e noi di democrazia da sempre ci occupiamo e dove non ci siamo noi democrazia e libertà non c’è. E un caso non è.
    Grazie Gran Maestro
    Grazie fratelli viaggiatori
    Insieme ce la faremo!

  8. salimbeni luca

    Ill.mo w Ven.mo GM, il pane è anche una metafora della convivenza fra gli uomini: sta per ogni bene spirituale che può essere tenuto per sè o condiviso con gli altri. Al contrario,però,nella storia il pane non è mai stato realtà del vivere insieme, ma un motivo per cui ci si è divisi fino ad uccidersi. Ma il pane è ciò con cui creiamo le nostre relazioni con gli altri. Lo posso tenere per me, lo posso regalare: attraverso questo bene materiale posso fare vedere che sono buono, migliore. Lo posso regalare affinchè l’altro viva. Media quindi il rapporto con gli altri. Può esserci condivisione oppure contesa e prevaricazione. Nella morale noi ci accorgiamo che non possiamo trattare una persona come una cosa. Non possiamo strumentalizzarla. Se l’altro per me è solo uno strumento, che valore ha la mia vita? Solo il valore che hanno le cose. Il valore morale è questo desiderio: far sì che gli altri vivano attraverso la propria vita. La situazione economico finanziaria in cui oggi la nostra società versa, racconta anche una verità “antropologica”. La nostra crisi non è solo economica. Dopo una crisi infatti si torna alla normalità. Invece ci troviamo in una crisi di trasformazione dell’uomo di cui siamo portatori senza rendercene conto. Come è possibile immaginare che questa trasformazione si realizzi solo per la dialettica delle forze materiali? O attraverso la buona volontà degli uomini? Processo materiale e culturale, devono, secondo me, agire uno sull’altro. Entrambe devono assumersi un pari onere di procedere la trasformazione propria e dell’altro fattore. Cioè, da che parte dobbiamo cominciare? Io dico “ricomincio da me” ma allora ognuno deve assumersi la sua responsabilità senza preoccuparsi della responsabilità degli altri. Sta quindi saltando il capitalismo “drogato” dove un terzo del cibo va sprecato. E la maggior parte dello spreco dei cibi avviene nelle case. Un esempio pratico: la Misericordia di Firenze, con il banco alimentare, spende circa 60 mila euro l’anno per comprare il pane per gli indigenti. Per fortuna però noto che vi è in atto, anche per la contingente crisi, una rivoluzione dal basso: degli stili di vita, dei consumi e dei valori. Abbiamo riscoperto la sobrietà. Però, e qui concludo, il PIL non basta a definire il benessere di una persona. Il nuovo benessere non sarà più misurabile con le statistiche ma,spero, soprattutto come libero muratore, dalla qualità della nostra vita. Con il tfa Luca Salimbeni

  9. Pasquale Cerofolini

    Cari viaggiatori e caro SGM ,
    l’importanza dello spirito d’intelletto preparatorio per Noi fratelli cui necessitiamo trovare dentro le nostre officine , come lo spirito laico o non , d’intelletto preparatorio , nelle nostre scuole , se giusto , forte , corretto , altro non è , che la conoscenza per meglio usare nel tempo i metalli , al servizio della necessità , del lavoro , della famiglia , della vita … in quell’equilibrio di possibile attuazione in una società civile e virtuosa.
    Buon Viaggio
    TFA
    Fr. Pasquale Cerofolini

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