La stecca. Di chi?

Cari viaggiatori,
in molti si sono scatenati contro Sergio Sylvester, il cantante scoperto da Maria De Filippi, che ha cantato l’Inno di Mameli all’Olimpico prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus. Il cantante si è “inceppato” durante l’esecuzione. Successe anche a Celentano durante un festival di Sanremo. All’Adriano nazionale venne perdonata la stecca, a Sergio no. E’ vero che Celentano cantava “..chi non lavora…” e Sylvester il Canto degli Italiani, ma la violenza verbale sui social è stata davvero forte e sproporzionata rispetto alla stecca. Semmai ci sarebbe da chiedersi perché non ho letto (ma potrei essere stato lettore disattento) critiche a chi stava attorno al cantante con le mani incrociate. La mia maestra elementare Cosma Serchi, e poi i miei superiori durante il servizio militare, mi insegnarono che Fratelli d’Italia si ascolta, o si canta, stando sull’attenti. Più avanti con gli anni ho imparato che si ascolta, o si canta, con la mano destra sul cuore. Insomma, una libera scelta tra due opzioni. Né sull’attenti, né mano sul cuore ho visto nella tribuna dello stadio Olimpico. E neppure commenti critici ho visto o letto. Sulla stecca di Sergio Sylvester sì. Molti.
Buon viaggio

6 commenti a “La stecca. Di chi?

  1. Umberto

    Caro Stefano,
    di che ci meravigliamo?
    L’italiano medio, soprattutto quello “social”, il leone da tastiera, è sempre pronto a sputare sentenze e critiche e sfogare così la propria rabbia, la propria repressione.
    Uno dei motivi, a mio sommesso avviso, risiede nell’esplosione di un sentimento pessimo, l’invidia, tipico di chi ritiene che sarebbe stato molto più bravo a cantare l’inno, a stare sull’attenti, ad arbitrare la partita, ad allenare la squadra, a segnare o parare il rigore …..

  2. Pier

    Carissimo Stefano
    Hai perfettamente ragione: l’inno italiano va sentito sugli attenti.
    È solo da qualche decennio che si canta e si porta la mano sul cuore.
    All’americana insomma. Per i miei trascorsi in uniformi sono rimasto fedele alla forma ufficiale.
    Per quanto riguarda i critici del cantante devo ricordare che troppo spesso il tricolore è ricordato solo durante le partite di calcio della Nazionale o come ieri sera. In verità in questo ultimo travagliato periodo l’abbiamo sentito di più Mi auguro che non sia soltanto un vociare corale ma che il nostro Paese ritrovi quella identità patriottica che ritengo smarrita da un po’ di tempo.
    E se il cantante ha steccato pazienza l’emozione è comprensibile e un po’ di tolleranza non guasta per che si emoziona cantando il nostro Inno.

  3. Massimo Bianchi

    L’impressione che ho avuto da subito è che l’inno nazionale fosse un passaggio rituale del tipo”si deve fare”.
    La televisione impietosa ha inquadrato i pochi presenti,compresi i calciatori, che avevano già la testa al risultato della partita.
    Francamente il cantante non mi è piaciuto per il solo motivo che non ha una voce adatta a questo repertorio.
    Nella musica capita spesso.L’Inno di Mameli suonato da Muti non è quello della banda di Casamicciola,Casta Diva della inarrivabile Callas non può essere cantata da una soprano qualsiasi.
    Il resto sono i soliti commenti,purtroppo in buona parte razzisti,a cui certo non interessa il rispetto per il Canto degli Italiani,ma che imbrattano i social e a cui dobbiamo esprimere il nostro disgusto.
    Un saluto al nostro GM e a tutti i Fratelli.

  4. Ottavio

    La stecca l’hanno fatta i leoni da tastiera.
    Certo non si perdona una stecca ad una persona di colore che canta l’inno d’Italia. Molte stecche in una, dove non conta quella musicale. Ma quelle sono stecche solo per chi pensa nel 2020 che ci sia lo spartito della razza del canto scritto da un massone che solo recentemente è stato dichiarato inno del nostro Paese. Tempo ci vorrà e duro lavoro da parte nostra finché questi non musicali “spartiti”saranno “spariti” sembra poco è solo una t ma certe t…
    Grazie Gran Maestro
    Un abbraccio ai compagni di viaggio

  5. Pasquale Cerofolini

    CARI VIAGGIOATORI E CARO SGM STEFANO ,
    CREDO CHE L’INNO NAZIONALE CANTATO DA SERGIO SYLVESTER E LA “STECCA EMOZIONALE ” SIANO STATI MOMENTI DI SENSIBILITA’ ALTA PER CHI HA A CUORE LA NOSTRA ITALIA ; ITALIA PERFETTIBILE E NON PERFETTA E PER QUESTO MOLTO “UMANA” .
    FIGURACCIA INVECE DI QUELLE BRACCIA INCROCIATE CON PROPRI SGUARDI NEL VUOTO .
    NELLA VOCE DAI TONI ALTI E POTENTI DI SERGIO SYLVESTER , TRASPIRAVA , LA RESPONSABILITA’ DEL SUO AMORE PER CIO’ CHE STAVA FACENDO : ‘ GRIDARE DI ESSERE ITALIANO ‘ .
    TAF
    VOSTRO FR. PASQUALE CEROFOLINI

  6. Raffaele Macarone Palmieri

    Mah, caro Stefano, non si tratta di essere razzisti, “destrorsi” o altro…si tratta di rispettare ciò che un inno nazionale rappresenta per ogni Paese, per ogni Cittadino,,,è stato condiviso il nostro “Canto degli Italiani ” dal 1847 da tanti giovani Fratelli in varie occasioni del primo e del secondo Risorgimento di questo Paese; molti di questi non sono ritornati ai loro affetti per aver combattuto a favore di un Ideale per noi fondante: la Libertà !

    Certo il discusso Inno di Mameli ( che poi dovremmo chiamare anche di Novaro, perché la musica è sua ) non è certo la Marseillaise che gioiosamente grida ” Liberté, Liberté cherie combats avec tes défenseurs !” ma, male o bene, con la sua marcetta indubbiamente non solenne dal 4 dicembre 2017 è il nostro Inno Nazionale, è riuscito a sconfiggere re, dittatori, comunisti, fascisti, clericali, politici della prima e della seconda repubblica e ad affermarsi come parte di noi stessi e come tale, ripeto, va rispettato…

    Ci lamentiamo, poi, del presidente della FIGC, del presidente della Lega Calcio o del CT della Nazionale che avevano concordato evidentemente il look smart-casual con blazer blu, camicia bianca senza cravatta e le mani a dita intrecciate davanti al pube quando sappiamo che l’attitudine da adottare in occasione dell’esecuzione di un inno nazionale, seppur non stabilito per legge o per regolamento, sia quella del profondo rispetto…e sebbene le modalità di testimoniare la considerazione possano variare, l’uso dovrebbe pretendere di mettersi sull’attenti, come ricordavi tu Stefano, o come fanno i FFrr inglesi in Emulation nel dare il segno di fedeltà con la mano destra appoggiata sulla parete sinistra del torace a pollice coperto, in quanto rappresentativo del nostro Ego.

    Ma come possiamo pretendere, si fa per dire, da questi “personaggi/alti dirigenti sportivi” manifestazioni prime di etica sociale quando, mi pare il 23 maggio 2018, in occasione della celebrazione della rievocazione dell’attentato mortale a Capaci del giudice Giovanni Falcone, della moglie e della scorta, l’attuale presidente della camera dei deputati, roberto fico, ha ascoltato, distratto e insofferente, l’inno nazionale con le mani in tasca ! La terza carica di questo Stato…

    A questo si aggiunga la scelta infelice fatta nei confronti del cantante, Sergio Sylvestre, una bella voce per blues vincitore di Amici, ma statunitense di LA, con un italiano con un terribile accento californiano; il povero Sylvestre non conosceva peraltro bene le parole dell’inno e quindi si è …inceppato più volte, per concludere con quel pugno sinistro alzato che avrebbe avuto un valore importante se fatto a fine canto di “The Star-Splangled Banner” a Minneapolis, nel corso di una condivisibile manifestazione di protesta.

    Quindi una serie di spiacevoli inconvenienti in una serata da dimenticare, aggravata da un effetto video di lamé argentato o ciliegia, creato in maniera orribile per coprire il vuoto degli spalti…Solo per un anti-…….. viscerale, almeno il risultato del campo è stato piacevole.

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