Notizia in grande e notizia in breve

Cari viaggiatori,

il problema è vecchio ma, visto che non è risolto, è opportuno riproporlo. Succede spesso che l’apertura di un’indagine penale venga annunciata con titoloni sui giornali e l’eventuale assoluzione o addirittura il proscioglimento in istruttoria comunicato con una notizia in breve. È successo a tante persone. Nei giorni scorsi un amico è stato assolto anche in Appello e la notizia era sintetizzata in pochissime righe. Potevi leggerla solo con la lente. Eppure, l’avvio dell’indagine venne annunciato con pagine e pagine di inchiesta giornalistica. Sembrava la madre di tutte le corruzioni. Era solo una notizia in breve.

Buon viaggio

6 commenti a “Notizia in grande e notizia in breve

  1. Pasquale Cerofolini

    Cari Viaggiatori
    Caro SGM Stefano

    Personalmente meglio definire il succitato problema con la parola “ingiustizia” .

    Molto spesso l’enfasi che si dedica alla notizia di accusa equivale a condanna, e fortunati , coloro che riescono comunque alla corretta presentazione di documentazioni per le loro difese.

    Il fumus persecutionis spesso crea tunnels terribili.

    Purtroppo la notizia é diventata’ l’accusa ‘ , ‘ l’accusa ‘ é gradita e benvenuta ;

    …….. ¡ forse un ritorno allo studio di Educazione Civica , farebbe bene a tutti ! ……..

    Buon Viaggio

    Vostro Fr. Pasquale Cerofolini

  2. Raffaele Macarone Palmieri

    Quanto da te sollecitato, caro Stefano, è stato di frequentissimo riscontro, nella quotidianità della vita ospedaliera, con titoloni verbali o scritti, a volte corredati da nomi e cognomi, foto di “mostri” sbattuti in prima pagina anche in corso di indagini preliminari per ipotizzate responsabilità medico-legali per tanti Colleghi…una gogna mediatica che solo chi ha ricevuto un avviso di garanzia può capire, essendo passato sic et simpliciter da indagato a imputato, a condannato prima di entrare in tribunale. E poi benchè alla fine del percorso giudiziario tali accuse si rivelino inesistenti in oltre il 90% dei casi, la notizia di assoluzione dopo anni di tormenti, di perdita di immagine, di danni psicologici anche permanenti come avviene, quando avviene? prevalentemente su richiesta della vera parte lesa che è l’imputato: con un trafiletto in una pagina interna, quando dovrebbe avere la stessa dignità di caratteri della prima notizia. Personalmente non ho avuto il piacere di provare questo percorso drammatico ma ho molti amici e Colleghi che ne sono rimasti coinvolti e ne portano segni psicologici negativi anche a pratica conclusa.

    In altri ambiti la macchina del fango è attivata il più spesso da giornalisti, mi spiace dirlo, conniventi, su indicazione di politici o meglio di faccendieri che così facendo delegittimano l’avversario di turno che assurge sui media al simbolo del “diavolo”, fonte di tutti i mali. Il tutto spesso condito da pubblicazione di stralci di notizie che raramente vengono configurate come rivelazioni di segreto d’ufficio, pur trattandosi di informazioni di sole indagini preliminari.

    Forse per questo i media tradizionali sono per gli Italiani punti di riferimento sempre meno credibili in materia di informazione…non conosco sull’argomento dati certi, se ce ne sono, ma mi pare di percepire dal contatto sociale quotidiano che oltre il 50% delle persone si isolano dalla informazione: la credibilità di televisioni, internet e giornali difficilmente raggiunge la metà degli Italiani, forse la radio costituisce un mezzo di maggior fiducia.

    Ma ricordando “casi” che hanno fatto storia in Italia, quanti Emile Zola ci sono tra gli intellettuali nel nostro Paese che osano formulare un “J’accuse”con tutto quello che ne può seguire per sé stesso e la propria vita, per la propria famiglia… e quanti Dreyfus ci sono stati, due per tutti: il conduttore giornalistico televisivo Enzo Tortora e il giudice Giovanni Falcone prima di Capaci – poi diventato un Santo con tanto di busto d’argento -, ma quanti Marco Pannella a scuotere le coscienze addormentate dei nostri concittadini?

    Ma perché la maggior parte delle persone presta più attenzione alle notizie di connotazione negativa? Questo sembra sia scientificamente provato, in un recente e statisticamente robusto studio nordamericano e israeliano, in base, udite udite, a una teoria evoluzionistica sull’argomento! Ma come? I primi esseri umani pensanti avrebbero realizzato che fosse vantaggioso per la loro sopravvivenza che, se si fosse determinato un rumore tra i cespugli in prossimità di uno specchio d’acqua, fosse più sicuro fuggire invece di attendere di capire se si trattasse di un leone aggressivo o di una gazzella inoffensiva. Ciò vuol dire che le persone reagiscono molto più significativamente davanti a notizie apparentemente negative rispetto a quelle positive, e questo indipendentemente dalle idee politiche, dal genere, dal livello socio-culturale o dal Paese di provenienza.

    Affascinante e stimolante, come ipotesi di plausibile spiegazione comportamentale…

  3. Marcello Mersi

    Carissimo G.M., proprio a proposito di Medici, ne ho una in casa che il 1 di Agosto godrà della agognata pensione dopo 35 anni di lavoro ospedaliero e 10 di riscatto laurea e specializzazione (mia moglie), voglio esprimere tutta la mia amarezza in merito alla Tua riflessione. Sbattere il mostro in prima pagina è normale, anche se ancora la giustizia deve fare il suo corso, ma intanto facciamo titoli a carattere cubitali, tanto per vendere carta, poi vedremo! Scusami, ma lo ritengo vergognoso in un paese cosiddetto civile. Quando poi, giustamente da Te sottolineato, il tutto si “sgonfia” appare un trafiletto ad arte nascosto e poco visibile che con due scarne righe chiude la questione! Questa è la nostra “Giustizia”.
    Un abbraccio a Te e a tutti i Viaggiatori.

  4. Ottavio Spolidoro

    La giustizia fa il suo corso ha i suoi riti e l’errore è possibile come in tutte le attività umane. Tuttavia i medium a volte se non sempre amplificano e sbattono il mostro in prima pagina.
    Ora se l’esito di un giudizio non scalfisce la giustizia e la sua sacrosanta funzione la preventiva condanna comminata dai medium che nessun concorso in magistratura hanno vinto merita attenzione. Infatti la successiva è sempre possibile assoluzione non guadagna che un trafiletto. E questo è grave. Basterebbe squadra e compasso per definire ragione e misura sia della notizia di indagine che per quella di assoluzione. Basta poco in fondo.
    Grazie Gran Maestro
    Mano sul cuore per i fratelli viaggiatori

  5. Aldo Cozzi

    Caro G M , ho riflettuto molto se aggiungere al tuo pensiero qualcosa, non perché era incompleto ,non perché non vero, ma perché permettimi apre un grande tema che e’ la libertà ….di pensiero, di critica, di conoscenza , oggi. Purtroppo già dagli anni di architettura a Venezia ho seguito anche corsi a veri livelli , che un partito di governo teneva , sono entrato poi in una segreteria politica , e ho dato il mio tempo per il sociale nel mio partito che rappresentava una grossa fetta popolare. Allora dovevo leggere i famosi sette quotidiani , i report , interni ed esterni e le varie rassegne stampa, questo per potermi fare una idea mia e poi confrontarla quotidianamente con il mio credo o ideale …per questo nel mio partito vi erano tante correnti ….per fortuna eravamo non omologabili ad un pensiero…..le mosse politiche le facevano i leader e se volevano le spiegavano pure , a modo loro , il politichese . Il mio padre spirituale fin dai primi anni e’ stato un tuo collega , ora non più vivo Gustavo Selva …..mi dovevo occupare della comunicazione….come si diceva allora….Selva mi ha insegnato molto….chi scrive , già da come formula la frase orienta il lettore , da come narra la pura verità fa trasparire una verità pilotata , un messaggio quasi subliminale , che collegato con altri creano , fanno cambiare orientamento ecc…tutti strumenti che vediamo o subiamo abitualmente ; ma tu hai sottolineato la traslitterazione verso il degrado e l’abuso di tutto ciò ….hai palesato il codificato non rapporto fa fatto dichiarato e fatto rettificato …..un altro mio mentore di quegli anni e’ stato Ettore Bernabei ; egli come avrebbe usato lo strumento informativo ….il suo metodo era di usare il tempo di una notizia , e della sua rettifica in forma non uguale , ma quasi ….non sempre ci riusciva , ma come avrebbe fatto, visto che la prima sarebbe dovuta essere semplice stringata ed attenersi al minimo delle considerazioni per non slittare…traslitterare in qualcosa di diverso , rispetto poi alla notizia da contraddire …..e si perché anche le rettifiche costano ….affermazione di chi le deve fare ; mentre il mostro in prima pagina o fare i processi mediatici fa’ guadagnare…..non vado oltre perché da giornalista conosci bene le cose ; in tutto questo la libertà dove sta’ , molti diranno , libertà di cosa ….libertà di pensare e riflettere su fatti e cose in maniera libera ….ci sarà mai la possibilità di avere ciò …..un esempio che mi aveva tolto il candore di quegli anni e’ la classica notizia di una banca rapinata a Roma !!!!!e basta , poi con mille particolari……la giusta notizia sarebbe di una banca rapinata a Roma ma le altre 1000 di Roma , non sono state rapinate ……quale e’ il modo giusto , applicato , e da qui la prigionia quotidiana dell’informazione…..quando il dare informazioni sarà cosa buona e giusta….utopia da costruire mattone su mattone ….e qui ritorniamo a casa nostra …….

  6. MMC

    Ciò si accosta, purtroppo, al diritto diritto di replica. Se la Giustizia dei Giudici fa naturalmente il suo corso e al cittadino sta, per mandato passivo, accettarla, purtroppo per il cittadino che di mestiere fa il giornalista, tale mandato è attivo, ovvero egli decide, anzi crea, la notizia, anche se più spesso a scegliere è il giornalista-caporedattore (ancora di più del direttore). E’ un atteggiamento tipico del giornalismo all’americana, per dirne una. Forse qualcuno degli amici di questo spazio conosce la regola delle 4 S: Soldi, Sangue, Sesso e Sport. E’ il sistema che si usa per vendere un giornale, dalla copertina. Titoloni per i presunti colpevoli, titoletti per chi, tra loro, invece è stato assolto. Humphrey Bogart: “E’ la stampa bellezza” (Ultima Minaccia, 1952, da vedere). E dunque dico all’amico del nostro ospite viaggiatore: “Non ragionam di lor, ma guarda e passa”. Perché tutti dimenticano presto tutto.

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