Franco Balmamion e Paulo Coelho

Cari viaggiatori,

mi è venuto in mente Franco Balmamion leggendo un pensiero di Paulo Coelho. “Accostamento ardito” sentenzierà qualche frequentatore di questo blog. Potrebbe aver ragione ma provo a spiegarmi meglio. Balmamion era un ciclista che trionfò in due giri d’Italia, nel ’62 e ’63, senza vincere una tappa. Riuscì a diventare campione italiano nel ’67 riuscendo ad arrivare primo sul traguardo di Poggibonsi con la maglia della Molteni. Io c’ero e mi entusiasmai per la vittoria di questo corridore di cui ero tifoso. Che ha in comune Balmamion con un pensiero di Coelho? Lo scrittore ci ricorda che “non è stato un martello a rendere le rocce così perfette, ma l’acqua con la sua dolcezza, la sua danza e il suo suono. Dove la forza può solo distruggere, la gentilezza può scolpire”. Ma per fare una cosa bella bisogna avere costanza, come quella che aveva Balmamion, due volte vincitore senza arrivare primo.

Buon viaggio

5 commenti a “Franco Balmamion e Paulo Coelho

  1. Marcello Mersi

    La costanza, la perseveranza, la voglia di arrivare a determinati traguardi che ci siamo prefissati, sono doti che ognuno di noi dovrebbe avere, perché si può vincere anche senza necessariamente arrivare primi, proprio come Balmamion, corridore definito gregario, ma che ha avuto la forza di trionfare in ben due giri d’Italia lasciandosi alle spalle fior fiore di campioni. Lui è sicuramente un esempio per tutti noi! Un abbraccio a Te caro G.M. e a tutti i Viaggiatori.

  2. Pasquale Cerofolini

    CARI VIAGGIATORI
    CARO SGM

    GLI ACCOSTAMENTI ‘ ARDITI ‘ , SONO LE MIGLIORI ALLEGORIE DA PRESENTARE , AFFINCHÉ LE RIFLESSIONI CONSEQUENZIALI, SIANO SENTITE , PROFONDE ED INTER ESSANTI.

    L’AMORE COSTANTE PER LA COSTRUZIONE DI UN CONCRETO PROGETTO, É L’ANIMA VIBRANTE CHE CI ACCOMPAGNA AL RAGGIUNGIMENTO IN TUTTO CIÓ CHE NOI CREDIAMO POSSIBILE.

    LA PRESENTAZIONE ” FRAGILE , BELLA DEL DOMANI MATTINA ” MAI É PARAGONABILE ALLA ” STABILITÁ , BELLA, DEL TEMPO DEI TEMPI ” .

    BUON VIAGGIO.

    VOSTRO FR. PASQUALE CERIFOLINI

  3. Ottavio

    Sono stato un ciclista della domenica; amavo le salite purtroppo brevi delle poco alte montagne della mia regione, la Campania. Però la salita da Salerno al valico di Chiunzi per giungere a Ravello e poi giù in picchiata ad Amalfi era fantastico alle 8 di mattina e tutto quel mare e, a primavera, l’odore dei fiori di limone . Se ci ripenso a quelle discese .. non le rifarei . Al tema: il giro è gara di resistenza e ragionamento . Ma io quella voce di De Zan che seguiva Pantani non posso dimenticarla. Ma il giro non si vince solo con il cuore; si vince anche con la ragione.
    Grazie Gran Maestro
    Saluti ai viaggiatori

  4. Raffaele Macarone Palmieri

    Recentemente, caro Stefano, il significato della parola gentilezza – dal latino gentilis, appartenente ad una gens, gruppo di persone che si riconoscevano discendenti da un unico capostipite, poi volgarizzato come pagano in quanto non cristiano o ebreo – è passato da qualità riconosciuta a evidente difetto. Perché? forse perché dimostrare i propri sentimenti, prendersi cura degli altri e sapere essere all’ascolto viene oggi considerato una debolezza di vita.
    Oggi la forza è la qualità per eccellenza; essere forte, se consideriamo i numerosi mantra che troviamo nelle reti sociali vuol dire affrontare le avversità e passare oltre se troviamo difficoltà che riteniamo insormontabili, il “go hard or go home” del rapper di turno preceduto però da un inquietante ” I feel like the sky is falling down”.
    Non esser calpestati è giusto, ma non può diventare costantemente l’ultima spiaggia di consapevolezza generazionale. Spesso sentiamo assimilare le persone gentili a clan di perdenti, sentiamo condividere che “riuscire” sia impossibile quando si è troppo gentili…o ancor peggio quando la gentilezza viene interpretata come forma nobile di egoismo e di irrisolutezza, la più vile, per non avere il coraggio di esser altro.
    Ma se osserviamo bene i comportamenti degli uni e degli altri, è facile rimarcare che usare malvagità, distacco rispetto ai problemi altrui è molto più facile del contrario…nascondersi dietro una pseudo-corazza, un castello interiore di cartone che camuffa una sofferenza intima non risolta o forse neppure affrontata e cosciente, non è un atto di forza.
    La vera forza è rivendicare la propria gentilezza, esprimere le proprie emozioni, accettarle anche se dolorose e restare all’ascolto degli altri.
    Forza e gentilezza si coniugano perfettamente in una unica armonia interiore dell’essere umano.

  5. Aldo Cozzi

    Caro G M, il tema e’ estremo , non innocuo ma cocente ….e’ di grande attualità ….da già Uff della MMI , ricordo il motto , della Vespucci …..molti lo conoscono ….lo sunto ….bon chi inizia , ma che persevera ….in questo non vi e’ solo l’acqua che sagoma la forma anziché il martello , ma vi anche il continuare a …perseverare…solo così si ottiene il risultato ….ma quando si arriva il risultato non è solo li…..e’ in tutto il percorso che si e’ fatto …e quando ricordi , tutto e più dolce ….molto si dimentica e si porta tutto a meta ….tutto si trasforma in successo…..anche i secondi posti …..mettiamo materia , impegno , tempo ecc …nel crogiolo …e col fuoco si ottiene una forma dolce e levigata , a volte trasparente , a volte miracolosa, giusto giusto come fa’ la natura e l’uomo alla ricerca delle leggi che regolano tutto quanto sta sulla terra al Trascendente ….e qui torniamo a casa nostra …..

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