Il viaggio e la religione dell’altro

Cari viaggiatori,
nel mio cammino incontro questo pensiero di Herman Melville: “Io non ho obiezioni contro la religione di nessuno, qualunque essa sia, purchè questa persona non uccida e non insulti nessun’altra persona per la ragione che quest’altra persona non ci crede anch’essa”.
Buon viaggio

5 commenti a “Il viaggio e la religione dell’altro

  1. Marcello Mersi

    Libertà di esprimere il proprio pensiero di qualsiasi tipo, politico o religioso che sia. Questo principio fondamentale è il pilastro della convivenza tra gli uomini che, se pur diversi tra loro, devono e sottolineo devono essere rispettosi delle idee altrui. L’integralismo non fa parte del mondo massonico. Tolleranza, umiltà, comprensione, sono termini a noi cari!! Grazie Gran Maestro per questa riflessione che meriterebbe una ben più ampia e articolata risposta. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  2. Ottavio

    La reciprocità è alla base della tolleranza . Voltaire la fondava sulla coscienza della propria imperfezione. Ma in assenza di autocoscienza essa è difficile se non impossibile in tema di Religione. Infatti in quell’ambito basta sostenere “Dio è con noi” che le altrui ragioni vanno a farsi benedire. Infedeli di ogni risma e sorta da eliminare! Ed allora? Lasciare la fede in un ambito personale e privato adottando nella vita di relazione una sorta di ateismo metodologico ? Ossia il no religion di Imagine di Lennon
    Spunti grazie al Gran Maestro che ringrazio salutando i viaggiatori

  3. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Fr. Stefano,
    Cari Viaggiatori ,

    credo importante essere e agire sempre nel sentiero proprio della ‘ Tolleranza Massonica ‘ , valore di grandezza meravigliosa.

    Credo altresì ‘ Miopia Spirituale ‘ vedere e giudicare le persone come esseri diversi , divisi nel giardino dei cattolici, dei protestanti, degli islamici, degli ebrei , … degli asiatici , degli americani , degli africani , ….. bianchi , neri , gialli ….

    Pensiamo a loro , quali meravigliosi esseri umani , con proprie e interessanti convinzioni fideistiche spirituali, laiche , sì differenti , ma da unire assueme , nel terreno del ‘ bene laico e spirituale ‘ .

    L’ azione del Samaritano che per ” altruismo universale ” agisce , ci sia sempre costantemente d’insegnamento.

    Dobbiamo essere e divenire creature del ” buon prossimo ” che fa tesoro delle altrui qualità interiori ; qualità che ci creano la meravigliosa condizione del giardino della ‘ Fraternità ‘ .

    Grazie SGM Fr. Stefano per questa riflessione

    Buon Viaggio

    Vostro Fratello
    Pasquale Cerofolini
    GL Simbolica Paraguay

  4. Raffaele Macarone Palmieri

    Verissima, caro Stefano, questa affermazione dello scrittore statunitense che da ragazzi abbiamo o meglio io ho letto con giovanile superficialità non comprendendo il profondo significato del conflitto tra Uomo e Natura. Io parteggiavo per il capitano già reso invalido dalla Bestia…questa mia irriflessività nasceva forse perché ero impaurito, seppur non completamente cosciente, dalla metafora del destino dell’uomo, della ambiguità del vivere dalla quale cerca di divincolarsi e dalle forze misteriose della Natura che non riconosce come principio di amore e di bontà, dalla lotta tra bene e male. Certo non vedevo l’allegoria del viaggio dell’uomo alla conoscenza del Sé, alla ricerca irrealizzabile dell’Assoluto.
    Non è certamente un insegnamento profetico a diffidare dalla religiosità quando Melville afferma quanto tu riporti…ma lo Stesso nella frase successiva mette in guardia l’uomo dal raggiungere il fanatismo e far diventare la religiosità un reale tormento…perché allora quello è il momento dell’indispensabile, ineludibile e serrato confronto.
    Rileggerò con la dovuta attenzione Herman Melville. Grazie.

  5. Aldo. Cozzi

    Caro GM , all’epoca della famosa torre di Babele , la storia ci dice che l’uomo incomincio a parlare lingue strane, e non capirsi ….da qui il passo e’ breve …a praticare il culto del Trascendente in modo diverso….bella zeppa alla società e alla sua crescita, lingua e modo di agire e pregare diverso. Qui purtroppo si genera il problema …trovare la strada per arrivare a Dio o Ente Supremo con percorsi diversi….non solo , ma con risposte alle varie domande che in questo percorso fai, diverse . Tutte tendono al “mare”, ma alcune, sopra tutto una ,ha delle manifestazioni non pacifiche , rispetto chi percorre altre strade, anzi più d’una tende a fare proselitismo in modo a volte con eccessi di fanatismo…..ecco qui sta il problema …una religione monoteista sola non fa ufficialmente proselitismo……detto questo e’ qui il vero spartiacque fra un metodo ed un altro ….io credo che solo le religioni aperte a condividere spazi e metodi comuni , possano essere considerate tali , e non altre che in modo subdolo vogliono sopraffare e crescere a scapito di altre ……

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