Ieri, oggi e domani

Cari viaggiatori,
quattro frasi per riflettere.
La prima: “La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, si burla dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I bambini di oggi sono dei tiranni, non si alzano quando un vecchio entra in una stanza, rispondono male ai genitori, in una parola sono cattivi”. La frase è di Socrate, 470 a.C.
La seconda: “Non c’è più una speranza per l’avvenire del nostro paese, se la gioventù di oggi prenderà il potere domani, perché questa gioventù è insopportabile, senza ritegno, terribile”. Appartiene ad Esiodo, 720 a.C.
La terza: “Il nostro mondo ha raggiunto uno stadio critico. I nostri ragazzi non ascoltano più i loro genitori. La fine del mondo non può essere lontana”. Attribuita ad un Sacerdote dell’Antico Egitto 2000 anni prima di Cristo.
La quarta: “Questa gioventù è marcia nel profondo del cuore. I giovani sono maligni e pigri. Non saranno mai come la gioventù di una volta. Quelli di oggi non saranno capaci di mantenere la nostra Cultura”. Quest’ultimo giudizio è inciso su un vaso d’argilla dell’Antica Babilonia nel 3000 a.C.
Buon viaggio

6 commenti a “Ieri, oggi e domani

  1. Marcello Mersi

    Carissimo G.M, io credo profondamente nella nostra gioventù. Anche se talvolta ci sono delle meteore impazzite, la maggioranza dei nostri giovani è sana, genuina, disponibile, attenta, pronta ad aiutare gli altri. Ho esempi in questo senso che sono eclatanti. E prova ne è anche la quantità di giovani che bussano alle nostre porte, vogliosi di entrare a far parte della nostra amata Istituzione. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  2. Ottavio

    Il dialogo è l’essenziale. C’è solo una cosa che gli dei invidiano agli uomini: il dialogo. Questo antico riferimento greco contiene forse una verità. Se infatti ne estrapoliamo il senso e come dei leggiamo gli sfrenati epigoni del narcisismo imperante e del connesso mito suicidario abbiamo il quadro d’insieme . Cosa è dialogo? Cosa è autorevole e cosa è autoritario? I capelli bianchi non sono d’amblet sinonimo di autorevolezza. Ecco cosa forse manca a tutti siano giovani od anziani . Ecco il tratto che fa la differenza per noi viandanti. Ma è sempre così? Il pensiero del dover essere, filosoficamente inteso, non sconta oggi un limite? Non rischia il dialogo di divenire apodittico e quindi per niente incisivo? Quali i rimedi ? Ma è poi vero che libertà ed eguaglianza possono coesistere?
    Un abbraccio ai viandanti
    Un grazie al nostro GM

  3. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Stefano ,
    Cari Viaggiatori ,

    a) da persona semplice e umile , nonchè curiosa ad osservare ed ascoltare , più volte ho letto e sentito dire da autorevoli conoscitori delle dinamiche infantili , che le situazioni comportamentali dei grandi , i messaggi mediatici rapportati al momento , ed altre prerogative condizionanti , influenzano e formano il carattere delle persone , principalmente nei loro primi anni di vita, per poi crescere formati nel mondo che loro appartiene.

    b)Se quanto sopra è verità , come credo sia , tutti Noi , abbiamo avuto i nostri primi anni condizionanti ; anni condizionanti mai uguali nelle differenti generazioni.

    Premessa a e b sopra esposta che con tutti i nostri sforzi intellettuali in buona fede , evidenzia per tutte le generazioni , attuali e passate nel tempo(vuoi in decenni che in secoli ), di avere tra loro un momento di ‘ buio incolmabile’ nel sapersi giudicare ; sapersi giudicare che si differenzia dal sapersi capire.

    La medicina credo , per un corretto giudizio generazionale , sta quindi , nella propria condizione dell’imparare a capirsi , fatto questo possibile che deve essere però asettico dai sentimenti del volersi bene , vuoi filiari vuoi di rapporti interpersonali .

    CAPIRE ( poesia di un anonimo poeta da me conosciuto)

    L’unica libertà che ci resta è il pensiero
    lascialo volare libero
    oltre le sbarre invisibili di questa vita,
    non farlo fermare da stupide credenza.

    Pensare,
    è indispensabile perchè serve per Capire,
    e Capire,
    è necessario per poter vivere.

    TFA

    Fr. Pasquale Cerofolini

  4. aldo cozzi

    Caro G M, plaudo per il dono che ci hai fatto riportando quei pensieri del passato, ci hai in breve ricordato che la vita dell’uomo, questa nostra civiltà , sulla terra e’ come le onde del mare , mosso dai più disparati venti ….vi sono creste , ampie discese al punto più basso, e poi magicamente si ritorna su’ di nuovo verso una cresta alta e spumeggiante, e così all’infinito….o quasi , si perché da un mare mosso per un vento , si passa alla bonaccia più silenziosa quando il vento cade …..grande insegnamento il mare , alcuni chiamano questo corsi e ricorsi , altri , altre cose , ma l’immagine del mare che assume sagome diverse e poi si appiattisce e’ un messaggio di grande speranza ….quando saremo in un momento di calma assoluta, …? forse mai, l’equilibrio o calma piatta , si conquista per poco e si possiede per ancora meno, per poi perderlo a causa di una qualsiasi forza o vento che ci colpisce e ci innalza , per poi farci scendere ….una impermanenza stabile che ci assicura una cosa , e cioè’ che per ogni basso , c’è di continuo, un alto , per momenti simili di degrado , vi sono tanti momenti simili di innalzamento che ci portano a fantastici valori e conquiste dell’uomo….certo e’ meglio la calma piatta , ma con essa non si naviga , non si procede , non si evolve….in una loggia straniera tanti anni fa , un fratello paragono’ l’uomo , noi , ad una nave che se sta’ in porto e che gli si incrosta la chiglia, ma se esce dal porto e naviga in acque tormentate, sale, scende , e la chiglia si polisce, e procede …..se esce dal porto e invece il mare e’ piatto si muove di poco e la chiglia non si pulisce …un buon marinaio sa che dopo un discesa vi e’ sempre una risalita ….

  5. Raffaele Macarone Palmieri

    Caro Stefano, ti ringrazio per avere ricordato alcune considerazioni delle Menti più lucide dell’Antichità a noi tuttora vicina perché modernissime, pur essendo datate circa 3 millenni addietro e oltre… a queste che hai citato permettimi di aggiungere un estratto a me molto caro – era nello studio medico di mio padre e di mia madre e lo ho conservato nel mio – nel quale Platone così fa esprimere il suo Maestro Socrate, rivolgendosi a Glaucone, a proposito delle forme migliori del governo delle città “… che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendano gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani… in questo clima di libertà, nel nome della libertà non vi è più riguardo per nessuno, in mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta; la tirannia.” Estratto del Libro VIII, De Republica, Platone, circa 370 a, C.
    Che il grande Filosofo Ateniese fosse avverso alla democrazia e che preferisse una monarchia con a capo un governante-filosofo oppure una oligarchia retta dalla classe dei sapienti è a tutti noto e può essere anche argomento di discussione anche accesa, Ma per noi viaggiatori importante è la conclusione del Libro IX : il punto nodale è imparare a governare sé stessi, perché solo chi avrà questa capacità potrà avere… buono sviluppo del concetto, cari Viaggiatori

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