Il gioco di San Damiano

Cari viaggiatori,
pensate alla mano, che serve per fare una carezza e per dare un cazzotto, per dare e per ricevere un dono, per lanciare una pietra che costruisce un ponte e per lapidare. A proposito della mano esiste un vecchio detto popolare piemontese. Eccolo: “Il gioco di San Damiano, lancia il sasso e nasconde la mano”.
Buon viaggio

3 commenti a “Il gioco di San Damiano

  1. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Stefano ,
    Cari Viaggiatori ,

    le dita della mano , nella loro differente ma univoca articolazione , nel collegamento vicendevole degli stimoli nervosi e cerebrali, nella capacità di FARE e DISFARE , di indicare e di parlare(linguaggio visivo per sordomuti), è una allegoria e parallelismo concreto ed interessante , su cui riflettere , capire , elaborare e proporre ; meritano la nostra grande attenzione.

    TFA

    Buon Viaggio.

    Fr. Pasquale Cerofolini – Logia Fenix 127 – GL Sìmbòlica Paraguay

  2. Raffaele Macarone Palmieri

    Il lancio della pietra, caro Stefano, è un atto assolutamente non amichevole che risale all’alba dei tempi e allude alla condanna a morte delle adultere, descritta nel Vangelo, fino ad arrivare ai giorni nostri ad un film di successo di Camillo Mastrocinque dal titolo ” Totò, Peppino e la Malafemmina ” nel quale il nostro straordinario Fratello lancia ripetutamente pietre per infrangere le finestre dell’abitazione di tal Mezzacapa, suo ricco e non cordiale confinante. Il concetto dell’occultamento della mano colpevole, poi nascosta dopo il lancio della pietra, può essere mutuato addirittura nella condanna alla fucilazione con un plotone di esecuzione in cui un unico fucile viene caricato a salve…

    Il primo sentimento che mi ha evocato la lettura del tuo ” Il gioco di san Damiano ” è stato la viltà la quale, anche se può non piacere sentircelo dire, è una delle caratteristiche dell’essere umano, potendo rappresentare una strategia comportamentale di adattamento. Quante volte ognuno di noi ha guardato indietro di fronte ad un dubbio… la viltà si nasconde dietro ai nostri ” e se…” , procede con la paura e il conformismo. E’ nascosta nella nostra condotta, è una ‘non reazione’ il più spesso per insicurezza. Quante volte abbiamo profferito parole, abbiamo compiuto azioni o addirittura abbiamo avuto solo pensieri ai quali non è stato dato seguito.
    Ma come non ricordare la viltà emotiva: la fuga dalle emozioni può costituire la soluzione, per molti, per non soffrire e scappare da sentimenti di tristezza, di tenerezza, di rabbia o di paura può costituire un atto vile ma rassicurante.
    Nei confronti della paura dobbiamo reagire, dobbiamo combattere: noi Massoni sappiamo benissimo che nulla è tutto bianco o tutto nero, “il tutto o niente” è un’eccezione, non è la regola e che è possibile lasciarsi alle spalle questo ‘modus pensandi, operandi, loquendi’ pieno di viltà.

    Come non ricordare, per concludere in questo 2021 a 700 anni dalla morte, il Sommo Poeta che nel Canto lll dell’Inferno disegna magistralmente “…vidi e conobbi l’ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto”.

  3. Marcello Mersi

    Carissimo G.M., la mano fino dagli albori della civiltà è sempre stata considerata come l’elemento caratterizzante la condizione privilegiata dell’uomo, ma anche come il mezzo più immediato per esprimere la sua creatività. Nel settore artistico gli atteggiamenti della mano costituiscono un vero e proprio linguaggio denso di significati, che è stato codificato, pur con notevoli varianti, nel corso dei secoli. La mano è un meccanismo assai complesso, composto di muscoli, tendini, ossa e fibre nervose molto sensibili, capace di compiere, con estrema precisione, moltissime operazioni diverse : prendere semplicemente una penna coinvolge una serie di muscoli e tendini che va dalla spalla ai polpastrelli. Per questo, nella parte del cervello destinata a regolare l’azione dei muscoli, la zona più vasta è riservata alle mani. La parte più evoluta è il pollice, che grazie alla sua posizione, alle articolazioni e ai forti muscoli di cui è dotato può congiungersi, in opposizione, con tutte le altre dita. Basta provare per rendersene conto. L’abilità e la precisione, che fanno della mano umana uno strumento unico e raffinato, sono dovute ai tanti muscoli raggruppati nelle regioni del pollice e del mignolo e distribuiti nella parte media della palma. Tutti gli altri muscoli necessari per il movimento delle altre dita sono situati nell’avambraccio e agiscono a distanza grazie all’azione dei tendini, che si comportano come cavi di trasmissione. Infatti, se i muscoli fossero inseriti direttamente sulle ossa delle dita, queste sarebbero goffe e incapaci di compiere movimenti delicati e fini. Per l’uomo le mani rappresentano anche un impareggiabile strumento di sensazioni e di espressione. L’attività gestuale, infatti, svolge un ruolo di notevole rilievo nella comunicazione, in quanto può sottolineare, e in alcune particolari situazioni addirittura sostituire, la comunicazione verbale. Ma la mano, a mio avviso, rappresenta la dolcezza, infatti mi ricorda le carezze dolci e amorevoli della mia mamma, quando con amore passava le proprie mani sulla mia testa o sul mio volto, facendomi provare sensazioni uniche e, purtroppo, irripetibili. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

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