Le emozioni

Cari viaggiatori,

vi propongo di riflettere su questo pensiero di Daniel Goleman: “Quando le emozioni sfuggono al controllo possono far sembrare stupide persone intelligenti”.

Buon viaggio

5 commenti a “Le emozioni

  1. Marcello Mersi

    Carissimo G.M., spesso tutti noi ci facciamo prendere la mano dall’emozione e, incosciamente, abbiamo comportamenti non proprio cristallini. È assai frequente che una persona considerata molto intelligente, magari anche sopra la media, abbia comportamenti tali da essere definita come una persona “stupida”. Voglio riportare una frase citata da Woody Allen che ritengo assai significativa in merito alla riflessione che ci hai proposto : “Il vantaggio di essere intelligenti è che si può sempre fare l’imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile”. Niente di più vero!!
    Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  2. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Fr. Stefano Bisi,
    Cari Viaggiatori ,

    Interessante analisi da fare .

    Emozione : significato etimologico / muovere fuori/e-moveo.
    Al contrario di Rimozione : che significa / riportare dentro/re-moveo.

    L’Emozione quindi crea energie fisiche interne in reazione ad un impulso di Rimozione esterno o interno.

    Le Emozioni sono legate alla propria soggettività in quanto la sua oggettività è differente in ognuno di Noi ; l’Emozione che ‘ è fisica ‘ , quale conseguenza di secrezioni glandolari( adrenalina , etcc..) avviene per Rimozione di qualcosa in arrivo nel versante ‘ non fisco ‘ della persona(gioia , tristezza, ira, paura, …).

    Un’interessante studio sul proprio controllo, atto a Trascendere l’Emozione , che personalmente mi convince , è quello secondo cui è necessario creare la condizione di :

    / … “ la prossima volta che proverete sensazioni di gioia , rabbia o frustrazione, fermatevi un momento ad osservate la vostra Emozione, come se non appartenesse a voi. Staccatevi e non immedesimatevi in essa. Osservatela e basta, e vedrete che svanirà in poco tempo come neve al sole
    *ACCETTARE: accogliendo le Emozioni senza reprimerle, in quanto non si risolverebbe ma si aggraverebbe il problema stesso ;
    *NON GIUDICARE: anzi amare le proprie Emozioni , coscienti che sono di aiuto per il nostro crescere “ … /

    Dobbiamo quindi imparare a Trascendere la propria Emozione creando la condizione che ogni qualvolta si dovesse ri-presentare sarà sempre meno ‘ incidente ‘ su Noi e sempre più , portatrice di valido insegnamento .

    Ciò sopra scritto , chiaramente , vale soprattutto per quella parte Emozionale negativa che dobbiamo imparare a gestire Trascendendo con positività , in quanto la parte Emotiva bella e gioiosa merita di essere goduta fino in fondo .

    Conseguentemente imparare a stare con positività anche con le Emozioni negative,
    ‘ parafrasando l’Alchimia ‘ , saremo sempre con buone probabilità , in grado , di trasformare tutto in oro, positivi sempre e negativi mai , contenti quindi di poter avere tanto materiale da lavorare nel proprio Atanor.

    Daniel Goleman: “ Quando le emozioni sfuggono al controllo possono far sembrare stupide persone intelligenti ”.

    Impariamo il controllo del Trascendere , e mai accadrà quanto Danile Goleman ha detto.

    TFA a tutti un Buon Viaggio .

    Fr. Pasquale Cerofolini –

  3. Raffaele Macarone Palmieri

    Non conoscevo Daniel Goleman e il tuo stimolo, caro Stefano, mi ha incuriosito e ho cercato di leggere qualcosa dei suoi numerosi e importanti scritti, tra cui l’ “Intelligenza Emozionale” costituisce, mi pare di aver capito, il più significativo nel quale la Conoscenza di Sé, la persistenza e l’empatia che nascono dall’intelligenza umana sono quelle che influenzano maggiormente la nostra vita.
    Non voglio farvi qui considerazioni sulle affermazioni dello Psicologo Statunitense ma raccontarVi, invece, un episodio importante della mia esperienza umana più recente… dove farlo se non qui, tra ‘persone’ alle quali mi legano un comune sentire e quella fraternità compassionevole, nel vero senso etimologico del termine, che cerchiamo sempre di spiegare e di condividere. Ebbene, dicevo quest’esperienza che vado a raccontarVi ha fatto, per dirla alla Goleman, “sembrare stupida una persona intelligente” quale ritengo, almeno nella media, di essere.
    Durante l’inverno dell’inizio 2019 partecipai a una conferenza/presentazione su uno scritto sugli aspetti iniziatici del Rito di Misraim in un noto ristorante storico calabrese sulla via Aurelia a Roma, peraltro di ottima qualità eno-gastronomica. A fine incontro, che trovai un po’ monocorde e senza acuti, per chi avesse voluto era prevista una cena alla quale partecipavano il relatore, il presentatore e gli ospiti che avessero voluto. La presenza di alcuni amici fraterni, che mi avevano invitato, mi indusse a trattenermi. Improvvisamente, nello spazio di secondi, ho provato violenti flush e flash emozionali alla vista di una bella donna, che ovviamente non conoscevo, che si intratteneva amabilmente e simpaticamente con tutti, un’onda a colori che mi ha attraversato e mi ha indotto a scambiare con Lei due parole sul libro presentato…un sentire intenso ma breve…nei giorni e nelle settimane successive ho cominciato a percepire e successivamente ad ascoltare una voce e una musica che proveniva dal mio ‘dentro’ e che accompagnava il ricordo dell’incontro, che diventava sempre più chiaro e nitido nella sua importanza per me e assumeva un valore tale da culminare in una comune partecipazione ad un evento teatrale, l’Antigone di Sofocle, rappresentato e ridotto, allo splendido Teatro Romano di Ferento il 22 giugno. Era esplosa la passione, elemento disturbante…Platone la definì la “malattia dell’anima” intendendo la malattia come squilibrio…ho cercato di ritrovare l’equilibrio, ma è sempre stato costantemente precario e instabile, non per mio volere, perché questo forte sentire ha costituito continua minaccia alla armonia del mio Essere e mi ha costretto a comportamenti ‘stupidi’ e incomprensibili.
    Ma chi non è stato al gioco delle sue emozioni che ci creano a volte reazioni distruttive o autodistruttive, chi non è stato travolto dal disappunto con le conseguenze talora devastanti sui rapporti più stretti e intini con sé stess, che fanno dubitare i più coraggiosi tra noi, come io pensavo di essere. A meno che non neghiamo, penso che tutti ne siamo stati coinvolti nella vita, almeno una volta…nessuno è stato risparmiato. Mi sono detto, in brevis, che dovevo smettere di essere vittima di questa emozione, di questo sentimento, seppur bellissimo, ma per me negativo perchè rivolto a una persona che cercava esclusivamente una personale convenienza fatta di “padrini”, appoggi sociali e supporto psicologico-telefonico, della durata anche di ore, per la sua necessità di scaricare la propria ansia, stress e insicurezze. Trascinato quindi in un diluvio di reazioni inopportune mi sono detto che cosa ho ottenuto se non l’osservazione di un rapporto desolante con l’altra persona?
    Quindi riuscire a gestire le mie emozioni era fondamentale per preservare la mia serenità…queste erano le parole d’ordine, mi trovavo in una situazione di eso-tossicosi affettiva. Ma come venir fuori, di necessità perché di fatto non corrisposto, da un sentimento forte, così unico e umido? Ho cercato dapprima di controllarlo reprimendolo, come ricorda il 1° S nel Rito di Iniziazione al profano spiegandogli che noi ci riuniamo nel Tempio “…per mettere freno alle nostre passioni…” ma questo atteggiamento, almeno in me e in questa particolare situazione, ha determinato, cari Viaggiatori. sconfitte su sconfitte. Alla fine ho pensato che l’errore da non fare fosse considerare le proprie emozioni come nemiche da combattere. E’ una perdita di tempo, dobbiamo “addomesticarle”, farle nostre amiche, sono nostre energie, possono essere costruttive e utili, mi sono detto. Necessitano di essere canalizzate, quindi dobbiamo gestirle, non combatterle. Lasciarci attraversare senza esserne schiavi, riducendone così l’intensità, la forza e l’energia. Mi è stato detto, da un’Amica Psicoterapeuta, fai una passeggiata, sdraiati e fai respiri profondi e molte persone amiche e fraterne si sono poste nello stato d’animo mio e io nel loro…no, no, mi sono detto, preferisco continuare a parlare con me stesso, ad anticipare l’emozione di un eventuale incontro con la persona e a rivedere tra me e me il filmato della situazione con il senno di poi e con il tentativo di distacco, sviluppando la fiducia in me stesso su cui poggia il pilastro della positività della mia vita e mantenere la calma, quando l’emozione violenta mi attraversa. Guardare l’emozione con attenzione è importante per percepire lo scenario mentale dal quale proviene, debbo rimanere là quando l’emozione si manifesta dentro me stesso, devo guardare la circostanza da altre angolazioni costruendomi una visione distaccata…tutto questo deve essere un compito costante, la perdita di perseveranza o della vigilanza nei comportamenti di me stesso mi ha fatto perdere i benefici di mesi di sforzi… l’emozione forte, il sentimento che viene dal profondo è sempre lì, pronto a riprendere vigore come una cenere calda, non spenta, di un vecchio fuoco. Ma che gioia e che felicità quando sono riuscito a sovrapporre le mie emozioni e quindi a ricominciare il mio percorso verso i miei desideri positivi. Ecco, cari Viaggiatori, sono ritornato sui tre ingredienti fondamentali di Goleman necessari all’affinamento della Intelligenza Emozionale: la Conoscenza di Sé, la perseveranza o la vigilanza del proprio comportamento e l’empatia.

  4. Ottavio Spolidoro

    Come non citare “ Les liaisons dangereuses”scritto dal libero muratore Pierre Ambroise François Choderlos de Laclos. Come non ricordare quel “trascende il mio controllo” che pronuncia per rimanere fedele al suo ruolo di Dongiovanni, il personaggio principale, Valmont, interpretato magistralmente nel film da John Malkovich. Ecco in quel romanzo le emozioni sono messe in contraddizione con la ragione.
    Un abbraccio a tutti ed un grazie al nostro GM per l’idea . Stasera rivedrò il film anche se mi riferiscono che il romanzo sia bellissimo.

  5. MMC

    Anche questo è uno spunto interessante. Con l’avvento del Villaggio Globale ( McLuhan tappati le orecchie da lassù) abbiamo iniziato a pensare che qualsiasi tipo di emozione umana abbia una qualche rilevanza collettiva, dimenticando che se persone geniali noi non siamo, la sfera emozionale deve esercitarsi in un terreno intimo (come dire: “familiare”, “sociale relativo” e così via) in cui seminare privatamente le proprie esigenze di cuore. Non tutti sono Monet, ma in tanti si credono impressionisti. Oggi la capacità di avere emozioni, cosa che io credo appartenga a tutti gli esseri viventi dotati di un sistema nervoso, compreso il mio amato cane, è confusa con il talento. Soffriamo, amiamo, ci ribelliamo e lo raccontiamo, perché siamo ontologicamente propensi, come specie umana, a percepirci individualmente eccezionali, a sfamare il bisogno di comunicarlo e, in caso di maschi alfa, a comandare attraverso il sentimento . Orbene, io credo che le persone intelligenti che ho la fortuna di conoscere (e poi c’è tutto un discorso sui vari tipi di intelligenza che quivi – latinismo – risparmio) abbiano l’abilità di controllare le proprie emozioni (in luoghi pubblici, naturalmente) . E’ un talento. E’ il talento del silenzio.

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