Il cibo del cervello

Cari viaggiatori,

il distanziamento relazionale di questi mesi ha impoverito il nostro cervello che ha bisogno di relazioni sociali. Con prudenza ma con coraggio occorre dare il cibo al nostro cervello.

Buon viaggio

4 commenti a “Il cibo del cervello

  1. Marcello Mersi

    Carissimo G.M., è ormai oltre un anno che ogni giorno noi tutti pronunciamo le parole “covid” o “coronavirus”. È sicuro che questo periodo non sarà scordato facilmente, anzi sarà ricordato in maniera molto negativa. Ci sono persone che chiedono insistentemente misure sempre più rigide e persone che, al contrario, non aspettano altro che poter riprendere l’aereo senza usare la mascherina sul viso e andare al cinema e al teatro oppure alle manifestazioni sportive di massa. Ma c’è una domanda che in pochi si son posti : che fine hanno fatto i rapporti sociali? Non è una cosa positiva, ma ci stiamo abituando sempre di più a stare da soli, ad isolarci. Ma siamo sicuri che questo sia un bene o un segno di forza come in tanti ci hanno insegnato nel corso della nostra vita? Non poter vedere i nostri parenti, gli amici, i congiunti o anche solo i conoscenti, può essere altamente rischioso per il nostro benessere personale. Viene a mancare il contatto fisico, gli abbracci, a noi massoni tanto cari, che stimolano la produzione di endorfine, necessarie per combattere ansia e stress di tutti i giorni. In secondo luogo, scompare il confronto con l’altro. Parlare e scambiare opinioni incentiva il ragionamento e la capacità di metterci in discussione. Senza dialogo diventiamo più rigidi e chiusi nei nostri pensieri. Per ultimo, ma non meno importante, viene meno una cosa semplice e spesso sottovalutata : guardarsi dritti negli occhi. Nell’epoca dei social come quella in cui viviamo, c’è chi crede che parlarsi attraverso le piattaforme telematiche sia uguale a guardarsi in presenza. Senza nulla togliere a questi mezzi di comunicazione, che si sono rilevati di fondamentale importanza sia nel contesto professionale che nelle relazioni sociali e sentimentali, lo sguardo dal vivo resta qualcosa di insostituibile, che riesce a suscitare emozioni che uno schermo non potrà mai dare. Accanto alle ormai note e terribili conseguenze sanitarie del virus Covid 19, ce ne sono altre nascoste e molto insidiose. Nel difficile binomio Covid e relazioni sociali, quello che stiamo perdendo è sicuramente il piacere di stare insieme e di dare “cibo”, come Tu, carissimo Stefano affermi, al nostro cervello che ha bisogno di essere costantemente stimolato. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  2. ottavio spolidoro

    Il “cibo” del cervello è indubbiamente diminuito per effetto della “compressione” delle relazioni sociali in questo lungo periodo di pandemia. La necessità dell’essere umano di relazioni ed interazioni è infatti fondamentale. Lacan riteneva come la parola fosse ad un tempo appello ed invocazione. In sostanza la parola umana avrebbe valore solo attraverso la risposta dell’interlocutore che la rispecchia. E’ quindi il dialogo reale ad aver subito compressione. L’essere umano ha necessità del dialogo ed il terribile esperimento delle tate mute ne è la prova. Volevano sapere quale fosse la prima lingua parlata dall’essere umano. Così bambini appena nati furono nutriti e curati da tate mute perché non avessero alcuna possibilità di interazioni linguistiche. I bambini morirono tutti. Quel terribile esperimento se non servì a comprendere quale fosse la lingua prima se il frigio l’egiziano ecc dimostrò invece quanto fosse e sia essenziale l’interazione, il dialogo, il confronto. Nel rito libero muratorio vi è una potente applicazione di questi principi magistralmente illustrati da Lacan. Quel “assistetemi ad aprire i lavori” che il Maestro Venerabile della Loggia rivolge ai fratelli all’inizio delle tornate è infatti appello ed invocazione. Sono queste alcune delle tantissime riflessioni possibili come i viaggiatori ben sanno.
    Un abbraccio al Gran Maestro ed ai fratelli viaggiatori.

  3. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Fr. Stefano,
    Cari Viaggiatori ,
    Premesso che :
    1)“ … isolamento e solitudine da pandemia agiscono sul cervello come la fame … ” ,

    2)“… uno studio del M.I.T. di Boston ha provato scientificamente , l’esistenza condivisa di due tipi di desiderio dopo una lunga privazione: quello per il cibo e quello per i rapporti interpersonali , dichiarando essere entrambi, bisogni umani fondamentali … “ ,

    diventa determinante , importante ed interessante , capire il bisogno(pasto) per le nostre masse cerebrali , di avere relazioni sociali , senza avere interruzioni di lungo periodo , in maniera che energia e informazione vengano continuamente condivise, connettendosi e comunicandosi tra loro.

    Essendo la nostra mente , predisposta , a regolare l’energia cerebrale e le informazioni in arrivo , questo corretto lavoro di interscambio , ci fa stare bene , in quello che studiosi chiamano “ … il triangolo del benessere emotivo e psicologico e della resilienza ..” ; la mancanza infatti per periodi lunghi di questo normale lavoro può essere causa di disturbi e sindromi mentali .

    Relazionarsi socialmente , dare ‘pasto’ alle nostre masse cerebrali , è determinante ed importante , in quanto ci aiuta a crescere e migliorarsi nel ‘ sentiero della capacità obbiettiva ‘ , dal momento che il conflitto umano del confronto ci mette nella continua posizione di considerare punti di vista differenti dai propri , aiutandoci quindi , nell’ampliare le proprie capacità di comprensione e di empatia ( nostra Tolleranza docet ); quanto triste e ‘pericoloso’ è ed è stato , avere avuto periodi lunghi d’ interruzione , di questo affascinate e necessario lavoro umano mentale ( nostri Lavori Muratori in Officina ed in presenza docet ).

    Concludo con un pensiero che condivido e chiarisce quanto importante è , continuare a dare ‘ pasto ‘ , al nostro cervello : “ … essere in relazione attiva molteplici meccanismi interni , e vivere relazioni positive e negative ci permette di entrare con noi stessi … “ .

    TFA e Buon Viaggio a Tutti.

    Fr. Pasquale Cerofolini – Logia Fenix 127 – Valle di Asunciòn – GL Simbolica Paraguay

  4. Raffaele Macarone Palmieri

    Gli ultimi mesi, caro Stefano, sono stati un’esperienza dolorosa per molti a causa del distanziamento fisico e per le numerose misure che hanno portato alla riduzione di gran parte delle attività sociali; a tal proposito è stato dimostrato, da una scienza non-esatta come la Psico-Socio-logia, un forte impatto negativo nel vissuto di molti, rafforzato dall’ansia del rischio del contagio e della sofferenza e della morte.

    L’importanza delle relazioni sociali e delle interazioni tra gli individui è cruciale… esse sono tanto più importanti perché i loro effetti si verificano a livello neuronale, sviluppando una intelligenza relazionale, oltre che a livello psicologico, dove gli ormoni sembrano essere regolatori dello stato d’animo. I sentimenti, le esperienze che, in questi lunghi mesi, come Massoni non abbiamo potuto vivere come avremmo voluto di presenza, con abbracci, partecipazione psichica in eggregori e in catena alle riflessioni dei Fratelli, tutte queste emozioni, che derivano da momenti di condivisione, trasformano e ‘nutrono’ il nostro cervello, e conseguentemente hanno anche un impatto reale sul corpo, con effetti sia a breve che a medio-lungo termine.
    Oltre agli effetti psicologici, quindi, l’isolamento sembra determinare anche effetti realmente dannosi per il nostro cervello. In un elegante studio compiuto recentemente, nel 2019, da un gruppo di lavoro tedesco e pubblicato come Lettera all’Editore della prestigiosa rivista NEJM è stata dimostrata alla Risonanza Magnetica – in un team di esploratori che hanno soggiornato in Antartide per 14 mesi, isolati e con interazione umana limitata – una sensibile riduzione della plasticità mentale. Infatti il giro dentato dell’ippocampo, struttura essenziale per memoria e apprendimento, è stato misurato ridotto di oltre il 7% come anche le concentrazioni sieriche di neurotrofina, molecola essenziale per lo sviluppo e la sopravvivenza neuronale, la plasticità sinaptica e la funzione cognitiva.
    Essere soli rallenterebbe così la stimolazione cerebrale, a causa della mancanza di relazioni e interazioni sociali…siamo ricorsi, cari Viaggiatori, a un surrogato con un forte aumento dei contenuti audiovisivi, fino a circa 5 ore di utilizzo medio quotidiano di schermi, TV o PC o smartphone, per mantenere vive le nostre emozioni, che sono quelle che ci fanno vibrare, ci danno la forza per vivere…Il desiderio di ritornare al ‘normale’ è forte in tutti noi, ma va perseguito con quell’equilibrio che ci viene proposto quotidianamente dai nostri simboli.

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