Un commento a “Senza muri

  1. Marcello+Mersi

    Carissimo G.M., mi sento di condividere l’affermazione di Giovanni Paolo II circa la definizione di laicità. La parola laicità è richiamata spesso anche da persone che non sembrano averne chiaro il concetto. A volte si sente parlare anche di “laicismo”. Il concetto della laicità è semplice, separazione tra Stato e Chiesa intesa come religione, qualsiasi religione. Questo in Francia è riportato nella Costituzione repubblicana e al contrario dell’Italia, in Francia non esiste alcun finanziamento per nessuna chiesa, né insegnamento religioso scolastico ed è vietata espressamente l’esposizione di simboli o emblemi religiosi su monumenti e in spazi pubblici, ad eccezione di luoghi di culto, cimiteri, musei, etc. In Italia si passa dal Concordato (1929) firmato da Mussolini e con il cattolicesimo “religione di Stato”, a quello del 1984 dove viene indicato che lo Stato italiano non ha piú una religione di Stato, ma è invece “neutrale” rispetto alle religioni. In teoria perché il nuovo concordato lascia ampio spazio all’interferenza confessionale nelle istituzioni pubbliche e addirittura finanzia docenti scelti dagli ecclesiastici, ma pagati dal contribuente, per l’insegnamento della religione cattolica. Inoltre con l’8 per mille, finanzia le istituzioni religiose con un meccanismo che premia la chiesa cattolica che ottiene piú dell’80% del gettito. L’Italia inoltre obbliga all’esposizione nei luoghi pubblici (scuole, tribunali, etc.) dei simboli di un’unica religione (quella cattolica). In Francia il matrimonio è esclusivamente civile ed è vietato contrarre quello religioso prima di quello civile, in Italia quello religioso ha anche effetti civili. E potrei ancora continuare. L’Italia è quindi uno Stato laico? Nella Costituzione non è detto esplicitamente : lo Stato italiano è una Repubblica democratica laica e aconfessionale, senza cioè una religione ufficiale, sebbene manchi nella sua Carta costituzionale una chiara ed espressa previsione del principio di laicità come, al contrario, avviene in altri Stati che si professano apertamente «laici». L’Italia è uno Stato laico, nel senso che le leggi ordinarie, i regolamenti e tutta l’attività della Pubblica Amministrazione devono conformarsi al principio di laicità che costituisce uno dei profili della forma di Stato cosí come delineato dalla Carta costituzionale. Tale principio, viene presupposto e si ricava dall’analisi di numerosi articoli della Costituzione e dall’orientamento che la giurisprudenza, soprattutto quella costituzionale, ha espresso quando è stata chiamata a pronunciarsi in merito. Si tratta di un fenomeno «anomalo» definito «laicità all’italiana», che assicura eguale tutela del sentimento religioso, indipendentemente dalla confessione che lo esprime. La laicità all’italiana quindi garantisce maggiormente i credenti rispetto ai non credenti, con una chiara discriminazione tra chi si riconosce in una religione e chi no. Siamo quindi lontani dalla chiara separazione tra Stato e Chiesa caratteristica della cosiddetta “laicità in senso stretto”, nella laicità all’italiana la chiesa mantiene notevoli privilegi e la capacità di interferire con la politica e le istituzioni repubblicane. I fautori di una più completa separazione tra Stato e chiesa vengono perciò denominati “laicisti”, un termine in effetti inutile e che serve solo a distinguere tra “laici buoni” proni al volere della chiesa cattolica, e “laici cattivi” che invece vorrebbero una effettiva separazione tra Stato e chiesa. Penso agli ospedali colonizzati da preti e suore, pagati dallo Stato come fossero infermieri, per svolgere attività per le quali spesso non hanno competenza alcuna. In conclusione, per me, in Italia c’è una laicità di facciata, spesso disattesa nei fatti e dove l’influenza della religione cattolica nella legislazione ha spesso effetti negativi sulla libertà dei cittadini di poter scegliere liberamente. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

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