Un commento a “Fretta e rapidità

  1. Marcello+Mersi

    Carissimo G.M., è scontato che quando cediamo all’impazienza e alziamo la voce, ricordiamoci sempre la pazienza che i nostri genitori hanno avuto con noi. Pensiamo a quei genitori che accolgono figli disabili o gravemente malati con una pazienza che è esattamente il contrario della rassegnazione. La pazienza è una virtù delle persone che sono in cammino, non di quelli che sono chiusi e fermi. E quando si va in cammino spesso accadono cose che non sempre sono buone : personalmente, ha detto molto sulla pazienza, come virtù in cammino, l’atteggiamento dei miei genitori quando hanno accolto serenamente un figlio disabile. Spesso ho sentito dire alla mia mamma la frase “Ma grazie a Dio che Stefano è vivo”. Questi sono i pazienti che portano per tutta la loro vita quel figlio con amore, fino alla fine. Carissimo G.M., non è facile vivere per anni e anni con un figlio disabile, ma la gioia di avere quel figlio ha dato loro la forza di portarlo avanti. E questo è pazienza, non è rassegnazione! Per me pazienza significa “portare avanti” e non affidare a un altro che si accolli il problema e le difficoltà. E’ la sapienza di saper dialogare con il limite. Nella vita ci sono tanti limiti, ma l’impaziente non li vuole, li ignora, perché non sa dialogare con essi. Al contrario, il paziente dialoga con i limiti, porta sulle spalle, con dignità, le cose non piacevoli che la vita gli ha riservato. Questi sono gli insegnamenti che ho ricevuto dai miei genitori e, per questo, non finirò mai di ringraziarli, anche oggi che mi hanno lasciato a camminare da solo. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

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