Un commento a “Se attorno al caffè nascono le idee

  1. Marcello+Mersi

    Carissimo G.M., al giorno d’oggi, basta dire qualcosa in maniera ambigua, qualcosa di dubbio gusto, che il mondo è pronto a dire la propria, con assoluta abilità. Negli anni settanta, uso un nome di fantasia, Mario ha venti anni, esce da casa perché non ama non ama poltrire davanti alla televisione e sa, per certo, che incontrerà qualcuno al bar. La domenica non è fatta per studiare o per affaticarsi. Al bar, la tv è accesa sul programma sportivo : la domenica calcistica è appena terminata e il calcio sarà uno dei buoni motivi su cui discutere fino alla successiva giornata di campionato. Il giornale sul bancone è aperto e chi può gli lancia uno sguardo approfondito. La politica è un altro tema, ci sono gli irriducibili che voteranno sempre “comunista” nonostante l’aria di cambiamento e ci sono gli adepti alla nuova politica, magari ex socialisti, divisi in gruppi e in tavolini separati. Si lanciano occhiate di sfida e capita talvolta che qualche battutina surriscaldi l’aria del bar. I discorsi da bar rimangono lì, tra un caffè e uno spritz, un biscotto e un amaro. Al massimo, i più impegnati andranno alle assemblee o si riuniranno più tardi e poi si tornerà a casa, sapendo che il giorno dopo, quando vorrai, troverai qualcuno con cui scambiare un altro caffè e quattro chiacchere.
    Oggi, Mario ha venti anni, esce da casa, non gli piace stare ore davanti al pc. Esce e non sa bene se incontrerà qualcuno al bar. Mario saluta i gestori, ma dei suoi amici nessuna traccia, così vede un po’ se riesce a farli venire con alcuni sms. Un pc acceso passa qualche playlist da sottofondo : è del barman e della commessa, che tra un servizio ai tavoli e al bancone, scrutano la pagina di Facebook. Fra una cioccolata e un biscotto, si parla del più e del meno. Ai tavoli, una coppia si scambia le coccole, gli imperterriti del fantacalcio imperversano. Poi ci sono quelli che per aprire un discorso devono citare ciò che hanno letto o twitterato o condiviso, gente che fatica al lavoro con uno stipendio misero. Si parla di una politica che merita lo stesso buffo cinismo dato ai programmi tv e ormai non si capisce più chi scende in piazza, perché ogni giorno qualcuno ha qualcosa per cui protestare e sembrano tutte formiche solitarie. Oggi come ieri, qualcuno sa meglio di altri cosa sia lo spirito critico. I discorsi da bar, per quanto possano essere di bassa lega mostrano, epoca dopo epoca, i sentimenti di una società e i suoi risentimenti. Molti dei quali meritano appunto di restare tra le quattro mura di un locale o tra gli spazi aperti di una piazza, sia per una questione di dignità sia per autoconservare le nostre bizzarre convinzioni sulle persone e sul mondo fino a quando non saranno mature. I mezzi di comunicazione che abbiamo oggi, che il passato ci invidierebbe, hanno la possibilità di massificare il valore di un’opinione, persino con una semplice influenza di maggioranza di “mi piace”, per dirla col linguaggio di Facebook. Fa strano pensare che ci vuole poco per denigrare qualcuno, per raccogliere tanti insulti. Fa strano pensare che quelli che potrebbero essere dei discorsi da bar, tra un biscotto e un caffè, si possano trasformare in complotti belli e buoni, che inneggiano all’eliminazione e all’emarginazione. Non vorrei che questi mezzi di comunicazione libera diventassero macchine di distruzione di massa. Nel senso di una “distruzione da parte della massa” nei confronti di un individuo. Come fraintendere la libertà d’espressione. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

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