Sul Messaggero Guido Boffo spiega come con l’Intelligenza artificiale si potrà forse risolvere in Italia il problema della burocrazia. Non bisognerà attendere anni, forse nemmeno mesi. La rivoluzione tecnologica ha ritmi serratissimi. Un team di Microsoft ha appena elaborato un software in grado di formulare diagnosi sanitarie su casi complessi con un’accuratezza quattro volte superiore a quella di medici esperti. Si tratta di un modello in grado di elaborare una quantità enorme di dati e arrivare alla soluzione al termine di un processo graduale, replicando l’interazione di un pool di specialisti. Niente a che vedere con dottor Google. Ovviamente il software di Microsoft non è ancora pronto per entrare in corsia, ci sono questioni legali e normative da risolvere, a cominciare dalla responsabilità medica, ma potenzialmente rappresenta un supporto significativo, forse decisivo, per il sistema sanitario. Anche in Italia vengono sperimentati modelli di Intelligenza artificiale in grado di misurare l’appropriatezza delle prescrizioni degli esami (sappiamo quanto la medicina difensiva zavorri il sistema) o gestire in maniera efficiente le prenotazioni. Dunque hanno un impatto sulle liste di attesa, uno di quei casi in cui la burocrazia incide letteralmente sulla vita dei cittadini. Nel migliore dei mondi possibili, l’IA ci consentirà di avere diagnosi accurate e tempestive, aiuterà i medici a stabilire delle priorità di intervento, decongestionerà i pronto soccorso, taglierà le spese inutili. Ma sarà il peggiore dei mondi possibili quello in cui la nostra salute verrà affidata a degli automi, fuori da ogni controllo umano. Non è questa una prospettiva realistica né auspicabile. La sanità, più di ogni altro settore della pubblica amministrazione, avrà bisogno del contributo fondamentale dell’intelligenza e della competenza dei medici in carne e ossa, di un’accurata supervisione degli algoritmi. Il mix ideale sarà quello di professionalità potenziate, con strumenti sempre più precisi. In generale, sarebbe sbagliato sperare che l’Intelligenza artificiale travolga la burocrazia come uno tsunami, un’ondata purificatrice che liberi i cittadini dal giogo del leviatano.
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