Il rumore del silenzio

L’ora abbondante in cui Renzi ha questionato con Fedez e Marra adesso è su Spotify e YouTube a disposizione di un pubblico più giovane, spesso refrattario a tv e giornali. Ma i social funzionano con efficacia soprattutto per un politico a vocazione populista (Trump, Salvini, Conte…), uno che divide il mondo in bianco e nero; per converso, sopportano a fatica i ragionamenti più complessi. È come se i social respingessero dal loro sistema tutto ciò che ritengono un corpo estraneo. Anche il politico più accorto pensa di saper governare il mezzo, spera che le sue parole siano più forti del contesto in cui si trova (talk, piattaforme, social), senza accorgersi che l’illusione di parlare si trasforma spesso in un rumoroso silenzio, uno dei tanti.

Lo scrive Aldo Grasso sul Corriere della Sera.


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