Distanziamento, fisico o sociale?

Cari viaggiatori, 

questa epidemia ci lascerà in eredità anche tante parole, alcune belle e altre molto brutte. Qualcuna la sentiamo ad ogni ora del giorno e della notte e la leggiamo ovunque. E’ il “distanziamento sociale”. Se ci pensate è terribile.

Vuol dire distacco dagli altri, allontanamento dalle persone anche in senso emotivo. Non sarebbe stato meglio dire “distanziamento fisico”? In fondo, gli scienziati, i ministri e le autorità pubbliche ci dicono che la diffusione del coronavirus si può fermare restando a distanza di un metro, un metro e ottanta centimetri. MIca ci dicono che non bisogna considerare gli altri, che dobbiamo smettere di sentirsi parte di una comunità. Allora, perché continuano a spiegarci che occorre mantenere il “distanziamento sociale” mentre quello che serve è il “distanziamento fisico”?

E poi, un’altra domanda: perché alcune regioni prescrivono distanze di un metro e altre un metro e ottanta?

Forse le goccioline hanno una velocità maggiore in Toscana e minore nel Lazio? Boh.

Buon viaggio

20 commenti a “Distanziamento, fisico o sociale?

  1. Massimo Bianchi

    Caro GM,in questi mesi le Istituzioni e la politica hanno fatto svolgere alla scienza un compito di supplenza,con una sudditanza che ha reso schizofrenici i tanti provvedimenti lunghi ed incomprensibili ai più. Il Fr Zanardelli invece diceva che le leggi dovevano essere comprensibili a tutti.
    Le Regioni ci hanno messo del loro.I Governatori o per visibilità o per ragioni politiche
    sono andati in ordine sparso.L’immagine di una Repubblica frazionata e non omogenea.Mi è tornato in mente il confronto elettorale del 1970 quando si pensava ad un Ente Locale che completasse la Repubblica delle Autonomie. Giovanni Malagodi contrario,ammoni ‘che vi sarebbero state 20 Roma.Oggi non rifarei quella campagna elettorale.
    Un triplice fraterno saluto.

  2. Carissimo G.M.
    Grazie di averci offerto questa interessantissima riflessione, che può sembrare capziosa, ma non lo è per nulla.
    Certo che sia più giusto “distanziamento fisico” anche perché “distanziamento sociale” oltre a quello che avete detto voi, a me sembra proprio il distanziamento tra classi..
    Oppure tra casta e casta!!
    Grazie 🌿

  3. ANDREA

    Ultimamente mi sono reso conto che più del distanziamento sociale qui si parla di arretramento sociale. Se prima la mia famiglia da uno a dieci era a un decoroso sette dopo il covid sara o è già a un 5. Come a scuola. Rischi la bocciatura in qualsiasi momento. Ecco il covid ci lascerà in bilico socialmente.

  4. Gabriele

    Quando, soprattutto all’inizio dell’emergenza sanitaria, ma ancora oggi, incroci una persona e questi abbassa la testa, riposiziona meglio la mascherina, si allontana di un passo e non saluta, forse, si tratta proprio di distanziamento sociale. La paura, anche senza regole, a prescindere dal significato delle parole, allontana gli individui.

  5. Ottavio Spolidoro

    Ho ascoltato questa stessa considerazione il Primo Maggio, quando durante il concertone telematico è stata data la parola a Vasco Rossi il famoso cantautore, ed aggiungo poeta, figlio di un partigiano ( cosa che ignoravo).
    È così GM.
    La pandemia che accomuna tutti anche nella speranza di un futuro solidale, si “spezza” da subito in forza di queste brutte parole: distanziamento sociale.
    Ed allora cosa resterà di questa unità e solidarietà effetto della pandemia? Nulla?
    Resterà a mio parere una energia che noi dobbiamo saper trasformare perché è prova provata come il nostro percorso umano rivolto all’essere, alla sua costruzione è valido, è adatto e può essere utile alla nostra società.
    Ci riusciremo?
    Grazie Gran Maestro

  6. Valentino

    Grazie per avermi fatto riflettere G.M. sul concetto du distanziamento.
    All’inizio della pandemia era anche un po sociale , alcune volte incontravi paura negli occhi delle persone che incontravi , ma ora si è diametralmente opposto..
    Ora si cercano gli occhi delle persone per vedere speranza e voglia di scambiare anchr uno sguardo .
    Vale tanto.

    • Stefano Barsella

      Caro Stefano,
      la riflessione che poni è quanto mai importante e centrale nella nostra attuale condizione e centra il vero, serio problema di questa emergenza sanitatia: la distanza fisica che si fa distanza sociale.
      Distanza sociale che ci porta lontano dal nostro essere Uomini, ci fa dimenticare la bellezza dell’altro da noi, ci va vedere l’altro non come una parte di noi ma come un rischio per noi. Ed il rischio maggiore che corriamo è di perderci quella “pietas” tanto cara ai latini.
      Quali le cause e soprattutto quali gli argini che possiamo porre a questa pericolosa deriva? Non esistono risposte facili e a buon mercato ma sono convinto che la Libera Muratotia abbia in se una risposta, una cura a questo veleno sociale.
      Un forte abbraccio e grazie per questa opportunità di riflessione.
      A presto.

  7. Biagio Marzo

    Che posso dirti che hai perfettamente ragione, siamo in un Paese irriconoscibile sotto tutti gli aspetti BM

  8. Gaetano Rosato

    Carissimo GM,
    “Distanziamento sociale – Rimanere lontani dalla folla e dallo spazio personale altrui”.
    Denominazione e definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e fatta propria dall’UE, come riportato sul sito di quest’ultima, per indicare la necessità di rispettare una certa distanza fisica fra persone, al fine impedire la diffusione del coronavirus.
    Anche su tale aspetto della tragica vicenda, l’OMS ha fatto fatica a capirci qualcosa da subito.
    Grazie di cuore sempre, anche per questo pensiero.

  9. Fabrizio Pratesi

    Ti ringrazio Stefano per questo spunto sul quale sto riflettendo da tempo e sul quale mi permetto di aggiungere alcune mie considerazioni.
    Per me occorre ed e’ assolutamente necessario il mantenimento di un “distanziamento fisico di sicurezza” che al contrario di come e’ stato definito deve prevedere invece uno stretto legame sociale visto che e’ il comportamento responsabile del singolo che può dare il risultato che tutti speriamo alla totalità’ della società.
    Pertanto direi che non può esserci distacco sociale e che peggior definizione non poteva essere data.
    Del resto e’ stata un’ulteriore occasione persa per riuscire a creare quell’armonia sociale e quella fratellanza di popolo che invece doveva e poteva essere trovata.
    Non fermiamoci Frr. abbiamo ancora molto da fare … forse troppo !!!

  10. Nicola

    Venerabilissimo Gran Maestro, Cari Compagni di Viaggio, faccio mie le riflessioni del G.M. per condividerle con sofferenza, ancora una volta una grande occasione di umanità svilisce nell’atteggiamento dell’ homo sapiens, dimenticando i nostri valori assoluti: quelli dell’uomo….e ancor di più se iniziato. Su di noi incombe il dovere silenzioso di non tacere con i gesti e gesta (magari) di un massone! Buon Viaggio Fratelli

  11. Luca

    “Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.”

    Kafka sulla sipaggia – H. Murakami

    Buongiorno Fratelli

  12. luca salimbeni

    Ill.mo e Ven.mo GM, dall’inizio del periodo di distanziamento sociale abbiamo potuto notare,da una parte, una forte empatia, una spinta alla solidarietà, dall’altro invece l’opposizione di chi sminuisce l’entità della emergenza e continua a condurre la propria vita regolarmente. Un comportamento un pò “anarchico”. Bisogna allora ricordare che il distanziamento sociale è sì un distacco fisico, ma ognuno di noi è parte di uno, o meglio di plurimi gruppi (famiglia, lavoro..) e quindi la propria mente non è mai isolata ma vive in costante relazione con altre menti. E’ necessario ricordare che un “nemico” viene di solito evocato da chi vuole generare coesione in una massa. In questa pandemia si può certo perdere la abitudine a relazionarsi con gli altri. Ma abbiamo imparato a coltivare relazioni ” a distanza”, come Lei fa con questa splendida iniziativa, mediate dalla tecnologia e ciò aumenta una tendenza generale degli individui alla protezione del sè. La scrittura avvicina. Mi sembrerebbe più opportuno parlare dunque di distanziamento fisico anche per favorire forme di inclusione sociale per chi è già più vulnerabile. La inclusione sociale è diventata da tempo uno degli obiettivi da perseguire nel campo della istruzione e della professione. La persona esiste in quanto relazione intersoggettiva. Il filosofo della educazione Martin Buber affermava che “in principio è la relazione”. Da qui emerge la nostra nostalgia alla dimensione fisica dell’incontro che in questi giorni abbiamo dovuto lasciare da parte. Quello che è fulcro principale della questione e su cui bisogna lavorare, è che il virus attacca tutti nello stesso modo ma le conseguenze peggiori di esso stanno ricadendo sulle persone più vulnerabili e sui soggetti culturalmente ed econimicamente più poveri. Questa pandemia, assieme al distanziamento necessario a combatterla, ha evidenziato le disuguaglianze esistenti e probabilmente aumenterà ancora la forbice fra previlegiati ed esclusi. Con il Tfa Luca Salimbeni

  13. Pasquale Cerofolini

    Cari Viaggiatori e Caro SGM ,

    dopo avere visto la disquisizione che ha fatto impazzire gli italiani su – ‘CONGIUNTO’ o ‘ AFFETTO STABILE ‘ ed molte altre , l’elenco è lungo , – non possiamo meravigliarci sull’uso delle parole scritte quali: ‘ DISTANZIAMENTO SOCIALE ‘ e non caro SGM Stefano come correttamente evidenzi , dicendo che corretto era scrivere ‘ DISTANZIAMENTO FISICO ‘ [ ¿ (sic!)… che sia stato il Comitato Tecnico Scientifico a imporre ciò ? ].

    Purtroppo la non conoscenza della Etimologia(cit. Treccani : … disciplina linguistica che
    studia la storia delle parole … ) di chi non ritiene ciò , essere importante , personalmente mi allarma sul divenire futuro , perchè continuando nella ‘ FRASEOLOGIA NON CHIARA ‘ , risulta essere vincente la ‘ DE-RESPONSABILITA’ ‘ dovuta come sempre alla diversa e sempre corretta ‘ LIBERA INTERPRETAZIONE’ della ‘ SPIEGAZIONE MAI SCRITTA SEMPLICE E CHIARA'( mi auguro che tutto sia AVVENUTO ingenuamente e in buona fede , perchè altrimenti il ragionamento sarebbe un altro e molto più grave e pericoloso ) .

    Sulla seconda domanda che proponi a Noi caro SGM , perchè alcune regioni adottano la distanza di un metro(cm.) ed altre un metro e ottanta(cm.) , (sic!)… mi riservo alla prima occasione che avrò il piacere di incontrarti(mi auguro presto) , di dirti personalmente il mio pensiero , onde evitare in questo momento , di dover scrivere parole non convenienti ( … ‘ da Toscano verace quale sono , e Tu da Toscano quale sei , mi dovresti capire , anzi son sicuro hai già capito ‘ … ) .

    Un TFA Vostro Fr. Pasquale Cerofolini

  14. Maurizio

    Ogni giorno il nostro Gran Maestro ci da modo di fare qualche riflessione, qualche volta da condividere qualche volta da tenere per noi stessi. Anche questo è un modo per eliminare quel “distanziamento fisico” che nel tempo potrebbe portare a quello sociale. Nell’individuo sta nascendo la paura di ritornare alla “normalità “, di ritornare a ciò che era prima e quel “Distanziamento sociale” richiamato e promulgato dai. nostri governati sembra quasi una premonizione di quello che sarà. Grazie Venerabilissimo Gran Maestro.

  15. Marco Maddaleni

    Caro Stefano non parlerei di distacco fisico o sociale tra esseri umani, esso è il metallo più “tagliente”, che da sempre impera e sempre ci sarà. Siamo spietatamente leali almeno tra noi. Il massone, quando tale, in virtù della propria iniziazione dovrebbe promulgare il trinomio di Libertà Uguaglianza Fratellanza, per proseguire egli stesso nell’ininterrotta e secolare costruzione della grande opera. L’Omo Novo.
    Ed è nei momenti come questi che il Massone esercita la Virtù, che per egli non si arresta né davanti ai sacrifici né davanti alla morte. Perché è di morte che ancora si parla, davanti alla quale il Grande Uomo è nulla. E i potenti siano essi vestiti di bianco o di nero potenti restano e i deboli soffrono. Ecco perché non è l’uomo bensì la natura, che forte, implacabile e spietata ciclicamente opera e di nuovo ci avverte. E contro essa che punta l’indice, niente è possibile. Però contro l’ignoranza, il fanatismo e l’ambizione il Maestro ci indicò la Via, “lavora, persevera, impara. Solo così avrai diritto alla maggior ricompensa !” ma per questo uomo ancora no, la ricompensa è sempre troppo lontana per questo uomo che corre e corre, che è perfettibile quanto defettibile, ma ancora troppo corruttibile.
    Ma noi continuiamo la nostra Opera di Fratellanza Universale, in Catena e come un chicco di Melograno.
    Senza ostentare. Saranno gli “inquisitori” a volerci imitare,
    noi, appena apprendisti, ma con un Cuore bianco.
    Un abbraccio.

  16. Daniele Barone

    Pare che una volta, circa due mesi o più fa, soffermarsi nel salutare fosse buona educazione. Oggi, e da circa un paio di mesi, sarebbe un eccesso di inciviltà; una mancanza di rispetto dell’altrui persona.
    E poi con la mascherina magari posso anche permettermi di non riconoscere quello lì dall’altra parte della strada, me ne sto per i fatti miei che è meglio. Anzi, ora subito a casa. Oh! Finalmente…
    Ecco dal distanziamento fisico, a quello sociale ci siamo arrivati. Il passo era breve, vedo. C’è un abbrutimento che pervade le vecchie piazze, gli slarghi inutili, persino le panchine, ovviamente neglette al nuovo uomo anticontagio.
    E poi ormai si sta già così tanto seduti in smart working…
    Un abbrutimento che rischiamo divenga la nuova realtà, come la chiama qualcuno, la sindrome della tana! E nel guscio-rifugio ci vuoi restare dentro e ti scoccia uscirne.
    E poi, dopo i DPI (dispositivi di protezione individuale), arriverà l’app. per controllare con chi fossimo il giorno del contagio dei nostri amici. Per limitare, verificare, i contatti.. interpersonali. Al distanziamento sociale sarà inversamente proporzionale l’aggregato informatico, il nuovo modello di assembramento. Nell’accomiatarci non diremo più “è stato un piacere”, ma “è stata una sicurezza”, non sarà più sorseggiare un aperitivo, nell’animo parrà di averlo borseggiato..
    O magari è paranoia?
    o magari invieremo un sosia robot all’aperitivo.. e poi dicono che su Marte non c’è vita. Certo, solo robot. No, gli alieni no, non esistono più.

  17. andrea

    Venerabilissimo G.M. , cari viaggiatori
    un ulteriore riflessione, oltre ad un distanziamento fisico ( brutto termine ) , non vorrei che con il passare dei giorni avvenga un distanziamento economico .

    Per rispondere alla domada sulla distanza che varia da regione a regione: in Toscana un metro 1,80 non due metri o un metro 1,50 mah… forse perché siamo una terra di artisti- scultori, architetti ,pittori o forse perché in noi toscani prevale un senso profondo di campanilismo . Grazie G.M , grazie Viaggiatori un T.F.A.

  18. fulvio valentini

    Grazie per la tua riflessione. Mi viene in mente il ‘distanziamento sociale’ che fu messo in atto a mezzo del ‘distanziamento fisico’ nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Strade larghissime per evitare che le persone si incontrassero e parlassero, piazze immense e vuote per controllare chi passava e chi discuteva. Evitare che le persone si incontrassero per confrontarsi ed organizzarsi. Ma erano altri tempi. Oggi, con le moderne tecnologie, ci incontriamo sul web e la libertà di confronto e di discussione è salva; ciò che non sono salve sono altre libertà, quelle di autoaffermazione, di coscienza, di libero arbitrio, libertà soffocate da un dirigismo burocratico che, questo sì, ci ricorda i regimi autoritari.

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