Verità e riconciliazione

Tra i tanti bei libri scritti da Marcello Flores ce n’è uno pubblicato nel 1999 sulla commissione per la verità e la riconciliazione istituita da Nelson Mandela.

Ecco quello che scrive lo storico.

La commissione per la verità e la riconciliazione del Sudafrica ha costituito l’esperienza più originale e innovativa che paesi giunti alla democrazia dopo decenni di regime illiberale hanno compiuto per fare i conti col proprio passato. Affrontare insieme il problema della giustizia e quello della memoria, in un quadro di ricostituzione dell’unità e dell’identità nazionale, non era un obiettivo facile per il nuovo governo democratico guidato da Nelson Mandela dopo decenni di regime do apartheid. Esso aveva di fronte a sé diversi modelli: da quello di Norimberga a quello sperimentato in America Latina dopo la fine delle dittature militari o nell’Europa centrale e orientale a seguito del crollo dei regimi comunisti. 

La scelta della Commissione presieduta dall’arcivescovo Desmond Tutu è stata quella di dare la parola, innanzitutto, alle vittime: riconsegnando la loro dignità, riconoscendo il valore della lotta compiuta e costringendo l’intera nazione a riflettere sulla natura e le cause dei delitti commessi e dei torti subiti. Ai mandanti e agli esecutori dei crimini dell’apartheid è stato chiesto, come requisito per chiedere l’amnistia, di raccontare l’intera verità sulle atrocità commesse e sui meccanismi che le avevano consentite. Anche a coloro che nel corso della lotta di liberazione avevano subordinato il rispetto dei diritti umani al raggiungimento dei propri obiettivi politici è stato chiesto di confessare pienamente il proprio operato

Luigi Vispi, un anno fa

Era un uomo a cui non piacevano “tanti discorsi” ma Luigi Vispi, il pediatra che ha cresciuto centinaia di bambini, merita di essere ricordato per gli immensi valori umani e professionali che ha trasmesso a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Se n’è andato un anno fa, proprio il 24 giugno, dopo alcuni mesi di battaglia dura contro una malattia che ha combattuto con tutte le sue forze perché non voleva lasciare troppo presto i suoi familiari, i tanti cittini che i genitori gli portavano per trovare la cura giusta o avere qualche assicurazione sulla crescita. Sembrava rude come la sua barba incolta, di modi spicci ma se volevi un consiglio, un aiuto potevi rivolgerti a lui in qualsiasi momento. E spesso non c’era bisogno di chiamarlo perchè aveva intuito quello che era necessario fare per te e lo aveva già fatto. L’intuizione, la capacità di comprendere i bisogni dell’altro li aveva maturati in mezzo secolo di professione a contatto con i bambini. Era cresciuto alla scuola di Rodolfo Bracci, un maestro della neonatologia, e Luigi, arrivato all’università di Siena da Massa Marittima, aveva imparato così il bene il mestiere tanto da diventare un faro in questo settore. Era anche diventato primario ma a lui il titolo interessava poco o nulla perchè il suo lavoro era quello di stare a contatto con i bambini, curarli e aiutarli a crescere. Sapeva ascoltare le ansie di madri e padri. Se stavi con lui qualche ora il telefonino squillava in continuazione. Non aveva agende digitali ma nomi, cognomi, patologie dei bambini ce li aveva tutti in testa. Una volta, da un meccanico massetano per un guasto alla mia macchina, dissi che ero amico di Luigi e non mi fece pagare il conto: “Il dottor Vispi ha salvato mio figlio. Scoprì la cura giusta che in tanti, in tutta Italia, non avevano trovato”.

Sapeva come aiutare e sapeva come consolare. Sembrava crudo ma era solo una scudo che utilizzava quando non poteva dare buone notizie. Come quella che lo riguardava. Aspettò qualche giorno prima di dirla a pochi amici fidati ma alla fine della conversazione fu lui a consolarci e a trasmetterci ottimismo. Sapeva quello che da lì a qualche mese sarebbe avvenuto. E nel giorno di San Giovanni Battista, caro ai massoni perché nel 1717 nacque a Londra la gran loggia madre, Luigi se n’è andato. Era l’amatissimo presidente dei maestri venerabili della Toscana del Grande Oriente d’Italia, un incarico assolto fino all’ultimo nel migliore dei modi e senza ostentazione perchè Luigi era fatto così, poche chiacchiere e tanta generosità e affetto. 

Ora il dottore dei cittini se n’è andato. E’ tornato a casa, a Massa Marittima, nel cimitero della città dove riposano il  babbo, severo professore all’istituto industriale, e la mamma, storica farmacista. Se n’è andato a suo modo, senza arrecare fastidio. Ma era anche il “medico” di noi grandi perché a Luigi potevi confidare un segreto con la certezza che mai lo avrebbe utilizzato contro di te.

In due giorni 3500 visitatori al Vascello, grazie a Fai e Fondazione Grande Oriente d’Italia

Un successo l’apertura al pubblico il 22 e 23 marzo di Villa Il Vascello in occasione delle Giornate FAI di Primavera, evento che celebra la bellezza e la storia del patrimonio artistico e culturale italiano. La sede del Goi, inserita dal Fondo nel 2021 tra i gioielli del nostro Paese, e che già al suo debutto si conquistò lo scettro della meta più visitata del paese, ha registrato un vero e proprio boom di presenze: 3528 sono stati coloro che hanno partecipato ai tour ospitati nella storica dimora. Una cifra da record che testimonia l’appeal del luogo, davvero unico, in grado di offrire la possibilità di vivere un’esperienza sinestetica tra arte, memoria, natura, tradizione esoterica.

Un evento che quest’anno si è distinto particolarmente, per la valenza educativa in più che Fai e Fondazione Grande Oriente d’Italia hanno voluto imprimergli. Protagonisti della due giorni sono stati infatti gli studenti del Liceo Scientifico Giuseppe Peano e dell’Istituto Turistico Pertini di Genzano, entrambi di Roma, ai quali è stata data la possibilità di seguire con attenzione l’organizzazione e lo svolgimento della visita nelle sue varie fasi, di scoprire i tesori della Villa e di riflettere sull’importanza del patrimonio culturale che luoghi di tale portata incarnano, vestendo per i panni di  “apprendisti Cicerone”.

Sul Vascello dei coraggiosi

“Dieci anni sul Vascello dei coraggiosi”. Si intitola così il libro intervista in cui, incalzato dalle domande del giornalista Angelo Di Rosa, racconto un pezzo importante della storia del Grande Oriente d’Italia, dai primi passi della Gran Maestranza alle decisioni che è stato necessario di volta in volta prendere, alle tante iniziative messe in campo legate all’attualità, dalla lotta contro i pregiudizi attraverso una comunicazione responsabile, fino alla resilienza dimostrata durante la pandemia. Momenti analizzati con rigore giornalistico e che testimoniano come l’Ordine tra varie tempeste sia sempre riuscito a mantenere la rotta e preservare la propria identità e rilevanza, come testimoniano i tanti riconoscimenti internazionali che in questi dieci anni ne hanno consolidato il prestigio.
Il libro si sofferma anche a parlare dei valori che il Goi incarna, nella sua ricerca costante della verità e del bene comune, offrendo una prospettiva unica sull’evoluzione di un’istituzione che continua a plasmare il presente e il futuro e che si è dotata di una Fondazione che è stata ideata come strumento di impegno civile e culturale in grado di preservare l’importante patrimonio del Grande Oriente d’Italia. Il libro si può scaricare gratuitamente dal sito grandeoriente.it

Quel Primo Marzo del 2017

Il primo marzo, il Grande Oriente d’Italia celebra l’inizio dell’anno massonico e la Giornata della Fierezza, ricorrenza istituita nel 2018, esattamente un anno dopo l’arrivo al Vascello, su mandato della Commissione Antimafia, della Guardia di Finanza, che sequestrò gli elenchi degli iscritti delle logge di Calabria e Sicilia. Un atto arbitrario, al quale i fratelli del Goi risposero,  alzando la testa e aprendo le porte dei loro templi ai profani, per dimostrare di non avere nulla da nascondere e consapevoli che la ragione fosse dalla loro parte. Come confermato a distanza di sette anni, anche dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) alla quale la Comunione si era rivolta presentando ricorso contro quell’ingiusto provvedimento.

Con  una sentenza il depositata il 19 dicembre scorso i giudici di Strasburgo hanno infatti condannato l’Italia per quel blitz, riconoscendo che esso era stato deciso e messo in atto in violazione all’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che tutela la riservatezza.

L’inchiesta era partita nel 2016, quando la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, aveva annunciato un’indagine sui presunti legami tra mafia e massoneria. I Gran Maestri delle principali obbedienze massoniche italiane furono convocati in audizione, e al Gm Stefano Bisi fu richiesto di consegnare gli elenchi degli iscritti. Un ordine al quale si oppose fermamente, ravvisando in esso il mancato rispetto della legge sulla privacy e del diritto alla libera associazione garantito dalla Costituzione italiana. La Commissione insistette, limitando la richiesta ai soli elenchi di Calabria e Sicilia. Dopo un nuovo rifiuto, il primo marzo 2017 tredici agenti dello Scico, unità specializzata della Guardia di Finanza, si presentarono al Vascello, perquisendolo per 14 ore e sequestrando la documentazione.

Gran Loggia 2020 “Uniti nelle diversità”. Si terrà a Rimini l’11, il 12 e il 13 settembre

Fissate le nuove date della Gran Loggia 2020. La massima assise del Grande Oriente d’Italia si terrà a Rimini l’11, il 12 e il 13 settembre. Un rinvio, rispetto alla tradizionale convocazione di aprile, che si è reso necessario dopo il decreto del governo, che il 5 marzo scorso  ha disposto la sospensione di ogni attività convegnistica o congressuale a data successiva al 3 aprile.

“Uniti nelle diversità” il titolo scelto per l’edizione di quest’anno  che si annuncia ricca di eventi pubblici che si terranno a margine dei lavori rituali nel tempio. Il taglio del nastro venerdì mattina e nel pomeriggio alle 14 l’apertura dei lavori rituali in grado di Maestro. L’ordine del giorno prevede, tra l’altro, la relazione morale del Grande Oratore, il ricevimento dei rappresentanti dei Corpi rituali e delle Delegazioni estere, il saluto al Presidente della Repubblica e l’omaggio alle bandiere italiana ed europea. Saranno quindi ammessi Apprendisti, Compagni e profani per l’allocuzione del Gran Maestro, che si terrà a porte aperte.

I lavori riprenderanno sabato 12 settembre, alle ore 10,00, con all’ordine del giorno, tra l’altro, la relazione amministrativa del Gran Segretario, la comunicazione del Responsabile della Biblioteca del Grande Oriente, la relazione del Presidente della Corte Centrale, la relazione del Consiglio dell’Ordine e la discussione sulle relazioni.

La sessione conclusiva della Gran Loggia 2020 avrà luogo domenica 13 , alle 9 con la presentazione al pubblico delle iniziative culturali del Grande Oriente. A latere dei lavori nel tempio, sono previsti incontri, presentazioni di libri e mostre, organizzate dal  Servizio Biblioteca. L’Associazione italiana di filatelia massonica esporrà nel suo tradizionale spazio le emissioni più recenti dell’Istituzione. Ancora una volta i lavori della Gran Loggia saranno strumento di riflessione su alcuni temi importanti  con un focus sui grandi valori dell’istituzione che sono libertà, fratellanza e uguaglianza.16 Marzo 2020

Gran Loggia 2020

Ogni anno, all’inizio di aprile, i liberi muratori del Grande Oriente d’Italia si ritrovano per la loro gran loggia. Un’occasione molto bella per confrontarsi, per scambiarsi un piacevole abbraccio.
Quest’anno l’appuntamento previsto per il 3, 4 e 5 aprile a Rimini è stato sospeso. Ma l’incontro è solo rimandato.
Il tema, “Uniti nelle diversità”, è molto attuale. Quando ci incontreremo potremo aggiungere “…ce l’abbiamo fatta”.