Il tempio del calcio, il tempio dell’amore

Cari viaggiatori,

la parola Coverciano ci fa venire in mente la nazionale di calcio, da quelle di Ferruccio Valcareggi ed Enzo Bearzot agli azzurri di Marcello Lippi e Roberto Mancini.Da oggi, nelle camerette dove hanno dormito Gigi Riva e Dino Zoff ci vivono gli anziani che stanno guarendo dal coronavirus.

La Federcalcio ha messo a disposizione il centro tecnico con un gesto di autentica solidarietà. E per chi sta uscendo dal dramma del coronavirus poter stare nel tempio del calcio sarà una bella iniezione di fiducia e di speranza per il futuro. Stare per qualche giorno a Coverciano, un luogo incantato alle porte di Firenze, fa bene alla salute e allo spirito. Ho avuto la fortuna di restarci una settimana quando avevo 13 anni ad un raduno di giovanissimi calciatori. Furono sette giorni di speranza, quella di diventare un grande calciatore.

Oggi, per gli anziani che vi arrivano, sono i giorni della speranza di guarigione.

Buona salute e buon viaggio

2 commenti a “Il tempio del calcio, il tempio dell’amore

  1. Raoul

    Sicuramente queste persone che alloggeranno a Coverciano, seppur nella sfortuna della loro malattia, potranno considerarsi fortunate, per aver trascorso questo periodo della convalescenza circondate da un personale gentilissimo e che servirá loro dell’ottimo cibo. Anche questa è l’Italia che vogliamo, quella della solidarietà. Raoul

  2. Ottavio Spolidoro

    E vado a scomodare un grande cantautore Francesco De Gregori, trasformo le parole di una sua canzone ed utilizzo la metafora del calcio : il campo, il mondo. Lo spogliatoio, il Tempio.

    Sole sulla terra
    Sole che batte come un cuore
    Quando ti dicono che fa mezzogiorno e mezzanotte in poche ore
    E fuori del tempio tira forte il disprezzo
    E poi se piove devi tacere

    Nino cammina che sembra un uomo
    In mezzo a suoni che si fanno duri
    25 anni e il cuore pieno di paura

    Ma Nino non aver paura
    Di sbagliare un passo
    Non è mica da questi particolari
    Che si giudica un massone

    Un massone lo vedi dal coraggio
    Dall’altruismo e dalla fantasia

    E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai
    Di massoni tristi che non hanno capito mai
    Ed hanno appeso guanti e grembiule a qualche tipo di muro
    E adesso ridono di te che ci credi ancora

    E sono stanchi da tanti anni
    Per un segreto che non hanno trovato mai
    Chissà quanti ne hai veduti
    Chissà quanti ne vedrai

    Nino capì fin dal primo momento
    Il suo maestro sembrava contento
    E allora mise il cuore dentro le sue parole
    E capi’ più veloce del vento

    Prese un compasso che sembrava illuminato
    Accanto alla squadra rimaneva incollato
    Entrò in loggia e senza guardare
    Disse ai fratelli il suo pensare

    Ma Nino non aver paura
    Di sbagliare a parlare col cuore
    Non è mica da questi particolari
    Che si giudica un massone

    Un massone lo vedi dal coraggio
    Dall’altruismo e dalla fantasia

    Il ragazzo si farà
    Anche se ha le spalle strette
    Questo altr’anno diventerà un numero sette

    Grazie Gran Maestro

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