Parole controsenso: transilienza

Cari viaggiatori,

nel nostro cammino oggi incontriamo la parola transilienza, l’unione di transizione e resilienza.

Ci spiega che in ogni passaggio, in ogni cambiamento (transizione) possiamo recuperare il meglio (resilienza) se riusciamo a trasferire competenze, energie da una parte all’altra della vita.Anche questa fase della nostra storia, caratterizzata dell’epidemia, ci sta insegnando molte cose.

Si è capito che abbiamo fretta e vogliamo percorsi di vita senza intoppi, dall’ostetrica al becchino, come ha scritto il direttore del Giorno, Michele Brambilla. Il giornalista ci ricorda che tutte le generazioni hanno vissuto pestilenze, guerre e carestie e ci invita a convivere con un dramma che, dice, non è una tragedia. Un segno di ottimismo che fa bene al cuore e alla salute, soprattutto quando ricorda il pensiero della nonna romagnola di un suo amico: “Sle not, us farà de”. Traduzione: “È notte, si farà giorno”.

È lo stesso pensiero che accompagna questo blog, “Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte” (Khalil Gibran). Aspettiamo con pazienza.

Buon viaggio

14 commenti a “Parole controsenso: transilienza

  1. Massimo

    C’è la malsana abitudine di lamentarsi a prescindere, di lasciarsi andare a critiche distruttive. Questo non ci consente di fare tesoro di nulla e ci fa perdere preziose occasioni per maturare e imparare a vedere oltre. Caro, gran maestro, dovresti fare una riflessione sulla lungimiranza e sul discernimento. Grazie per i tuoi preziosi stimoli alla riflessione!

  2. Filippo Grammauta

    Caro Stefano, come al solito: sagge riflessioni. Che certamente ci aiutano a superare questo particolare momento storico. Forse è anche un mezzo utile per ammorbidire la rabbia di interi popoli che subiranno pesanti ripercussioni a causa di classi dirigenti incapaci. Ti stimo sempre. Un affettuoso TFA. Filippo Grammauta

  3. Lorenzo

    Grazie per queste riflessioni.
    Mi fanno pensare al fatto che troppo spesso la mente umana dà per scontate le cose belle e le apprezza solo quando le perde.
    In oriente si parla di consapevolezza come una delle pratiche fondamentali in ogni disciplina di ricerca interiore o marziale.
    Dare valore alle cose, alle persone, ai momenti quando si vivono è una delle cose più belle. Di notte e di giorno.
    Grazie per gli stimoli che dai

  4. Andrea

    Caro Stefano, questi giorni, ci sottopongono a un esercizio difficile, che molti di noi avevano dimenticato, la pazienza, saper attendere, affrontare l’incertezza stringendo con amore l’ultima Dea, la speranza. Il silenzio che è forma di attesa, anticipo della parola, notte che propaga i suoi frutti più alti, ci insegna ad ascoltare, ad armonizzare il nostro cuore ad altri cuori palpitanti e vibranti. Arriverà quel mattino radioso in cui potremo cogliere i fiori dal nostro giardino e stringerci fraternamente. Arriverà. Tfa, Andrea

  5. Mario Panebianco

    In questi giorni ho letto le seguenti dichiarazioni di Alex Zanardi sulle problematiche del coronavirus che mi sembrano pertinenti e nel solco tracciato.

    Il fatto che abbia dovuto combattere alcune situazioni difficili nel corso della mia vita non significa che mi piaccia questo tipo di lotta. Ma di sicuro, ogni volta che superi un problema nella tua vita, sviluppi nuovi strumenti. Una volta che l’esperienza è alle tue spalle, questi strumenti possono eventualmente rimanere nel tuo bagaglio per superare altri problemi che inevitabilmente dovrai affrontare durante il viaggio della vita.

  6. Claudio Solinas

    In questo periodo si abusano sul web alla televisione e nei giornali tanti concetti ,parole slogan e si sentono sermoni di ogni !! Transizione e resilienza insieme no . La riflessione del gran maestro che nella sua saggezza ha intuito un trait d’union opportuno è pertinente mi ha fatto sperare che veramente possiamo cogliere in questo periodo di transizione quanto l’essere umano può essere resiliente e quanto saremo resilienti noi Massoni . Ma resilienti realmente . Come succede nella vera resilienza “fisica “ quando la pallina da golf impattata dalla grossa testa della mazza del Driver ne deforma la faccia . Quanto più noi vogliamo che la pallina vada lontano tanto più forte deve essere l’impatto che la mazza dovrà avere sulla pallina che ,ne deformerà la faccia tanto quanto poi essa stessa restituirà in potenza elastica . Noi ce ne accorgeremo perché la palla andrà lontano descrivendo una parabola tanto più bella e più alta quanto maggiore sarà stata la resilienza . E quanto sarà stata grande la resilienza dipende dal materiale con cui è stato temprato il metallo della mazza . Nello stesso modo se la nostra comunione è costituita da materiale umano di elevata qualità il GM potrà temprarlo nel migliore dei modi con l’incessante lavoro materiale ed iniziatico che da oramai lungo tempo sta compiendo. Se il materiale è di buona- elevata qualità si potrà vedere volare alta e bella la parabola che descriverà la pallina nella speranza che tutti vedano il suo volo avvicinarsi alla buca ed arrivare sul Green che altro non è che la piattaforma dei nostri valori : Fratellanza Uguaglianza Liberta Fede Speranza e carità mai come oggi così importanti .Se riusciremo ad essere sufficientemente resilienti e con il nostro colpo arrivate al Green ,potremo essere emulati dagli altri che partecipano alla partita così come noi abbiamo emulato i nostri padri nel solco del GOI . PERDONO !! Claudio.

  7. Ottavio Spolidoro

    Carissimo Stefano
    Ill.mo Gran Maestro
    Sul tema
    Che altro potremmo fare? Dobbiamo necessariamente trasferire competenze ed energie da una parte all’altra. Prendo a prestito le parole di Taine, pur sfuggendo al Suo universo solo fisiologico e quindi deterministico: l’uomo è un teorema che cammina.
    Il nostro teorema, quello, per intendersi, che ci ha guidato in questi anni, regge all’urto cioè resiste al mondo dopo il mondo, alla fase dura della pandemia? Infatti, la convivenza con il virus è data per scontata finché la scienza non avrà trovato un rimedio.
    Resiste o no?
    Resiste; ma questa resistenza si può vivere in due modi. Senza porsi il problema/ ponendosi il problema cioè interrogandosi sul nuovo.
    Tale contrasto regge dinanzi al tribunale della nostra ragione? Se si, nel senso di porsi il problema dovrebbe essere per noi, liberi muratori epigoni di una grande tradizione, solo la pratica applicazione del sapere aude. Quindi cosa cambia o meglio, cosa può e deve cambiare?
    Nel senso del “può” in un’epoca come la nostra di assoluto individualismo dobbiamo porre un punto fermo: c’è una causa che vale più di noi, più del nostro punto di vista: dobbiamo salvare il pianeta dall’inquinamento. Non abbiamo alternative. Per farlo dobbiamo sostenere chi chiede, come i nostri ragazzi, un cambio di passo.
    Nel senso del “deve” ; nel nostro tempo non dobbiamo consentire a nessuno di considerarci numeri sostenendo solo coloro che riconoscono come noi che uno non vale uno, che siamo contemporaneamente attori e spettatori del mondo, che se da un lato mostriamo la nostra particolarità, dall’altro e contemporaneamente siamo spettatori degli altri, li ascoltiamo, perché ci consentono di essere riconosciuti per la nostra storica funzione di liberi muratori.
    Chi sei? Un Libero Muratore!
    Omero racconta di Ulisse dai Feaci che ascoltando l’aedo che racconta le sue gesta, si commuove perché si vede riconosciuto.
    Ecco Gran Maestro noi siamo Chi Siamo.

  8. Pasquale Cerofolini

    Cari Viaggiatori ,
    dobbiamo affrontare qualsiasi tipo di stato fisiologico ed emotivo che stiamo vivendo.
    Proviamo ad osservare e riconoscere ciò che sta succedendo, come dopo avere premuto un pulsante “pausa”, …. riacquistiamo poi l’accesso ad una mente più libera e spaziosa che permetta capacità di immaginazione.
    Conquistiamo il tempo per la riflessione perché, senza fare un passo indietro e riflettere non saremo in grado di vedere il quadro generale, né di accedere a una immagine futura.
    Ci concentriamo sull’attuale emergenza, e cerchiamo di essere aperti al dopo.
    In tempi di cambiamenti radicali, non è possibile avere risposte immediate o certezze perchè le cose mutano costantemente.
    Iniziare a porre nuove domande aperte a sé stessi e agli altri e acquisire una ‘ nuova Resilienza del momento attuale venendo dal momento precedente( TRANSILIENZA ) ‘, andare oltre e avventurarsi nell’esplorazione di territori sconosciuti.

    Immaginiamo ogni domanda che ci poniamo come una nuova scatola colorata in attesa di essere riempita da tutti gli elementi che comporranno la risposta; apriamo quelle scatole a nostra disposizione, il contenuto formante la risposta, sicuramente arriverà.

    Domanda/e :
    – Siamo veramente vittime di questa situazione che stiamo vivendo ? –
    – Il nostro ‘ nuovo ‘ che avremo ed io credo che lo avremo , di gestire le cose, guardare le cose, prenderci cura delle cose, anche pensando a prima , può beneficiare di qualche ritocco? –
    Essere Massone uomo libero e di buoni costumi , significa avere scelto di percorrere questi sentieri intellettuali per poi positivamente concretizzarli . Avanti .
    Bene, eccoci qui, questa è la nostra occasione di Transilienza .
    “… Aspettiamo con pazienza …“ , sempre nella direzione RESILIENTE !

    TFA vostro fratello Pasquale

  9. Massimo Bianchi

    Ho avuto la possibilità di conoscere i fratelli,che dopo la dittatura,rialzarono le Colonne in una Italia sconfitta,bombardata,occupata,percorsa da una tragica guerra civile.
    Se poi si legge la Storia Patria e anche quella della nostra Istituzione,sempre dalla parte dei perseguitati e mai dei persecutori,che ha celebrato i suoi 200 anni dalla fondazione,non credo che ci possa spaventare il futuro.
    Buon 25 Aprile.

  10. “Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta”, recita un aforisma di Kahlil Gibran.
    Paolo Coelho lo riformula dicendo che “Mai nessuna notte è tanto lunga da non permettere al sole di sorgere.”
    Questo è sicuramente un momento di transizione. Abbiamo dimostrato a noi stessi di essere in possesso delle capacità per superare momenti difficili che, fino a pochi mesi fa, non avremmo mai immaginato di dover vivere.
    Sono convinto che ce la faremo, ad uscirne fuori ed anche a superare il dopo.
    Mi auguro però che, dopo il “dopo”, qualcosa rimanga nell’animo umano e nella umana memoria. Se no tutto ciò sarebbe stata un’occasione sprecata.
    Dipende solo da noi.

  11. nicola

    Venerabilissimo Gran Maestro, Cari Compagni di Viaggio, la notte che stiamo vivendo a messo a nudo la fragilità dell”uomo di oggi, cge non ha valori, non ha storia, non ha senso del sacrificio e non sa e non vuole combattere per un ideale, che non ha. Benvenuta questa notte se ci darà un uomo migliore per vivere la luce…dell’alba.
    con triplice fraterno abbraccio

  12. andrea

    Venerabilissimo G.M , cari viaggiatori , starno vocabolo la parola resilenza : è un temine tecnico coniato intorno ad un secolo addietro ,per gli ingegneri e i sistemisti discende dal lato resilere,restringersi,contrarsi,rimbalzare figuramente,desistere rinunciare ,abbandonare il contrario di resistenza , scrive così su le pagine di Repubblica lo scrittore Maurizio Maggiani . quindi mi domando come dobbiamo comportarci, dobbiamo convivere con un dramma che non è una tragedia? .. mah ho qualche dubbio . spero che non sia così , se quello che stiamo vivendo in questi giorni non è un dramma( sociale economico sanitario) , detto alla toscana “poco ci manca “Come però “riportato” in altri viaggi bisognerà rimboccarsi le maniche , rialzare la testa , e sperare di migliorarsi tutti nessuno escluso . Grazie G.M e grazie ai pensieri dei viaggiatori un TFA

  13. Ottavio Spolidoro

    Carissimo Stefano
    Ill.mo Gran Maestro
    Oggi, 25 aprile. Celebrarlo? Non celebrarlo? Ne’ l’uno né l’altro? Seguire la strada della pacificazione iniziata da Togliatti? Seguendo la pratica di sostituzione ventilata da ultimo da destra o da sinistra? No. La strada forse è un’altra, necessitata da quella percorsa da noi, dalla nostra storia il cui simbolo è il fratello Becciolini che tenta di salvare i registri della Loggia. Ed allora

    Siamo i vostri fratelli
    Figli di queste colline.
    Ci fu chiesta la vita
    Avevamo poco di più
    Ma la demmo lo stesso

    Perché voi poteste continuare
    A sperare
    In un mondo più umano.

    Non offriteci solo preghiere
    Ma la rabbia
    Una rabbia feroce
    Contro chiunque
    Voglia mettere di nuovo
    L’uomo contro l’uomo.

    A te ragazzo che nel 2020 ti dici fascista e non ti accorgi che puoi dirlo solo perché i nostri padri i nostri nonni hanno reso possibile tutta la libertà di cui godi senza conoscerne il costo. A te che pensi che questa liberazione sia una festa inutile, una cosa per anziani, per combattenti e reduci io ti dico: questa non è una festa che si consuma in un giorno perché caro ragazzo quella lotta non solo ha realizzato cose che non apprezzi e che ti sono solite ma ha scritto anche una cosa per te e per quelli che saranno giovani dopo di te e per tanti anni ancora. Una cosa che si chiama Carta Costituzionale e sappi che se vuoi parlare della liberazione senza fare la figura dello stupido o dell’ignorante devi leggere quella Carta, le parole che trovi scritte lì è esattamente quello che ti manca per capire per sapere.

    La festa della Liberazione sia per noi la festa della Carta Costituzionale ossia della realizzazione pratica dei valori comuni di un popolo libero.

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