La scuola e la nuova normalità

Cari viaggiatori,

le mamme lo avevano detto il 18 aprile; un gruppo di intellettuali qualche giorno fa. Parlano della scuola, implorano il ministro di riaprire le aule per finire l’anno scolastico “in presenza”.

I limiti della didattica a distanza sono sotto gli occhi di tutti. È servita a tamponare un buco ma ha acuito le differenze e le disuguaglianze. Ne abbiamo parlato qualche post fa.

La scuola “in assenza” provoca danni ai giovani e soprattutto ai giovanissimi. La scuola non è solo apprendimento di nozioni ma anche socialità. Ora che sono tornate alla carica le mamme con una massiccia protesta soprattutto via social e, finalmente, anche gli intellettuali guidati da Massimo Cacciari sono scesi in campo, forse il ministro e il governo ripenseranno un modello di scuola che non può essere la nuova normalità.

Buon viaggio

6 commenti a “La scuola e la nuova normalità

  1. Massimo Bianchi

    Grave,Caro Stefano,che nei tanti ed illeggibili decreti di questi mesi non ci sia stata alcuna attenzione alla scuola,che dovrebbe essere un impegno primario della Repubblica.
    Si è letto di tutto,spesso il giorno dopo il contrario del giorno prima.
    La scuola si fa in classe e perfino la Ministra potrebbe capirlo.
    Ho la nipote che dovrà andare in prima elementare.Se le lezioni fossero sul computer ,cartoni animati e giochi.Mi ha fatto riflettere una risposta al suo babbo ,che per consolarla dall’isolamento gli ha detto”Flaminia tra poco si va al mare”.Risposta “voglio andare all’asilo”.
    Buona Domenica e tfa

    • Gabriele

      L’ennesima dimostrazione di mancanza di rispetto e disinteresse per l’istruzione. Dovremmo chiederci:
      “I giovani e soprattutto i ragazzi risultano immuni al contagio. Pertanto, cosa impedisce la ripresa delle attività scolastiche?”.

  2. Ottavio Spolidoro

    La scuola non viene considerata dalla politica perché non può essere considerata.
    A cosa serve la scuola? Lo sanno lor signori? Questo è il nodo da spezzare. Come? Inserendo nel novero del governo il prof o la prof più brava che ci sia ? Non serve. Perché sappiamo che il più bravo può essere il peggiore nel concreto governare.
    Ed allora?
    Avere una idea.
    Anche una sola ma frutto dell’ascolto delle varie parti che compongono la scuola nel suo insieme. Questa idea non potrà così che essere espressione problematica quindi aperta e non confezionata.
    Lo stato dell’arte è tale che i vestiti preconfezionati non servono più, le belle pose non servono più, gli sciocchi e le sciocche eccitate da un bel post per dire che hanno una idea fanno solo ridere.
    Ci vuole gran maestro, il sarto di una volta che ti prendeva le misure cento volte. Alla scuola servono anni di studio per sapere quale riforma attuare e rincorrere le emergenze di volta in volta non serve a nulla.

  3. Massimo

    Non c’è niente di normale per la scuola in questa emergenza. Ci siamo come docenti impegnati in qualcosa per la quale non eravamo preparati, per la quale non c’è alcuna forma di tutela e regolamentazione contrattuali. Lo abbiamo fatto generosamente e con senso etico e civico, esponendo noi e i ragazzi a ore di video lezione, senza contezza dei possibili danni conseguenti a un’esposizione così prolungata al computer. Navighiamo a vista, senza idea di cosa questo effettivamente produrrà sui ragazzi sul piano non solo didattico, ma psicopedagogico, cosa significherà in termini di abbandono scolastico e disaffezione verso lo studio. La Francia ha riaperto le scuole nonostante tutto. Alla necessaria prudenza, si deve accompagnare la consapevolezza che lo Stato non può permettersi di rinunciare per un tempo così prolungato alla presenza concreta e visibile della scuola sul territorio. La didattica online non può essere la soluzione. Si trovino al più presto soluzioni adeguate, altrimenti alle mamme ci aggiungeremo anche noi docenti.

  4. Flavio Muraro

    Il tema del “virtuale”, lo ammetto, è affascinante. Così avvolgente, per la sua comodità, che può far pensare che un nuovo modo di fare le cose, senza il contatto umano, sia non solo possibile ma anche auspicabile.
    Non deve però trarre in inganno noi, navigatori dei recessi più intimi dell’Umanità. Riflettevo, per strada, vedendo solo persone mascherate, su quanto poco possa trasmettere il solo sguardo se non è sostenuto dall’infinità di pieghe che assume il viso per dare espressione a quello sguardo e a quanto la sensibilità di una persona sia proporzionale alla capacità di interpretarle, queste pieghe.
    Ci adatteremo a celare i nostri sentimenti sotto un pannicello appeso alle orecchie?
    No, noi uomini questo non lo possiamo sopportare.
    Auspichiamo quindi che riaprano le scuole, palestre dove la gioventù impara a conoscere l’Uomo, non solo le nozioni che vengono trasmesse.
    E con la scuola, auspichiamo che ritorni presto la possibilità di incontrare uomini in carne ed ossa, e non solo pixel.
    Perché l’Uomo che cerca è affamato di Umanità.

  5. Domenico lombardi

    Ho già espresso la mia opinione qualche post scorso da medico del lavoro che ha dedicato tempo allo studio del telelavoro e della formazione a distanza e confermo che questi non cancellano il valore dei sistemi tradizionali ma innegabilmente sono di grande ed ineludibile vantaggio per molte necessità dei nostri tempi !!
    L’optimum a mio sommesso parere e’ integrare non sostituire ne’ rifiutare

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