La Repubblica di Calamandrei

Cari viaggiatori,

per celebrare la Festa della Repubblica scegliamo uno dei tanti pensieri illuminati di Piero Calamandrei, padre costituente. Disse: “Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del parlamento e della magistratura e della Corte costituzionale”.

Parole molto attuali e, purtroppo, poco seguite oggi visto che la scuola è tra le poche attività che non riaprono.

Buon viaggio

10 commenti a “La Repubblica di Calamandrei

  1. Umberto

    La scelta di tener ferma la scuola ed attivarsi per la ripartenza del calcio rappresenta l’ennesima dimostrazione che gli interessi economici prevalgono su quelli dei diritti fondamentali.
    “C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però fra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.” (Erri De Luca, Il giorno prima della felicità)

  2. Eugenio

    Carissimo Gran Maestro,
    Le riflessioni che porgi , con regolarita’ , alla N/s attenzione ci inducono a riflettere
    tenendoci lontano dal pericolo di cadere nel “ profondo sonno della ragione “ che sta demolendo la volonta’ di molte persone privandole del “ dovere “di indignarsi e della volonta di difendere i diritti che abbiamo costruito con il sudore ed il sangue. La scuola gia’ offesa negli ultimi anni e’ oggi sminuita,debole ed incapace di agire. La Scuola o meglio la istruzione e’ il mezzo attraverso il quale si deve formare il futuro del paese, della politica , del buon governo.
    non oso pensare cosa direbbe Calamandrei del percorso di studio dalle elementari alla universita.
    Mi permetto una ultima considerazione di carattere generale ; personaggi come calamandrei appaiono come extraterrestri.
    Tocca a noi interrompere il profondo sonno della Ragione

  3. salimbeni luca

    Ill.mo e Ven.mo GM, la nostra Costituzione è la nostra Bibbia del vivere civile. Racconta quello che siamo stati,siamo e saremo noi e le future generazioni. E’ la carta del nostro Paese, il riferimento massimo delle nostre Leggi e, soprattutto, dei nostri valori. Quelli fondanti che hanno dato linfa alle nostre radici di democrazia e libertà. E’ stata redatta come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano,cui essa la affida perchè se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore. Ora più che mai che la nostra Italia appare sempre più divisa fra nord e sud, tra pochi che hanno fin troppo e tanti che sono sulla soglia della povertà, tra voglia di populismo e rischio di vessazione dei mercati finanziari, fra chi riesce a seguire le lezioni grazie ad internet e chi invece, tanti ragazzi, non ha neanche il computer. La scuola che, purtroppo, non ha letto la nostra Costituzione ai nostri ragazzi, non l’ha fatta studiare ed assimilare, come a Calamandrei sarebbe piaciuto. Leggiamola anche a chi in Italia viene a cercare fortuna scappando da guerre e miserie. Patrimonio comune davvero. Come dice Roberto Benigni “la più bella del mondo”. Non da sapere a memoria, ma da conoscere. La Costituzione racconta chi siamo,sottolinea che il popolo è sovrano, che le nostre basi, forti e ben piantate nel nostro Paese, sono il lavoro, la giustizia sociale, il diritto allo studio e, perchè no, il diritto alla felicità. Rilancia la forza del pensiero e delle idee che mai devono essere limitate. Nasce come risposta a un regime che ,dopo una guerra disastrosa, stavamo definitivamente abbandonando. Nasce dalle lapidi di chi è caduto per la libertà, come Calamandrei ha documentato. Nasce dalle “Villa triste”della banda Koch, della banda Carità, dove, a Firenze, in Via Bolognese, vi era la sede di questi aguzzini e ove è posta a ricordo una lapide di Calamandrei. Nasce per dare un futuro migliore ai nostri figli, per insegnare loro che la cultura è patrimonio di tutti e, da tutti deve essere coltivata, mettendo in condizioni di parità il patrimonio scolastico. Oggi guardiamo, anche con il patrimonio della nostra Carta Costituzionale, verso un mondo diverso, Rappresenta la pietra angolare che regola la vita pubblica del nostro Paese, ne scandisce i tempi, ne indica le modalità, fissa i poteri dei vari corpi statali, sì che gli uni non prevarichino gli altri. E anche gli individui trovano in essa i margini della popria libertà. Trattamento equo ed uguale, senza distinzione di sorta, ma sottolinea anche i nostri doveri che dobbiamo assumerci nei confronti della società in cui viviamo. E i ragazzi, le nuove generazioni, dove “tutto è dovuto”, devono assogettarsi grazie e,soprattutto, alla funzione educativa della scuola. I doveri e i diritti, in equilibrio fra loro, costituiscono il fondamento dell’ordinato, libero e democratico vivere civile. La Scuola serve ad insegnare che ciò non deve essere mai scontato. Abbiamo abbattuto muri, l’Europa è cresciuta, anche se si intravedono ombre che si addensano sul suo futuro, la globalizzazione è un fatto ormai compiuto. Solo partendo dal valore della libertà che la Costituzione custodisce,potremo essere protagonisti del nostro tempo per assicurare un futuro migliore ai nostri figli. Oggi, assistiamo a un degrado politico, morale e giuridico che le inchieste di questi giorni hanno messo in risalto. P. Calamandrei diceva ” quando per la porta della magistratura entra la politica, la giustizia esce dalla finestra”. Ecco, noi liberi muratori bisogna essere baluardo a difesa della nostra Costituzione, come giuriamo al momento della nostra iniziazione. Calamandrei apprezzerebbe molto. Se, un giorno, il GOI, con la sua massima Rapprsentanza, organizzasse un Convegno sul pensiero di Calamandrei e sul contributo da Lui dato alla sua stesura, leggerei un bellissimo opuscolo da Lui scritto , “Quaderni dell’Italia Libera n. 7”, settembre 1944, che era la rivista del Partito d’Azione, lasciatami in eredità da mio padre e di cui sono in possesso di tutti i quaderni, dal titolo “La coscienza civile della Nuova Italia”. Qui ho trovato bellissima una sua massima: ” la libertà è come l’aria: ci si accorge quanto vale quando comincia a mancare”. Con il tfa Luca Salimbeni

  4. Massimo Bianchi

    Quella dell’attenzione alla scuola pubblica è una costante della nostra Storia.Scrisse Adriano Lemmi “dove c’è una chiesa apriamo una scuola” al fine di sottrarre ai parroci il monopolio dell’istruzione popolare.Spesso ricordiamo Il Fr.Coppino a cui dobbiamo l’obbligo della scuola elementare e il libro Cuore che formò generazioni di lettori.
    Purtroppo nei tanti spesso indecifrabili decreti la scuola ha avuto poche e contraddittorie attenzioni.Un segno dell’involuzione della nostra classe politica ,più preoccupata delle palestre e del calcio che di tutelare il diritto dei nostri giovani di tornare sui banchi .
    Negli auguri che ho rivolto al nostro GM per la festa della Repubblica mi sono permesso di sperare che la Quarta Repubblica ci faccia dimenticare la seconda e la terza.Gli auguri gli estendo a tutti i fratelli.

  5. Massimo Frana

    La scuola statale, pubblica e laica, è una delle grandi conquiste dell’Illuminismo e della massoneria. Lo dimentichiamo spesso. Uno Stato che non impegna le sue migliori risorse sulla scuola di tutti e per tutti è uno Stato destinato a ripiombare nell’oscurantismo e nel sottosviluppo.

  6. Ottavio Spolidoro

    L’assoluta preminenza della produzione, la necessità di assicurarsi il primum vivere ha fatto dimenticare la scuola. Già prima alla scuola non era dedicata grande attenzione. Ed invece essa incide, fornendo conoscenza e capacità critica, proprio sul primum vivere anche e soprattutto in riferimento alla Carta, alla sua conoscenza, alle lotte per attuarne nella realtà effettuale i valori.
    Il contesto di accecamento opera.
    Grazie Gran Maestro

  7. Raffaele Macarone Palmieri

    Caro Stefano, nella vita sociale l’istruzione occupa un posto cruciale e fondamentale nel ranking dei valori essenziali. Infatti nella scuola c’è un primo contatto tra individuo e collettività: a scuola inizia a esprimersi lo spirito critico di ognuno, senza il quale ogni democrazia è formale. Apprendere diventa più un progetto che una costrizione e porta più domande che risposte nella misura in cui si tratta di entrare nella complessità piuttosto che chiudere la realtà nelle materie di un programma didattico.

    L’atto di apprendere coinvolge, se ben interpretato e ben vissuto, l’insegnante e lo studente.

    La scuola non è un ambiente chiuso, non è destinata a diventare un monastero protetto dalle turbolenze sociali né una sorta di limbo utopico provvisorio che metta i futuri cittadini a contatto con i valori umanistici che si spera conservino immutati in tutta la vita.

    La scuola è nella democrazia e prepara gli studenti a diventarne attori.

    La parola d’ordine, per tutti nella scuola pubblica della Repubblica, può essere, mi domando, altra che la democratizzazione del sapere e la formazione dei cittadini? e può fare a meno di pratiche educative, pedagogiche e didattiche conformi ai valori della democrazia?

    Un mio compagno di 3 anni di Liceo al Giulio Cesare di Roma, Antonello Venditti, licenziati insieme nel 1967, così canta esprimendo il sentire di molti degli studenti del momento…” eravamo 34 quelli della IIIE, tutti belli ed eleganti…mio padre una montagna troppo alta da scalare…nel paese una coscienza popolare…davanti alla scuola pensavo ‘viva la libertà’ ” e Antonello si domanda ancora da cittadino forse ormai deluso : ” tu dove sei coraggio di quei giorni miei, coscienza, voglia e malattia di una canzone ancora mia, nasce qui da te, qui davanti a te, Giulio Cesare “.

    Vissuto comune, inseparabile…

  8. Paolo Mercati

    Sicuramente l importanza della scuola…”pubblica” (perché la scuola deve essere pubblica e non privata!!!)…era ben conosciuta da coloro che amministrando il potere dietro ad una tonaca tenevano più persone possibili nell’ignoranza riservandola quasi esclusivamente a quelli che la stessa tonaca vestivano.
    Ignoranza che ha sempre permesso di tenere sottomessi i popoli, più facili da governare di coloro che con l’ istruzione hanno imparato e si sono creati un giudizio critico che gli ha fatto vedere le cose da altri punti di vista, senza temere e addirittura sfidando chi era al potere.
    Non a caso moltissimi ministri dell’ istruzione erano Fratelli che avevano capito l importanza fondamentale dello studio per la costruzione del libero pensiero da attuare fin da bambini.
    Purtroppo oggi la scuola sta vivendo una deriva impressionante, con un continuo impoverimento della cultura e della conoscenza.
    I ragazzi spesso non riescono a districarsi nelle problematiche che la scuola vive e non riescono a trovare nella scuola quel gran trampolino di lancio che la stessa dovrebbe essere.
    Oggi avvengono delle cose secondo me grottesche….ricorsi al Tar, denunce, avvocati,psicologi ecc. perché il figlio non è stato ammesso agli esami di maturità o per un brutto voto!!!
    La scuola deve far capire che non sempre le cose vanno per il verso che vorremmo, che ogni sconfitta deve essere un insegnamento per la vita e non una mortificazione, che il ruolo di genitore non è quello di dare sempre ragione ai figli anche quando non ne hanno e dare sempre le colpe agli insegnanti.
    Spero che questo appiattimento a favore del calcio,dei social, dei telefonini, e dell’ effimero non riporti le persone ad un nuovo appiattimento e ad una nuova deriva sociale!!
    Come diceva Calamandrei di sicuro un’ottima scuola è più importante di un mediocre parlamento!!!

  9. Pasquale Cerofolini

    Carissimi Viaggiatori e caro SGM ,

    riporto una frase sintetica di cui non conosco l’autore( Piero Angela ! Forse sì forse no!) che mi sembra appropriata :

    “… un paese che freme per la ripresa del calcio e NON per la ripesa didattica della scuola , … non ha futuro …” .

    TAF

    Vostro fr. Pasquale Cerofolini

  10. Gaetano Rosato

    Venerabilissimo Gran Maestro,
    purtroppo, la scuola è una delle poche attività che non riaprono perche è un’attività che, indipendentemente dal Covid 19, già stazionava, da alcuni decenni, nella più totale emergenza.
    L’ignavia e l’incapacità di chi si è alternato al governo del sistema scuola ha costantemente contribuito al disfacimento di uno dei pilastri del sistema Paese.
    La scuola non è nelle condizioni di ripartire, ahinoi!
    E a settembre? Stiamo tranquilli, è al lavoro la task force del Ministero dell’Istruzione. Obiettivo: studenti metà settimana a scuola e metà a casa, metà in aula e metà online.
    Con la convinzione che la scuola costituisca un mezzo essenziale per garantire la piena cittadinanza, il consapevole esercizio dei diritti e dei doveri e, su di un piano più generale, il progresso di una società, auguriamoci che il futuro possa riservarci la piacevole sorpresa di una scuola organizzata e che funzioni.
    Grazie sempre per il proficuo viaggio

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