Il profeta e la ricetta

Cari viaggiatori,

incontro il pensiero di Margaret Mead: “Il profeta che ammonisce senza presentare alternative accettabili, contribuisce ai mali che enuncia”.

Ha ragione o no?

Buon viaggio

18 commenti a “Il profeta e la ricetta

  1. ANDREA

    L’esempio è l’unica cosa che vale! Io non seguirei mai nessuno se il suo fare o essere è diverso da quello che propone o enuncia

  2. Moskovic

    No. Il solo fatto di individuare un problema e renderlo noto agli altri è già lodevole. Certo, sarebbe meglio proporre anche una soluzione, ma magari la soluzione potrebbe arrivare da qualcuno che si è reso conto dell’esistenza del problema grazie agli ammonimenti del profeta.

  3. Umberto

    Ma il profeta pre-dice ciò che ha saputo dal suo dio e non lascia spazio a dubbi o interpretazioni diverse.
    Ergo, assume un dogma e lo diffonde e sol per questo si deve ascoltare cum grano salis.
    Se, invece, presentasse alternative accettabili sarebbe un falso profeta, di cui è pieno il mondo ed ascoltarlo è solo una perdita di tempo.

  4. Giovanni Verdoliva

    Assolutamente Si!
    Il pensiero della Mead è abbastanza provocatorio, sebbene in sé, racchiude una verità assoluta ovvero l’obbligo da parte di chi “pre-vede” di indicare quantomeno alternative accettabili.
    Ammonire senza indicare una valida alternativa contribuisce ad indurre nell’ interlocutore una malsana voglia di trasgredire (fosse anche solo per dimostrare di aver ragione) , un pó come il genitore che vieta al proprio figlio di compiere un azione perché per vissuto o per esperienza fatta ne conosce già l’esito, ma erroneamente vieta senza indicare l’alternativa giusta e/o plausibile da poter percorrere.
    In conclusione penso che è d’obbligo da parte di chi ha la capacità o l’esperienza di pre-vedere, ammonire ed al contempo indicare una alternativa accettabile.

  5. MMC

    Confucio ebbe a dire qualcosa che la Storia trasformò nell’aforisma di un anonimo. Aforisma piuttosto noto e che qui non riporto; ricordo invece al viaggiatori il pensiero del filosofo cinese per come lo rammento io: “O porti almeno una soluzione, o anche tu sei parte del problema”. Mi sembra un pensiero notevole. Ciao

  6. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Fr. Stefano
    Cari Viaggiatori

    Riflettere ed esprimersi su quanto proposto, é interessante e personalmente non facile … argomento meritevole comunque di ulteriori e proprie considerazioni…..

    Istintivamente credo corretto per il Profeta enunciare e sulla questione enunciata anche ammonire…, il profeta é colui che ricevuto il messaggio lo ripropone non modificato e quindi potrebbe al momento della enunciazione non essere in línea con ció che trasmette…

    Desidero comunque rifletterci ancora su quanto proposto, grazie per averci invitato a questo tavolo di pensieri… …

    TFA Buon Viaggio

    Fr. Pasquale Cerofolini

  7. MMC

    Confucio ebbe a dire qualcosa che la Storia trasformò nell’aforisma di un anonimo. Aforisma piuttosto noto e che qui non riporto; ricordo invece al viaggiatori il pensiero del filosofo cinese per come lo rammento io: “O porti almeno una soluzione, o anche tu sei parte del problema”. Mi sembra un pensiero utile soprattutto ai profeti di sventura.

  8. Marcello Mersi

    No! Non ha assolutamente ragione. Chi ammonisce su qualsiasi argomento, deve per me, necessariamente, indicare o proporre soluzioni. In caso contrario penso anche io che “sia parte del problema”. Grazie della riflessione Gran Maestro. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  9. Livio Giraudo

    A mio parere ha ragione.
    Ė facile ammonire giudicando i pensieri ed i comportamenti altrui dopo che sono stati posti in essere.
    Più difficile ė proporre un’alternativa credibile. In primo luogo si deve trovarla e saperla esporre con chiarezza. Poi, fatalmente, ci si espone alle critiche, soprattutto da parte di coloro che non hanno saputo farlo.
    E questo richiede coraggio, ed….
    il coraggio uno non se lo può dare….

  10. Alberto Pazzagli

    Dato che quasi tutti sono in grado di vedere gli errori, i profeti servono proprio a proporre le soluzioni. Si, è decisamente parte del problema chi individua facilmente la magagna ma non si assume la responsabilità di proporre una soluzione: fa la figura del saggio a buon mercato, senza correre il rischio di sbagliare o scontentare i suoi clientes. Mi permetto di suggerire Emerson, e il suo tema della self-reliance.

  11. Aldo Cozzi

    Caro G M , una volta ad un corso di comunicazione ci imponevano di fare una critica a persone o cose , solo se riuscivamo a dire cinque cose positive di quella persona e cosa …..chi avvista la costa nella nella nebbia, sicuramente non sa portare la nave in porto ….ma il suo compito e’ quello di avvistare ….non e’ detto che percepire il pericolo o una cosa errata , debba andare di pari passo con l’abilità ben diversa di programmare risoluzioni o ideare possibilità di riuscita in emergenza ….anche qui l’umiltà di un Gruppo e’ quella di prendere quella qualità emergente del singolo e proporla a tutti quelli che sanno volare oltre l’ostacolo …..altra cosa e’ l’esempio del Profeta ….se non traccia anche una rotta non allontana il Gruppo dal pericolo ….

  12. Giancarlo delli Santi

    Molti anni fa mi ero in giovane ufficiale medico, c’erano molti problemi da risolvere, ed io entravo ed uscivo dall’ufficio del mio comandante per parlargliene. Come me molti altri ufficiali. Un giorno mi disse : “dottore rifletti , se vieni da me con un problema, ma senza una o piu soluzioni di cui parlare e che io possa adottare, allora sei solo parte del problema”. Nella migliore delle ipotesi.

  13. Raffaele Macarone Palmieri

    C’è oggi, caro Stefano, mi pare di poter dire una sorta di esitazione nel “profetismo” nonreligioso, soprattutto in quello politico, nel fornire soluzioni a mo’ di ricette.
    Il campo di maggior interesse dell’antropologa Marguerite Mead è stato quello politicosociale che ritengo abbia voluto immaginare e presentare con le figure del profeta e delle sue ricette. E in tal senso sviluppo le mie riflessioni.
    Penso che ognuno di noi percepisca che la politica si sia, recentemente, allo stesso tempo pacificata e relativamente banalizzata, abbia perso cioè quel carattere di confronto/scontro “maschio” e totale di un tempo; alcuni percepiscono ciò in maniera favorevole, altri parallelamente denunciano la debolezza di un discorso politico siffatto.
    Manca e viene deplorata, dalle persone più illuminate, l’assenza di un “grande disegno”. I commentatori politici, politologi – orribile e cacofonica espressione – pensano che la politica sia asfittica e letargica e questo giudizio è fortemente condiviso nei discorsi dei cittadini della strada.
    Per uscire fuori da questa desolante apatia, quale ricetta? Potrebbe essere necessario riproporre la figura del militante appassionato votato a risuscitare, senza violenze fisiche, la contrapposizione assoluta.
    Altrimenti il distacco dalla politica, espressione di radicale perdita di fiducia nella democrazia, sarà inesorabile.
    Mi pare, però, che nessuno voglia fare un passo atto a smuovere il castello creato, che garantisce esclusivamente i privilegi creati.

  14. ottavio spolidoro

    Penso che ammonire e profetare abbiano un nesso forte nella frase che il GM ci propone.
    Il profeta legge la storia, ne coglie le particolarità tanto che indica una strada e solo in tal senso ammonisce; ammonire in quel caso non significa comandare ma solo indicare (in/dike) l’importanza di un percorso da seguire ed i rischi che si corrono a non farlo.
    “Facile Profeta” infatti si indica colui che addirittura faccia, mascherandola da profezia, una affermazione scontata e bislacca alla Catalano per intendersi “se cadrai potrai farti male”
    Ma c’è un altro aspetto che invece ritengo rilevante: la prassi seguita dal profeta.
    Un giorno gli studenti del corso di filosofia del grande Schopenhauer lo sorpresero mentre usciva da un bordello. Ecco: la sua bellissima risposta di allora è un aspetto
    L’altro è un invito a considerare con estrema tolleranza coloro che inutili profeti si riempiono la bocca ad esempio di libertà quando non liberalizzante è la loro prassi la loro vita, il modo in realtà con cui trattano gli altri. Parole Parole Parole.
    Un saluto ed un abbraccio ai viaggiatori
    Grazie Gran Maestro.

  15. Carlo Spinatelli

    Buongiorno, ho letto la riflessione che proponi carissimo GM e subito c’era qualcosa che mi stonava. Rileggendo attentamente il passaggio “il profeta ammonisce” mi sembra quasi un ossimoro, ovvero non vorrei un profeta che mi ammonisce ma un profeta che risveglia. Non un profeta che sottolinea problemi e indica soluzioni, ma il profeta è colui che punta il dito dritto al nostro cuore ed è capace di risvegliare i nostri sentimenti, perché le soluzioni di cui abbiamo bisogno non sono scritte, ma abitano dentro di noi. Sta a noi renderle operanti. In questo la nostra istituzione mi aiuta tanto. Grazie

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