Il maestro e lo scorpione

Cari viaggiatori,

tra i tanti messaggi che si ricevono ogni giorno sul telefonino, oggi ne ho scelto uno. Eccolo, così come l’ho ricevuto.

Un maestro zen vide uno scorpione annegare in uno stagno e decise di trarlo in salvo. Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per l’effetto del dolore, il maestro lasciò l’animale che di nuovo cadde in acqua in procinto di annegare. Il maestro tentò di tirarlo nuovamente fuori dall’acqua e l’animale lo punse nuovamente.
Un giovane discepolo che vide la scena gli si avvicinò e gli disse:
– Scusate, maestro, ma perché continuate? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall’acqua, lo scorpione vi punge?
Il maestro gli rispose:
– La natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare.
Allora il maestro rifletté e con l’aiuto di una foglia, tolse lo scorpione dell’acqua e gli salvò la vita, poi rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò:
– Non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa male, prendi solo delle precauzioni. Purtroppo gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli viene offerto. Ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene o smettere di abbandonare l’amore che vive in te.
Gli uni perseguono la felicità, gli altri la creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è ciò che sei, mentre la tua reputazione è solo ciò che gli altri pensano di te.
Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere.

Buon viaggio

4 commenti a “Il maestro e lo scorpione

  1. Raffaele Macarone Palmieri

    Il Maestro ricorda quanto sia fondamentale la scelta tra essere consapevoli di chi siamo e di cosa vogliamo realmente e accettare cosa gli altri pensano e dicono di noi. L’essere umano è un’entità multidimensionale, il nostro benessere è una questione di equilibrio tra differenti condizioni: fisica, psichica, sociale e le nostre azioni e le loro conseguenze. Per poter abbracciare e tenere tutto ciò insieme dobbiamo, caro Stefano, innanzitutto conoscerci nel fondo e avere fiducia in noi stessi, perché solo così potremo fare astrazione dal dolore della puntura di qualunque scorpione. Soltanto essendo noi stessi, sentendoci addosso la ‘giustezza’ del nostro essere, trovando la nostra intima natura ci preoccuperemo più della nostra coscienza che della nostra reputazione.
    La perseveranza, una volta acquisita la contezza di essere nel giusto, e la concentrazione sull’obiettivo sono altri mezzi indispensabili al raggiungimento dello stesso, costi qualunque sacrificio, sembra anche volerci trasmettere il Maestro Zen.

  2. Marcello Mersi

    Carissimo G.M., l’ultima frase della tua riflessione odierna è molto significativa : “Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere”.
    Mi rivedo in questa affermazione e la faccio mia, perché nella mia vita ho avuto forse più di mille ragioni per piangere, per disperarmi, ma ho reagito dimostrando agli altri, ma soprattutto a me stesso, di avere mille e poi ancora mille ragioni per sorridere e reagire alle avversità che dovevo affrontare. Scusami per aver sottoposto ai Viaggiatori questa storia personale, ma ho sentito il bisogno di esporla. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  3. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Stefano ,
    Cari Viaggiatori,

    nella ‘ correttezza ‘ personale del proprio essere , come nella ‘ correttezza ‘ personale dell’essere altrui , tutto è perfetto nel comportamento e nell’agire ; e in quel territorio ‘ proprio e altrui ‘ , non esiste il giusto e l’ingiusto in quanto tutto è nella reciproca correttezza del territorio di appartenenza..

    In riferimento all’aneddoto proposto quindi , esistono due Maestri , il maestro che ‘ parla al discepolo ‘ e il maestro ‘ scorpione ‘ ; l’uno che salva e l’uno che punge .

    Difficile ma non per questo impossibile , è individuare il possibile ‘ sentiero di mezzo ‘ tra i due, percorso congiunto che sempre esiste e rende liberi se individuato, vuoi nella emozione allegorica del ‘ sorriso ‘ e vuoi nella emozione allegorica del ‘ pianto ‘ ; allegorie emozionali uguali , da osservare e comprendere , di pari valore , in quanto sono solamente le ragioni che provocano l’emozione da vedere e da capire , provocando , se capite , uno stato di mutuo benessere superiore … ” Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere.” …

    Buon Viaggio . TFA .

    Fr. Pasquale Cerofolini

  4. MMC

    Citazione.
    “Uno scorpione chiede ad una rana di lasciarlo salire sulla sua schiena e di trasportarlo sull’altra sponda di un fiume. In un primo momento la rana rifiuta, temendo di essere punta durante il tragitto. L’aracnide argomenta però in modo convincente sull’infondatezza di tale timore: se la pungesse, infatti, anche lui cadrebbe nel fiume e, non sapendo nuotare, morirebbe insieme a lei. La rana, allora, accetta e permette allo scorpione di salirle sulla schiena, ma, a metà strada, la punge condannando entrambi alla morte. Quando la rana chiede allo scorpione il perché del suo gesto folle, questi risponde: “È la mia natura!”.”

    Citazione:

    “Origine
    Illustrazione ottocentesca di una variante dal Kalila wa Dimna: la tartaruga e lo scorpione.
    L’origine e l’autore non sono noti. La storia è spesso attribuita a Esopo, tuttavia nelle sue favole appaiono solo delle variazioni. Uno studio pubblicato nel 2011 indica una connessione tra la genesi della fiaba e la tradizione del Panchatantra[4], una raccolta di favole di animali risalenti all’India del III secolo a.C.

    Omaggi e citazioni
    Il racconto viene menzionato nei film Rapporto confidenziale (1955) di Orson Welles, Notte italiana (1987) di Carlo Mazzacurati, Skin Deep – Il piacere è tutto mio (1989) di Blake Edwards, La moglie del soldato (1992) di Neil Jordan, E morì con un felafel in mano (2001) di Richard Lowenstein, The Boondock Saints 2 – Il giorno di Ognissanti (2009) di Troy Duffy, Ingranaggio mortale (2009) di Franck Khalfoun e Drive (2011) di Nicolas Refn.”

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