Un commento a “L’algoritmo

  1. Marcello+Mersi

    Carissimo G.M., internet rappresenta la più grande rivoluzione del nostro tempo. Una rivoluzione che ha cambiato abitudini e stili di vita consolidati. Una trasformazione che è ancora ben lontana dall’essersi conclusa e che apre scenari sempre nuovi e affascinanti. Pur avendo introdotto grandi comodità e miglioramenti nelle nostre vite, internet è anche un pericolo. Navigarci richiede grande prudenza. Come nella vita di tutti i giorni, anche su internet possiamo venire in contatto con adescatori e criminali, possiamo cadere vittime di truffe, prepotenze e raggiri, possiamo rovinarci col gioco d’azzardo (e non solo i nostri ragazzi). Al di là di tali esperienze negative, penso che internet abbia cambiato il nostro modo di entrare in contatto col mondo, che non avviene più in modo diretto, corporeo, scontrandosi con la concretezza di persone ed oggetti, ma in modo indiretto, attraverso la mediazione del computer, davanti al quale siamo sempre più soli a vivere le nostre esperienze virtuali. Talvolta invece di moltiplicare le nostre capacità e possibilità, il computer genera allora alienazione e distacco dalla realtà. Diventa un mezzo che favorisce il ripiegamento su se stessi, un accogliente rifugio dove ripararsi dalla paura di affrontare il mondo esterno. Diventa come la bottiglia per l’alcolizzato, qualcosa di cui non riusciamo più a fare a meno, che interferisce con lo svolgimento della nostra vita quotidiana, con lo studio, gli amici, lo sport, gli affetti. Il primo a parlare di dipendenza da internet è stato uno psichiatra americano nel 1995. Con un intento quasi provocatorio verso la comunità scientifica, chiamò la “tossicomania” da connessione, capace, a suo avviso, di generare vere e proprie sindromi da astinenza. Anche se esistono differenti correnti di pensiero, sono nati anche in Italia i primi, ambulatori per la cura della dipendenza da internet. I principali sintomi dell’abuso della rete sono : eccessiva stanchezza, alterato ritmo sonno-veglia, perdita di appetito, calo del rendimento scolastico o lavorativo, diminuito senso della realtà. In generale, vita relazionale, sociale e professionale modificata.
    Sicuramente il modo per superare il rapporto distorto col computer passa attraverso il coinvolgimento della famiglia e la capacità di ascolto da parte di genitori e insegnanti. “Generazione touch screen”, “nativi digitali”, “generazione dello zapping”, bambini, adolescenti e giovani di oggi in genere conoscono le nuove tecnologie meglio di genitori e di insegnanti. Forse pensano addirittura in modo diverso rispetto alle generazioni passate e il loro quoziente di intelligenza è più elevato. Vivono immersi in un mondo virtuale che sarà il mondo di domani. La tecnica ha senz’altro degli aspetti oscuri di cui tenere conto, tuttavia sarebbe assurdo, a mio parere, criminalizzare l’uso dei computer. Sarà probabilmente attraverso il computer che domani troveremo lavoro, risolveremo problemi e organizzeremo politica e istituzioni. Lo sviluppo dei social network (Facebook, Twitter, ecc.) ci dimostra che persino la nostra vita di relazione può trarre benefici dall’uso della rete. L’informatica è il nostro futuro. Non sottovalutiamo i pericoli del Web, ma non creiamo malati “immaginari”, in nome di un concetto di normalità troppo rigido e unilaterale. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

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