Uno non vale l’altro

Caro viaggiatori,

“uno vale uno” è stato lo slogan vincente dell’ultima campagna elettorale per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato. Giusto. In democrazia il voto di chi ha cariche istituzionali pubbliche vale quanto quello di un neomaggiorenne. Ma “uno vale uno” non vuol dire che “uno vale l’altro”. Chi ha ruoli di responsabilità deve avere caratteristiche che non hanno tutti i cittadini.

Un libro di Carlo Ossola, Trattato delle piccole virtù, é un breviario di civiltà per chi ha “un ruolo” e per chi non ne ha ma, secondo me, è una buona lettura soprattutto per chi ricopre incarichi di responsabilità in istituzioni pubbliche o in associazioni private.
Ossola ci invita ad assimilare queste virtù: affabilità, discrezione, bonarieta’, schiettezza, lealtà, gratitudine, premura, urbanita’, misura, pacatezza, costanza, generosità. Aggiungerei coraggio, serenità, tolleranza, forza, resilienza. Perché “uno non vale l’altro”.

Buon viaggio

12 commenti a “Uno non vale l’altro

  1. Gilberto

    Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
    C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
    un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
    Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
    un tempo per demolire e un tempo per costruire.
    Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
    un tempo per gemere e un tempo per ballare.
    Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
    un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
    Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
    un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
    Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
    un tempo per tacere e un tempo per parlare.
    Un tempo per amare e un tempo per odiare,
    un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

  2. Giovanni Quattrone

    Un giorno chiesero al grande matematico persiano Al-Khawarizmi sul valore dell’essere umano, così rispose: “Se ha Etica, allora il suo valore è 1. Se in più è intelligente, aggiungete uno zero e il suo valore sarà 10. Se è ricco, aggiungete un altro zero e il suo valore sarà 100. Se, oltre tutto ciò è una bella persona, aggiungete un altro zero e il suo valore sarà 1000. Però se perde l’uno, che corrisponde all’Etica, perderà tutto il suo valore perché gli rimarranno solo gli zeri.”

    • Marco Tupponi

      Venerabilissimo Gran Maestro, grazie di queste riflessioni che stai postando con una certa regolarità.
      Servono a me ed a tutti noi Fratelli per sentirTi, sentirci vicini.
      Uno non vale uno mai in nessun campo.
      Io sono un avvocato e non un medico e non potrei mai avere le competenze di un medico o di un idraulico o di un minatore.
      Cerchiamo di essere anche noi coerenti sempre, nella vita massonica e nella vita profana con ciò che tu scrivi.
      Noi Massoni però abbiamo un plus: lo slancio continuo per migliorarci e comprendere i nostri limiti per superarli id almeno provarci.
      Questo periodo”casalingo” ci faccia riflettere e ci permetta intimamente di levigare un po’la nostra pietra così, quando tutto sarà finito, poter lottare per i nostri ideali e dare un contributo maggiore al e nel Mondo Profano.
      Ti abbraccio fortissimo e fraternamente.
      e ti invio un saluto dalla Romagna.

  3. In un campo ho veduto una ghianda: sembrava così morta, inutile.
    E in primavera ho visto quella ghianda mettere radici e innalzarsi, giovane quercia verso il sole.
    Un miracolo, potresti dire: eppure questo miracolo si produce mille migliaia di volte nel sonno di ogni autunno e nella passione di ogni primavera.
    Perché non dovrebbe prodursi nel cuore dell’uomo?
    Khalil Gibran

  4. Aldo Cozzi

    Purtroppo questo argomento ci porta ed un vicolo cieco che vede al suo limite un alto muro con una scritta Uguagliaza….dobbiamo però in questo percorso osservare bene cosa per terra troviamo….per terra troviamo vari arnesi di lavoro, e altro; ognuno di essi serve per una professione , per un commercio, per una guida…guai raccattare strumenti che non sapremmo usare, uno perché non ne faremmo nulla, due perché li toglieremmo a chi con essi potrebbe costruire, curare, ecc….Che fare, occorre pensare e trovare il modo che Chiunque possa esprimersi secondo una sua conoscenza che non può essere collettiva ne universale, e fare inmodo così che ognuno in modo demandato ma partecipativo dia e abbia la possibilità di esprimere con le sue conoscenze , limiti, possibilità , chi è atto alla guida o alla risoluzione di elementi che riguardano tutti. Come saremmo tutti noi contenti di potere partecipare a grandi scelte con i pochi e poveri strumenti e capacita’ che abbiamo. Basta trovare e studiare il modo che questo avvenga …così facendo ci avvicineremmo a quello che tutti anelano l’uguaglianza.

  5. Andrea

    La vita, lo sappiamo è per certi versi una gara, l’Italia in tanti anni di duro sacrificio ci ha messo in condizioni di partire tutti dalla stessa linea del via ( almeno virtualmente in partenza uno vale uno) ma ciascuno di noi è libero di metterci più cuore, impegno, coraggio e sacrificio. E alla fine solo questi arrivano al traguardo. Uno non vale l’altro. Troppi credono che già il solo fatto di essere sulla linea di partenza senza sforzo sia essere arrivati al traguardo.

  6. Massimo

    La profonda crisi dei partiti, divenuti sempre più cartelli elettorali, che si mettono in moto soltanto in prossimità delle elezioni, impedisce un’attenta selezione di candidati e dunque, di coloro che ci rappresentano. Prevalgono figure che garantiscono sempre più interessi lobbistici, particolari e familistici, mentre il dibattito politico si fa via via minimalista, demagogico, privo di lungimiranza. La massoneria deve essere, come è stato nella sua secolare storia, un faro, custode di valori e costruttrice di orizzonti di comprensione e lettura del nostro mondo e delle sue linee di sviluppo.

  7. Elio Cirimbelli

    Carissimo VGM, Fratrlli cari,
    Ognuno di noi é un filo unico e irripetibile nell”intricata rete della vita ed è qui per dare un contributo”.
    Questo mi fa dire soprattutto in questo momento, che a livello politico, per ricoprire posti chiave, Ministeri e Dicasteri ci voleva competenza e professionalità.
    Ma non è mai troppo tardi!
    elio.ci.

  8. Ottavio

    Scrive Max Weber in “il lavoro intellettuale come professione “ pag.109 Einaudi editore: “dobbiamo renderci conto che ogni agire in senso etico può oscillare tra due massime radicalmente diverse e inconciliabilmente opposte: può cioè esser orientato secondo l’etica della convinzione oppure secondo l’etica della responsabilità. Non che l’etica della convinzione coincida con la mancanza di responsabilità e l’etica della responsabilità con la mancanza di convinzione. Ma v’è una differenza incolmabile tra l’agire secondo la massima dell’etica della convinzione, la quale – in termini religiosi- suona: {il Cristiano opera da giusto e rimette l’esito nelle mani di Dio}, e l’agire secondo la massima dell’etica della responsabilità, secondo la quale bisogna rispondere delle conseguenze ( prevedibili) delle proprie azioni.
    Uno non vale uno appunto perché diverso è il piano dell’etica.
    Grazie Gran Maestro !

  9. MMC

    «Ossola ci invita ad assimilare queste virtù: affabilità, discrezione, bonarieta’, schiettezza, lealtà, gratitudine, premura, urbanita’, misura, pacatezza, costanza, generosità. Aggiungerei coraggio, serenità, tolleranza, forza, resilienza». Ma anche pazienza, resistenza (che è cosa ben diversa dalla resilienza), attitudine a sopportare l’invidia, cinismo, auto conservazione, tendenza alla carità e propensione all’esclusività. Secondo me, naturalmente.

  10. Ottavio Spolidoro

    Ottavio Spolidoro
    Scrive Max Weber in “il lavoro intellettuale come professione “ pag.109 Einaudi editore: “dobbiamo renderci conto che ogni agire in senso etico può oscillare tra due massime radicalmente diverse e inconciliabilmente opposte: può cioè esser orientato secondo l’etica della convinzione oppure secondo l’etica della responsabilità. Non che l’etica della convinzione coincida con la mancanza di responsabilità e l’etica della responsabilità con la mancanza di convinzione. Ma v’è una differenza incolmabile tra l’agire secondo la massima dell’etica della convinzione, la quale – in termini religiosi- suona: il Cristiano opera da giusto e rimette l’esito nelle mani di Dio, e l’agire secondo la massima dell’etica della responsabilità, secondo la quale bisogna rispondere delle conseguenze (prevedibili) delle proprie azioni.
    Uno non vale l’altro perché diverso è il piano dell’etica.
    Grazie Gran Maestro !

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