La spiritualità e la salute

Cari viaggiatori,
qualche settimana fa il presidente della Conferenza episcopale italiana Gualtiero Bassetti disse che l’anima vive in un corpo fragile. Una bella sintesi per dire perché era giusto il divieto di “dir messa” per tutelare la salute pubblica. Dalla serata di domenica 26 aprile sta facendo discutere la presa di posizione dei vescovi italiani contro la prosecuzione del divieto di celebrare le messe prevista anche dall’ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri.
Finora la Chiesa si era adeguata alle direttive del governo e, anzi, si era scagliata contro quei politici che erano favorevoli alla celebrazione della messa anche in questo periodo di emergenza sanitaria. I vescovi con una nota ufficiale diffusa nella tarda serata del 26 aprile hanno scritto che l’impegno dei fedeli nel mondo, anche in questa fase di emergenza coronavirus, “nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.
Anche i più anticlericali non possono far finta che l’esigenza spirituale non sia una richiesta diffusa. E’, infatti, un bisogno che hanno tutti gli uomini, indipendentemente dalla fede professata o dal non professarne alcuna.
La decisa presa di posizione della Cei porta in primo piano l’esigenza spirituale, che va al di là delle modalità con cui i vescovi italiani l’hanno esternata.
Buon viaggio

20 commenti a “La spiritualità e la salute

  1. Giovanni Quattrone

    Da laico ho grande rispetto per tutte le fedi, ma non per l’integralismo di qualunque colore.
    La spiritualità è al di là della fede e non ha bisogno di dimostrazioni.
    In questo grande caos sarebbe necessario essere accorti, anche perché mi sembra che si navighi in un mare di incognite.
    Per la serie: poche idee ma confuse!
    Si può pregare anche sotto il cielo stellato.
    Un fraterno saluto ai viaggiatori e un grazie al Gran Maestro.

  2. Salvatore

    Si può pregare anche fuori dai luoghi di culto. La preghiera è un fatto personale tra l’uomo e Dio. Il massone e tale anche fuori dalle officine.

  3. Carlo Enrico Guardi

    Buonasera. Il nostro Venerabilissime Gran Maestro alla fine dell’articolo è andato oltre la diatriba del torto o della ragione, volando alto, mettendo in primo piano l’esigenza profonda della spiritualità che prende vigore per i cattolici all’interno della Chiesa e per noi massoni all’interno della Loggia

  4. Ottavio Spolidoro

    Chiese aperte si/ Chiese aperte no
    Questa l’alternativa sui cui si è concentrata la CEI. “Nel convento altrui non si porta la propria regola” e così cerco di capirci qualcosa. Ad una analisi delle ragioni che militano per l’una o l’altra tesi non accedo, per un motivo semplice,o, se volete, banale: non è questa forse l’alternativa. Penso invece che essa sia tra prudenza e imprudenza. Quello che la scienza sa di questo virus e’ ancora poco. Ma “il poco” per gli scienziati è tanto per noi. Una delle cose che sa per certo e’ che il distanziamento sociale si impone come misura atta ad evitare il diffondersi del contagio. Ora, immaginiamo un dialogo tra un cittadino che vuole andare in Chiesa ed uno scienziato: cittadino: scusi dottore ma si può frequentare la Chiesa e svolgere le funzioni rituali con il corona virus in giro? Scienziato: quello che so è che tutto si può fare ma è necessario evitare che possano esserci occasioni di contagio. Il cittadino: che significa? Le chiese si possono riaprire o no ? Lo scienziato : le ripeto quello che ho detto,tutto si può fare ma è necessario evitare che possano esserci occasioni di contagio! Il cittadino: ma allora si o no? E così di seguito in un dialogo infinito.
    Nella domanda c’è una esigenza di libertà cui lo scienziato non può rispondere se non con quel che sa e certo non assumendosi responsabilità ( che nel suo caso sarebbero specifiche). E scatterebbe il : tu l’hai detto!
    Ed allora l’alternativa non esiste in questi termini. Potrebbe esistere tra prudenza ed imprudenza ? Tra prudenza e coraggio? Tra prudenza e libertà? Tra sapienza e saggezza? Visto che è la CEI, forse San Tommaso può essere utile perché se cito un fratello nostro son guai. Ed allora San Tommaso riprendendo Aristotele ( si badi, non Platone che la pensava diversamente) diceva che la prudentia fosse la consigliera intorno alle cose che concernono l’intera vita dell’uomo e anche l’ultimo fine della vita umana. Ora perché non ascoltarla anche prescindendo dalla “mancata” risposta della scienza? O non è dalla scienza che volete risposta? Il cittadino che vuole andare in Chiesa: infatti vogliamo risposta dallo Stato.
    Potrei riprodurre, quindi, lo stesso dialogo inserendo l’uomo di Stato a cui potremmo far dire : ma cosa volete, così mi dicono gli scienziati! Il risultato cioè non cambierebbe. O invece la risposta la volete dai politici? Il dialogo arriverebbe a migliaia di personaggi ed il risultato sarebbe lo stesso. Infatti al mondo non ci è dato riscontrare una prudenza di destra, una di centro, una di sinistra. Ma scusi Lei che parla così a chi si ispira quando mette in scena questo dialogo immaginario? A Voltaire per servirvi! L’ho riconosciuto nonostante portasse la mascherina e mi ha consigliato: quel cappello non passa inosservato.

  5. Antonio Biviano

    Trovo che la spiritualita’ per ul fratello libero muratore sia legata al suo aspetto piu intimo ed interiore. Anche per noi massoni e’ un disagio grande non poterci riunire e non potrr espletare il nostro sacro rituale, ma capiamo che la salute e’ troppo importante , pertanto trovo assurdo il bisogno manifestato dai vescovi a dover riaprire prima possibile l’esercizio delle loro celebrazioni. La regola vale per tutti. Sopratutto nella fase 2 non bisognera’ mollare. Si perderebbero i buoni risultati ottenuti. Cari Fratelli vi abbraccio tutti.
    Gran Maestro grazie.
    A presto rivederci
    Antonio

    • Maurizio

      Ognuno di noi ha un suo modo di nutrire il proprio spirito, chi lo fa in solitudine, chi lo fa in gruppo chi ritiene che si debba fare essenzialmente in chiesa. Tutte scelte legittime, molto personali sulle quali occorre avere il massimo rispetto, ma quando ciò potrebbe mettere in serio pericolo la salute delle persone credo che si “cada” sull’integralismo più nero e sull’egoismo personale che non c’entra nulla con la ricerca della propria spiritualità. Grazie Venerabilissimo Gran Maestro.

  6. Antonio Dello Sbarba

    La spiritualità è ricercare la luce dentro di noi. La spiritualità ha dimensione personale . Nel Tempio Massonico con i Fratelli c’ è atmosfera giusta per tale ricerca. Grazie Venerabilissimo GRA Maestro

  7. Gino Zavanelli

    Carissimi Fratelli,
    non commento la presa di posizione dei vescovi, sulla quale ha chiesto prudenza papa Francesco.
    E’ mia opinione che il cristiano possa pregare anche da solo, fuori della chiesa, mentre il massone non possa che lavorare insieme, dentro il Tempio della Loggia. Con il tfa.

  8. Pierfrancesco del Mercato

    In tutte le religioni antiche l’atto del mangiare il dio era sacro e il cristianesimo non fa eccezione, anche se l’atto viene reso simbolico con la comunione. È quindi logico che l’atto della comunione, il sacramento, debba essere celebrato.
    Il libero pensatore se ha interiorizzato il rapporto con il GADU non ha più bisogno dell’atto, reale o simbolico.
    È un diverso livello di spiritualità che rende il massone diverso e che il massone sa di non poter imporre perché é una evoluzione interiore che non si impone né si insegna, ma si conquista. E perciò il massone rispetta religione e credenti.
    Ma il rapporto con lo stato è cosa diversa. Lo stato deve tutelare la salute pubblica anche contro il volere dei singoli che possono essere liberi di decidere della propria salute non dell’altrui.
    Se quindi vi sono comportamenti che mettono a rischio la salute altrui lo stato ha il dovere di imporre quei comportamenti ritenuti necessari.
    Le chiese aperte durante le epidemie sono un retaggio medioevale che può anche piacere a quelle forze che vorrebbero tornare al controllo delle coscienze come a quel tempo.

  9. Marcello Mersi

    Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Maestro, la presa di posizione dei Vescovi e della CEI in particolare è sconcertante. In una situazione come quella che stiamo tutti vivendo, esternare tali affermazioni e’ per me pericoloso e inopportuno. Chi vuole, può pregare in ogni luogo e in qualsiasi situazione senza la necessità di doversi riunire per forza in luoghi chiusi, anche se di grandi dimensioni, come sono le Chiese. Posso affermare che non tutti i religiosi che indossano l’abito talare sono in sintonia con quanto asserito dai Vescovi, anzi, molti sono totalmente contrari. E dico questo per aver avuto la possibilità di parlare a fondo e scambiare idee e opinioni con eminenti figure clericali della mia città. Un abbraccio triplice ai viaggiatori e un grazie a Te, carissimo Gran Maestro.

  10. Massimo Bianchi

    Provo rispetto per la richiesta che viene dalle religioni per una maggiore tolleranza. Sul Corriere oggi ne ha parlato il Rabbino di Roma.Forse un maggiore approfondimento delle religioni ,di come si prega,dei riti che sono sostanza,non nuocerebbe.
    Per noi La Loggia è fondamento del nostro essere massoni. Durante il fascismo i fratelli si riunivano magari in una soffitta o nel retrobottega di un bar.Il pericolo non era cosa da poco.La fecero anche in un campo di sterminio,più nefasto di queĺlo che viviamo oggi.
    È giusto che i massoni si comportino come tali nel mondo che noi chiamiamo profano.In effetti sarà meglio che ci individuino per come ci comportiamo che per il pin che con orgoglio portiamo alla giacca.
    Un saluto al nostro GM e a tutti i fratelli che partecipano in questo spazio di confronto.

  11. Massimo La Via

    L’Essere Supremo ha stabilito che il suo Tempio è l’Uomo. L’uomo poi ha voluto erigere templi al di fuori di se, delegando ad altri il dominio sul suo frammento di divinità. Quando la confessionalità ha preso il posto della religiosità, allora, dal Divino si è passati all’umano. E quest’umano ha deciso di parlare a nome e per conto dell’Essere Supremo eleggendosi ad unico esegeta di una volontà, a lui non manifesta, ma figlia di una sua opportunistica interpretazione. Quando qualcuno, come l’attuale Pontefice, riporta la storia alle origini con: diamo a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio, allora, il potere temporale, quello che vive noscosto tra le ombre del cattolicesimo, urla con ferocia. Una ferocia che non ammette deroghe ai suoi editti, perchè si ritiene possessore del potere dell’unica verità, della sua verità.
    Una verità così dogmatica ed indiscutibile tale da dichiarare eretico perfino il Cristo se tornasse su questa terra, magistralmente illustrato da Dostoevskij ne “La Leggenda del Grande Inquisitore”.
    Come non dimenticare il famoso “intanto uccideteli tutti, sarà poi Dio a riconoscere i suoi, distinguendo i fedeli dagli eretici”. Frase terribile, attribuita all’abate cistercense Arnaud Amaury, legato pontificio, nel 1209 di fronte alle mura della città rivierasca di Béziers che terminerà con lo sterminio dell’intera popolazione, nel corso della prima e unica grande crociata in terra europea, quella contro gli Albigesi.
    Oggi si manifesta, in tempo di pandemia, una Chiesa, antistorica e integralista, che non accetta, come non ha mai accettato, il potere dello Stato laico. Non riconosce altro che se stessa e non accetta regole, anche di buon senso, perchè queste ne limitano il potere sulle coscienze, e forse anche sulle questue.
    Ma il Tempio di Dio è nell’uomo e nella natura. Colui che sente il suo legame con l’Eterno, non ha bisogno di luoghi perchè sa che Egli è in tutti i luoghi.
    Per cui, anche in questa vicenda, separiamo il loglio dal grano.

    • Marco Tupponi

      Matteo 6,5-6

      Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6 Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

  12. Pasquale Cerofolini

    Cari Viaggiatori e caro SGM Stefano ,
    sono una persona che crede fortemente, anche se non mi identifico completamente in nessuna delle confessioni monoteistiche conosciute , pur rispettandole tutte profondamente e spiritualmente ; io ricordo che da piccolo , durante le mie frequentazioni come hanno fatto molti di noi , alle riunioni di catechismo in parrocchia per poi essere preparato e pronto per la cresima e la comunione , il sacerdote ‘cattolico’ , mi ha insegnato che DIO è Onnipotente , Onnipresente e ONNISCENTE ; espressioni queste confermate sempre , vuoi nella catechesi , vuoi nei discorsi spirituali degli Ecclesiastici e dei Pontefici .
    Bene ; essendo quindi Dio , in quanto spirito infinitamente perfetto , Onnipotente , Onnipresente e ONNISCENTE(onniscienza :spirito che penetra tutto e tutti nella conoscenza Passata , Presente e FUTURA regolata dal Libero Arbitrio-) ,
    sono meravigliato ,
    che la CEI debba pretendere in questa fase , ciò che è VIETATO a qualsiasi forma di aggregazione in quanto ciò potrebbe essere pericoloso alla normale creazione di gruppi , in questo caso gruppi di fedeli nelle Chiese che non sono ristoranti o altri ritrovi dove ci si può organizzare con le distanze metriche , ¿ oppure la CEI ha preso in considerazione di decidere , chi andrà a pregare o no , in Chiesa ? dal momento che dichiara “ … nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale. … “ .
    Personalmente mi pongo una riflessione e una conseguente domanda che vorrei girare alla CEI : ¿ se Dio è ONNISCENTE , il fedele , non può benissimo pregare da solo in contatto con LUI , senza quindi creare al fedele probabili e/ possibili problemi di eventuale contagio ?
    Condivido chiaramente , l’Esigenza Spirituale che coinvolge le confessioni religiose come coinvolge anche la nostra ritualità meravigliosa nel Tempio , che a tutti manca , chiaramente però , questa espressione a Noi cara , credo , dovrà essere possibile nella sicurezza della sua Bellezza e Forza , e non , certamente , nella debolezza probabile di farsi del male !
    TFA
    Vostro Fr. Pasquale Cerofolini – GLSP

  13. eugenio

    concesso il massimo rispetto per coloro che hanno la fede ed oltre che Cristiani sono Cattolici praticanti e credono nella forza della preghiera avendo assoluto bisogno di sentirsi protetti dalla loro fede, voglio affrontare l’oggetto della riflessione dal punto di vista “ politico” della Chiesa.
    Premesso che la situazione ,rispetto alle prime limitazioni ed ai primi divieti e’ molto cambiata.
    Accertato che e’ terminato il regime del terrore che e’ stato diffuso nella popolazione e che si intravede, seppur con tempi lunghi, la fine della pandemia , la chiesa Romana non vuole e non puo’ permettere che i suoi fedeli possano pensare che tutto si risolvera’ solo per merito della ricerca, della medicina, del sistema sanitario. La Chiesa ( il mio pensiero)vuole adesso le chiese gremite di fedeli per poter dire che la fede, la preghiera e la Misericordia di Dio hanno sconfitto la pandemia e che Santa Romana Chiesa e’ stato il tramite per ottenere la benevolenza divina.

  14. Carlo Enrico Guardi

    Buongiorno. Non so se possiamo commentare più di una volta. Io ci provo. Esiste a parere mio una spiritualità che si concretizza (parole che sembrano agli antipodi, spiritualità e concretezza) e che non è andata in quarantena e mi riferisco alla Caritas ed alle tante parrocchie di tutte le città italiane che danno da mangiare a milioni di persone senza distinzione di razza e di religione.

  15. Ottavio Spolidoro

    Ecclesia ed agape. Il rito ha le sue regole che spesso, per non dire sempre, realizzano una condivisione. Si tratta quindi di una scelta difficile. Il rito infatti, manifesta molti livelli di comprensione. Così per alcuni il rito può ripetersi in solitudine nel suo portato valoriate, per altri, il rito non può che essere reale condivisione. Il rito ha un Tempio ed un Tempo. Queste caratteristiche del rito militano fortemente per la ripresa dell’attività ecclesiastica. Ora come coniugare le esigenze di prudenza con quelle della condivisione rituale ? Cosa limitare? Cosa eliminare del Pasto Sacro? Nella storia forse utili esempi ma pur sempre da attualizzare.
    Grazie Gran Maestro.

  16. andrea

    Venerabilissimo G.G., Cari Viaggiatori

    Essendo un uomo libero e di buoni costumi e tollerante, devo cercare di rispettare per quanto il più possibile le idee ed concetti altrui, però trovo alquanto singolare la presa di posizione del Cardinale Bagnasco il quale si indigna perché riaprono i musei e non le chiese.
    Non ho sentito un “lamento” dei centri buddisti ( Soka Gakkai), della comunità islamica, solo un commento del rabbino capo di Roma , ma in forma lieve e sommessa .
    Se un credente di qualunque religione esso sia , può trovare la spiritualità in ogni luogo in ogni dove, per ogni Dio al quale crede.
    Siamo noi che abbiamo bisogno dei nostri architettonici lavori .
    Un’ ultima considerazione che forse non è propriamente in tema .
    La Piattaforma zoom , quella che per ora ci consente di vederci e parlare non potrà mai sostituire la nostra ritualità . Grazie G.M , grazie viaggiatori per i commenti un T.F.A.

  17. Aldo Cozzi

    Caro G M sulla possibilità di seguire una S Messa, in una chiesa, o seguirla da casa , o pregare da casa , io credo ci sia poca differenza. La CEI usa poi modi non auspicabili ad un organismo eclesiale…..l’uniformare e chiedere per tutte le religioni che i comportamenti siano uguali credo però sia corretto …..per altro questo S Padre gesuita e francescano ha corretto il tiro senza perdere tempo. In un momento di paure non si può avere paura di perdere fedeli per impedimenti alle pratiche. La storia dalle catacombe in poi ci ha insegnato che anzi e’ il contrario ….si rafforza la Fede , ed il numero dei proseliti con le persecuzioni si implementa …La corretta sospensione dei nostri incontri ci può spaventare per una decrescita…. ? la risposta è una sola….No….dobbiamo usare questo tempo per lavorare in noi stessi….per leggere ed imparare….insomma per levigare la pietra grezza….

  18. luca salimbeni

    Ill.mo e Ven.mo GM, la morale è sempre stata data come un Comandamento (non per nulla si chiamano Comandamenti),cioè un comando di cose da fare o non da fare,senza ben capire perchè possono o non possono essere fatte. Attraverso questo insegnamento,che poggia sulla Logica, si arriva a capire come e perchè si debba amare il prossimo tuo come noi stessi: perchè siamo noi stessi. Nei confronti di Dio,è comoda e per questo è stata data all’uomo,l’immagine di un Dio padre che,dall’alto, buono, aiuta. Ed è quindi da pregare per sentirsi aiutati affinchè le cose vadano bene ( come in questo tragico periodo). E se le cose vanno male allora bisogna maledirlo? Chiedergli il perchè di tutto questo male?. Nella nostra visione si trascende tutto questo: in fondo tutto ciò che accade è per il nostro bene affinchè impariamo dagli errori fatti. Se noi ci rivolgiamo con gratitudine a Dio (di qualunque credo religioso) perchè le cose vanno bene,altrettanto e con altrettanta gratitudine dobbiamo rivolgersi a Lui quando siamo davanti alla prova dell’esperienza dolorosa, perchè anche quella è per il nostro bene al pari della nostra esperienza giosa. E’ vero che togliendo quell’immagine paternalistica di Dio si viene a perdere qualcosa di romantico che può toccare le corde del sentimento; ma è anche vero che l’uomo deve crescere,deve diventare adulto e rivolgersi a Dio non più per chiedere, per ottenere qualcosa, per un suo beneficio personale, ma deve rivolgersi con animo diverso,capire che è in seno a Lui,che tutti siamo nel Suo seno e che niente di male può veramente e realmente accaderci. Dobbiamo rivolgersi a Dio non per chiedere qualche favore ma per trovare la cosciente, consapevole armonia con questa forza di amore,forza prorompente di vita, di esistere,sì che in noi stessi possiamo percepirla anche nella minima parte di cui siamo capaci. Ecco, questo è il senso della preghiera che oggi dobbiamo avere: essere in armonia con Dio,trovare la consapevolezza della nostra armonia con Lui, con il tutto, proprio per essere strumenti del bene migliore nostro e di coloro che ci sono vicini.
    Per concludere, vorrei fare una osservazione: sono rimasto molto colpito dall’episodio in cui i Carabinieri hanno interrotto una funzione religiosa.
    Ciò lede non solo un diritto costituzionale di qualsiasi libertà di culto ma sopratutto lede il buonsenso. Con il Tfa Luca Salimbeni

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