Messaggi chiari e non contraddittori

Cari viaggiatori,
mai come in questa cosiddetta ripartenza c’è bisogno di dare messaggi  semplici, chiari e soprattutto non contraddittori. Le parole, oltre ai comportamenti, sono importanti e, nel dubbio, meglio restare in silenzio. Facciamo un esempio.
Si riaprono i bar e, siccome si creano inevitabili assembramenti, il presidente del consiglio e alcuni presidenti di regione si arrabbiano perché continuano a ripetere in maniera ossessiva e talvolta minacciosa che è necessario il distanziamento sociale. In questo blog ci siamo già occupati di questa infelice espressione. Infelice perché contraddittoria. Non si può chiedere ai cittadini di avere atteggiamenti responsabili perché si è parte di una comunità e poi si invoca il distanziamento sociale che è un chiaro invito all’individualismo. Meglio sarebbe sollecitare il distanziamento fisico o spaziale perché questo è quello che è necessario.
Prendere un caffè al bar stando a un metro di distanza da un amico o da un altro cliente non è distanziamento sociale ma spaziale, fisico. La socialità è necessaria sempre, anche al tempo del coronavirus perché vuol sentirsi membri responsabili di una comunità, disponibili ad autolimitarci per il bene superiore della salute individuale e collettiva.
Buon viaggio

6 commenti a “Messaggi chiari e non contraddittori

  1. Gabriele

    L’uso dei termini e i comportamenti molto spesso sono inadeguati. Un antico popolo precolombiano i Toltechi, per vivere in armonia con se stessi e con gli altri, seguivano 4 fondamentali accordi:
    1) sii impeccabile con la parola;
    2) non dare mai la colpa agli altri;
    3) fai sempre del tuo meglio;
    4) rispetta gli altri accordi.

  2. ANDREA

    Stiamo uscendo da mesi di messaggi tutt’altro che chiari e profondamente contraddittori. Sono profondamente convinto che chi dovesse darli non avesse la benché minima idea di cosa stesse succedendo e di come affrontarlo. Quindi era più semplice rendere le cose ancora più confuse che dichiarare la propria ignoranza e impotenza. Dire la verità non paga mai sopratutto se amara. Purtroppo l’incertezza è, alle volte, meglio di un messaggio negativo. Ma quanto può durare ? Sino a quando si può tollerare una cosa simile ? Non lo so. Anche perché credo che l’incertezza lascia nella nostra mente una via d’uscita. Ma il futuro non può basarsi su questo bisogna pretendere chiarezza. Sia che sia brutta sia che sia bella. È da questa certezza (bella o brutta che sia) ripartire.

  3. Non poteva non cogliere Bisi, il Gran Maestro della più antica associazione filantropica che basa proprio sulla socialità la propria vita e forza, l’ossimoro dell’espressione “distanziamento sociale” che sarebbe come dire: tuffati a mare, ma rimani asciutto..! Lo definiamo eufemisticamente ossimoro, perché in verità manifesta livelli infimi e deficienze cognitive alle quali non possiamo abbassarci. Stiamo assistendo a una violenza della logica e della correttezza formale del linguaggio che è andata ben oltre il “nomina sunt consequentia rerum” del nominalismo di Roscellino, proprio perché anche le cose e perfino i concetti sono stati espropriati e alienati della loro essenza e realtà. In una condizione tale e che va sempre a peggiorare, non può esserci chiarezza alcuna. Basterebbe esaminare, senza la pretesa di una ermeneutica giuridica, i testi normativi emanati durante l’emergenza, per accorgersi della “Babele” catastrofica che contengono. Agli antichi oratori veniva insegnato: rem tene, verba sequentur. Si può essere chiari solo se si padroneggia la materia, si conoscono bene le cose. Allora sì che alla conoscenza salda delle cose segue il carattere chiarissimo delle parole e Bisi lo ha premesso a chiare lettere. Oggi però a parlare e a governare non è né Roscellino né e tanto meno Catone. E gli effetti di questa oscurità ce li potrebbero presentare perfino come “luminosissimi”…

  4. Angiolino

    Bravo Stefano che hai puntualizzato. L’ignoranza sul significato delle parole è cosa all’ordine del giorno…a tutti i livelli. È entrato nell’uso comune infarcire ogni nostro discorso con parole che abbiamo sentito ma di cui non ne conosciamo il significato, però ci sembrano adatte per far sentire che siamo “acculturati”. In tutti i casi, ma a maggior ragione in questo riguardante una normativa, metterle all’interno di un dispositivo di legge, è grottesco.

  5. Raffaele Macarone Palmieri

    Carissimo Stefano, mai come in questo momento abbiamo bisogno di messaggi chiari e non contraddittori…invece ne riceviamo ben altri tra “attenzione alla ricaduta del contagio” e “riapriamo tutto per le ricadute negative” ora economiche e prossimamente di tensioni sociali che il lockdown comporta…il tutto in centinaia di pagine complete di Ritenuto, Considerato, Visto e di ditte Citazioni di articoli di leggi.

    Certo che sia importante che esista distinzione tra un messaggio chiaro e non, ma ancor di più tra ciò che deve esser accettato e tollerato e ciò che è proibito…ogni ambiguità in un messaggio lo rende inoperante.
    Una delle grandi difficoltà della nostra epoca, a differenza delle precedenti, è il relativismo inteso come difficoltà ad ottenere un consenso tra il bene ed il male.
    Una società non può indefinitamente dire tutto ed il contrario di tutto, nel nostro Paese oggi – anzi da qualche lustro – i media hanno per sedurre il loro uditorio diffuso messaggi contraddittori e paradossali.
    In un Paese in cui le norme sono elastiche sibilline e non certe, l’educazione morale e civica e la stessa applicazione delle leggi diventano difficili.
    Platone lo aveva chiaramente espresso nel libro VIII del De Republica ” Quando un popolo divorato dalla sete…” anche se 0disturbare un Grande della Umanità lo trovo veramente fuori luogo per commentare i messaggi non chiari e contraddittori di lillipuziani della triste e attuale nostra Storia.

  6. salimbeni luca

    Ill.mo e Ven. mo GM, nella nostra attuale quotidianità parlerei più di COMUNICAZIONE PARADOSSALE. La relazione con cui comunichiamo con gli altri è data in gran parte da direttive che organi preposti (Governo, task force etc..) ci danno in maniera ambigua. Di conseguenza, resta chiaro il fatto che ciò che è sottointeso, le supposizioni, le false evidenze, le ambiguità, non vanno d’accordo con la chiarezza comunicativa. Quindi, anche la comunicazione paradossale è una contraddizione risultante di una deduzione corretta a partire da premesse giuste e di una sua giusta applicazione dal lato pratico. E’ evidente che non è importante solo il messaggio che si desidera trasmettere ma anche la intenzione che si nasconde dietro a questo. Allora ci basiamo sulla diversità dei modi in cui si può interpretare uno stesso messaggio e, come conseguenza, si arriva alle sciocchezze da Lei ricordate. Dubitiamo ma optiamo per interpretare ciò che dice la norma nel modo in cui più ci conviene. Così subentra la incertezza e la confusione in mancanza di regole scientifiche e sociologiche univoche. Durante questa epidemia, ciò che mi ha colpito di più è stata la divergenza di opinioni, la diversa interpretazione dei dati, la pretesa di avere terapie mediche efficaci ma non invalidate da trial scientifici, lo scontro verbale fra professionisti (ahimè.. miei colleghi), che ha alimentato polemiche e liberato tifoserie sui social con grande disorientamento fra la popolazione. Il tutto in un contesto di manipolazione comunicativa finalizzata, più che ad informare in maniera corretta, a fare spettacolo, diffondendo messaggi confusionari poco rassicuranti e spesso angoscianti, facendo perdere la nostra coscienza critica.
    “Il personaggio noto, prima di parlare deve valutare bene quello che dice proprio per gli effetti che il suo messaggio può provocare in quanto personaggio pubblico”. O. Fallaci
    Con il tfa Luca Salimbeni

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