Odio e riservatezza

Cari viaggiatori,

in molti, che in passato hanno usato parole di odio, si arrabbiano se le stesse espressioni ora vengono utilizzate contro di loro.

Molti altri invocano il diritto alla riservatezza quando in passato nulla hanno fatto per impedirne la violazione. Insomma, fino a quando non ci toccano si possono seminare odio e violare il diritto alla riservatezza. Meditiamo meditiamo. 

Buon viaggio

8 commenti a “Odio e riservatezza

  1. Pasquale Cerofolini

    Cari Viaggiatori e caro SGM ,
    Il girotondo delle maschere , questo mondo tra Noi , che ha una grande schiera di ammiratori consapevoli e non(purtroppo) . Viviamo un terreno fertile alle maschere della bugia e dell’ipocrisia , dove la terra dedicata all’essere sincero e corretto non è immediatamente desiderata e capita. La maschera dei dispensatori di verità , solo per gli altri e mai per se stessi , è presente nel quotidiano ma non per questa sua forte presenza deve essere accettabile, vale la pena per tutti Noi di superare l’ attimo apparente di ” IMPOPOLARITA’ ” personale e smascherare spietatamente ogniqualvolta ci troviamo nella condizione di dirlo , di scriverlo , di farlo .( cit. ” la bugia non può durar nel tempo ” ).
    TFA
    Fr. Pasquale Cerofolini

  2. Ottavio Spolidoro

    Carissimi viaggiatori
    Oggi la nostra guida ci invita ad una meditazione su un tema centrale.Lo fa con la semplicità e la profondità che lo distingue.
    Odio e riservatezza. Al nodo al contrasto tra l’apparire e l’essere il nostro capitano applica la scissione tra chi semina odio e chiede riservatezza. Ed allora ho pensato ad un grande civilizzatore ad un nostro fratello poeta per dare un piccolo contributo.

    Deposi la maschera e mi vidi allo specchio
    Ero il bimbo di tanti anni fa.
    Non ero affatto cambiato.

    È questo il vantaggio
    di sapersi togliere la maschera.
    Si è sempre il bimbo il passato che fu.
    Deposi la maschera e tornai a metterla.
    Deposi la maschera così è meglio,
    Così senza la maschera e torno alla persona.
    Come a un capolinea.

    Fernando Pessoa

  3. Mario Galdieri

    La regola d’oro, il principio etico della reciprocità.
    Non fare al prossimo tuo il male che non vuoi ti venga fatto. Fai al tuo prossimo tutto il bene che vuoi venga fatto a te stesso.
    Difficile per gli uomini essere coerenti e non essere egoisti.
    Un buon esercizio per un libero muratore.

  4. Umberto

    Carissimo Stefano, di che ci meravigliamo?
    Non fare agli altri ciò che non vorresti facciano a te e viceversa; sembra un concetto scontato ma non è così, perché l’odio è uno dei vizi che scaturisce dell’egoismo e la riservatezza è il contraltare della società che è indotta agli sguardi dal buco della serratura (“Grande Fratello”, pubblicazione delle intercettazioni, ecc.).
    Rimbocchiamoci le maniche …

  5. Massimo Bianchi

    La riflessione di oggi ricorda che siamo sempre tolleranti con i nostri difetti e censori dei difetti altrui.
    Invece i liberi muratori dovrebbero essere di esempio di comportamento nella Società come prosecuzione del lavoro nel Tempio.
    Non ci possono essere per noi due facce:bravi in massoneria e intolleranti o razzisti o affascinati da ideali che niente hanno a che vedere con il trinomio nel mondo profano.
    Il termine “fratelli “dovrebbe creare una parentela vera e sentita. Abbiamo ancora strada da fare.
    Grazie GM per queste riflessioni di cui approfittiamo per non farci avvolgere nel grigio di questi tempi.

  6. Massimo Franceschi

    Franceschi Massimo
    Purtroppo troppe volte le persone girano la testa dall altra parte quando ci sono soprusi ,insofferenze religiose o di razze,e quando vengono ridotte le nostre libertà,i risultati purtroppo li vediamo giorno dopo giorno

  7. Marco Rocchi

    Caro Stefano, hai perfettamente ragione. Si tende ad essere eticamente presbiti: vediamo bene le immoralità solo da lontano.

  8. Raffaele Macarone Palmieri

    Caro Stefano, argomento non facile soprattutto per i 2 giorni di scombussolamento in inizio fase 2 e forse già 3 per alcuni italioti, ma per me in particolare perchè redux da festeggiamenti, composti e secondo norme prudenziali, il 30 e 31, giorno del mio compleanno.

    Dobbiamo, cari Viaggiatori, per cominciare analizzare le discussioni spesso appassionate sulla violenza verbale o di vero e proprio odio indirizzata contro una minoranza, di qualunque tipo essa sia. Allo stesso tempo ritengo pericoloso e liberticida affidare allo stato la decisione di definire il campo del dicibile e dell’invdicibile, bisogna sottolineare l’ambivalenza del ‘discorso di odio” che può distruggere le persone alle quali viene indirizzato, ma può avere anche un’onda negativa di ritorno, come succede a volta in magia nera – mi spiegava una ‘sorella’ un po’ particolare – e aprire lo spazio necessario di una lotta personale, sociale o politica e di una sovversione di identità.

    Facendo una difesa pragmatica di principio della libertà di espressione, ma preoccupati dal pensiero dell’aumento della potenza di agire dei o delle dominat* e dei subalterni, vengono proposti strumenti potenti di ripensare alle questioni sollevate dai dibattiti sulla penalizzazione dei discorsi di odio.

    Nella nostra più recente vita mi hanno sorpreso 2 cose: la popolarità e la impopolarità di alcuni personaggi nel corso di mesi o di pochi anni. La storia non recentissima del nostro Paese ci ricorda personaggi che in 10 giornisono passati dalla gloria degli altari alla polvere del boia, come Tommaso Aniello d’Amalfi detto Masaniello…ma a guardare bene si tratta di due facce, una più irrazionale dell’altra, dello stesso fenomeno in cui la stessa persona è il beneficiario e, dato qualche tempo, la vittima. Questo per quanto riguarda la bidirezionalità delle campagne di odio e delle violazioni, mediatiche e non, della riservatezza altrui. Certo diventare oggetto di esecrazione da parte di una minoranza ‘nemica’ forcaiola che poi contamina la maggioranza prima silenziosa è indice di mancanza di personalità brillante, di una autorità intellettuale e morale capace di fornire saldi punti di riferimento.

    La manipolazione costante delle emozioni mina la democrazia, ecco perchè l’emozione non deve sostituire mai la ragione e il linciaggio mediatico o bocca-a-bocca non deve determinare, con campagne di odio o violazioni della riservatezza, condanne o assoluzioni di chicchessia.

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