Il cuore e il gomito

Cari viaggiatori,
qualche settimana fa scrissi che salutare alzando il gomito non è bello e invitai a mettersi la mano sul cuore. Mi fa piacere che l’Organizzazione mondiale della Sanità abbia dato lo stesso consiglio. Scrive che sarebbe meglio portarsi la mano sul cuore piuttosto che toccarsi i gomiti l’uno con l’altro. Inoltre, dice, che il saluto con il gomito non fa mantenere la distanza di sicurezza e il virus può essere trasmesso attraverso la pelle.
Buon viaggio

8 commenti a “Il cuore e il gomito

  1. Ottavio Spolidoro

    E così una scelta fraterna si dimostra anche scientificamente corretta. Il linguaggio del corpo in generale, ed il saluto, in particolare, sono importanti.
    Grazie Gran Maestro
    Saluti ai fratelli viaggiatori

  2. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Fr. Stefano,
    Cari Viaggiatori ,

    Ieri quando ho appreso la notizia del come sará meglio salutarsi; notizia data dall’OMS , ho ri-pensato , ai nostri commenti e nostre riflessioni , fatte in questo tuo blog , condividendo tutti il tuo pensiero.

    Saluto con la mano dx nel cuore e cenno con la testa all’altro , che non solo ha una valenza di sicurezza corretta per un mantenimiento del ‘ distanziamento físico ‘ ( … non sociale … ), ma , altresi , include quel calore del rapporto tra le persone(sociale) che subliminalmente , toccandosi la parte del cuore, inviano, un messaggio piacevole di
    amore .

    TFA
    Buon Viaggio a tutti

    Fr. Pasquale Cerofolini
    Logia Fenix 127
    Valle Asuncíon – GLSP

  3. Umberto

    Carissimo Stefano,
    Ho avuto il privilegio di avere dei Maestri che mi hanno insegnato l’importanza dei simboli ed il metodo per il loro utilizzo più idoneo.
    Fino a marzo avevo l’abitudine – solo con taluni e non con tutti – di afferrare la mano dell’interlocutore/trice e portarla, stringendola, sul mio cuore in segno di caloroso affetto nel saluto.
    Ora, che si devono rispettare certe precauzioni, seguirò il Tuo d’insegnamento, anche perché oggi Tu sei il Maestro dei Maestri.

  4. Marcello Mersi

    Carissimo G.M. sono assolutamente in sintonia con quanto affermato dall’OMS. Le indicazioni che provengono da chi è sicuramente più esperto devono e sottolineo devono essere rispettate e fatte rispettare. E poi, lo dico francamente, salutarsi con il gomito non è proprio un bel gesto, molto più bello e significativo portare la mano sul cuore e fare un accenno di inchino con la testa! Ricordiamoci che il virus non perdona ed è attivo più che mai. Grazie Stefano carissimo per questa Tua riflessione, un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  5. Maria Luisa

    Appoggiare la mano sul cuore mi sembra prudente, oltre che bello. Starnutire all’interno della piega del gomito rende la manica dell’abito, nel suo complesso, un ricettacolo di ospiti assai poco rassicuranti.
    Meglio così.

  6. Claudio Solinas

    Mai salutato col gomito , goffo innaturale , marmoreo ed anaffettivo gesto. Ho ben presente il suggerimento del nostro GM che senza mutuare alcuna valutazione medica ma pieno di valenza Spirituale ,ci segnalava la posizione della mano sul cuore come gesto a noi più consono perché fraterno ,rispettoso E emanante voglia di comunicare il nostro sentire . Evidentemente ci sono arrivati anche gli specialisti della sanità magari dopo attente valutazioni mediche dimostrando inconsciamente e involontariamente che avere certi valori dentro e sufficiente per vedere il mondo più umanamente rispettoso del “fratello” universale. Noi ripetiamo sempre che dobbiamo portare fuori dal tempio il nostro architettonico lavoro . Questa esortazione corrisponde in realtà non è altro che un invito ad essere noi stessi al nostro modo di comportarcidi essere

  7. Grazie Stefano, aggiungo solo che il saluto col gomito fa automaticamente avvicinare le teste.
    La mano sul cuore è un gesto bello ed elegante sotto tanti aspetti.
    Grazie per la tua riflessione.

  8. Raffaele Macarone Palmieri

    Caro Stefano, il saluto proposto recentemente dall’OMS, che finalmente ha fatto marcia indietro sulla volgare “gomitata” che ci aveva consigliato inizialmente e che sapeva più di scontro calcistico o rugbistico, ci sta riportando in Oriente…dove guardiamo noi da sempre, da dove prendiamo luce e forza per i nostri lavori.
    Ci hai messo a parte del tuo compiacimento per il nuovo saluto OMS, cortese e cordiale…è il caso di dirlo…, con la mano destra posta sulla proiezione cutanea anteriore del cuore accompagnando il gesto con un lieve e garbato inchino del capo. Complessivamente questo tipo di saluto indica simpatia e rispetto, e come tale è bene accetto da tutti.
    Mi hai fatto ricordare tre tipi orientali di saluto che ho avuto l’occasione di praticare nei miei soggiorni in Oriente e che sono molto simili a quello proposto dall’OMS.
    In una mia esperienza professionale in Tailandia, dove e quando, nel lontano 1984, lavorai come responsabile dell’ Italian Surgical Team con ICRC per 4 mesi nel campo profughi di guerra di Khao-I-Dang ( “Killing Fields” ) – ai tempi della guerra tra Pol Pot, Sihanouk e i Viet – conobbi il WAI, il saluto Thai che consiste in un leggero inchino del capo, mentre le mani, compresse insieme, vengono poste sul torace per un saluto a un nostro pari o considerato ‘inferiore’, a livello del mento per un saluto a un superiore, tra gli occhi per un saluto a un’autorità. Il Wai viene accompagnato da ‘Sawatdee kha’ per le donne e da ‘Sawatdee krap’ per gli uomini, Vuole essere il Wai un gesto di pace, con le mani libere da agenti offensivi. Noi Farang, come chiamano i Thai noi occidentali, abbiamo talvolta difficoltà a comprendere queste articolate modalità di saluto dei ‘Thai/Liberi’.
    Il NAMASTE’ indiano è uno dei più vecchi saluti tramandati, è menzionato nel Rig Veda, che costituisce il più antico dei 4 Veda, e significa letteralmente in sanscrito ‘ mi inchino a te’ e più ampiamente “il divino che è in me si inchina al divino che è in te” e viene profferito con le mani giunte all’altezza del cuore. Vuole essere Namasté un saluto di rispetto e di gratitudine, di umiltà e di riverenza, di mantenimento della nostra energia con le mani giunte, senza volerci appropriare dell’energia dell’altra persona.
    Infine l’OJIGI giapponese rappresenta un saluto che a seconda dell’inclinazione del torso sulle anche indica un semplice ciao se di 15° circa, onore se di 30°, rispetto, scuse o tristezza se di 45°.
    Vediamo quindi che l’inchino, accompagnato da una differente profondità del segno, e la gestualità delle mani costituiscono simboli di omaggio, rispetto, ossequio, cortesia, commiato, benvenuto e bentornato.
    Un grazie al virus che ci ha permesso di interrogarci sulle complesse modalità dei saluti orientali e, in qualità di Oratore della R:.L:. Pitagora, n.178 all’Or:. di Roma, rivolgo un fraterno e affettuoso augurio di piena e duratura salute a tutti i Viaggiatori..

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