Viva la socialità

Cari viaggiatori,

qando piove bisogna prendere l’ombrello e pure l’impermeabile. Sono tempi piovosi e dobbiamo ripararci per poter andare al bar, in farmacia, in chiesa e in moschea, al circolo e al ristorante. In questi tempi pandemici in troppi preferiscono non andare al bar, in farmacia eccetera eccetera. In troppi rinunciano alla vita sociale, di relazione, per paura del Covid. Tra i rinunciatari ci sono i responsabili di tante associazioni culturali, ricreative, autentiche ricchezze della nostra Italia. Sbagliano a “rinunciare”. È giusto e opportuno aver paura ma non bisogna fermare la vita. Occorre indossare mascherine, utilizzare il gel, mantenere le distanze e scaricare l’app Immuni ma incontrarsi, parlare, dialogare sono parti fondamentali della nostra vita. In sicurezza, ma si può fare.

Buon viaggio

7 commenti a “Viva la socialità

  1. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Fr. Stefano,
    Cari Viaggiatori ,

    purtroppo, e sono cosciente di ripetermi, la inopportuna frase ‘ distanziamento sociale’ usata in modo continuo, ingenuo e superficiale , al posto della più corretta frase( mio pensiero ) di ‘ distanziamento fisico ‘ , ha avuto un impatto incredibile nei pensieri e nelle azioni .

    È importante, ed è possibile , con tutte le precauzioni del caso covid , riprendere la normale socialità, nel parlarsi e nell’incontrarsi , vuoi nei locali pubblici , vuoi nei convegni e vuoi nell’associazionismo, sempre ripeto nella osservanza delle regole covid .

    Ciò è possibile, prova ne sono , due situazioni organizzative che mi hanno visto presente :

    ● la corretta e perfetta organizzazione , per lo svolgimento della GL GOI a Rimini nei giorni 11 12 13 settembre,

    ● e l’organizzazione corretta e perfetta del congresso del LIONS CLUB( fondatore nel 1917 – Melvin Jones , che era un fratello Massone – primo simbolo distintivo era una squadra e compasso che racchiudeva una lettera L ) 108 La Toscana , ad Arezzo il 19 settembre.

    Tutto è possibile .

    Riprendiamoci la vita sociale.

    TFA grazie SGM Fr. Stefano di questo stimolo importante.

    Fr. Pasquale Cerofolini
    Logia Fenix 127
    Valle Asunciòn – PY
    GL Simbolica Paraguay

  2. Massimo Bianchi

    Caro GM,
    la tua fermezza nell’aver mantenuto la tornata di Gran Loggia e l’intervento al Collegio Toscano dovrebbero far riflettere i fratelli su come affrontare questo periodo opaco.La tentazione dell’effetto”tana”,in cui ci si rinchiude e si evitano contatti e occasioni collettive è una risposta negstiva.Viene dalla paura e dalle spinte egoistiche che invece vanno razionalmente contrastate. Grazie e un tfa.

  3. Marcello Mersi

    Parole sacrosante carissimo G.M. Tutti e dico e sottolineo tutti, dobbiamo riprendere il nostro vivere quotidiano, la nostra vita, le nostre abitudini, i nostri incontri, come facevamo fino a pochi mesi fa. Certo, la paura c’è, inutile negarlo o nascondersi; la paura e il timore si sono radicati in tutti noi, ma non solo per noi stessi dobbiamo temere, ma anche e soprattutto, per chi ci sta vicino e ha grandi e gravi problemi di salute. Rispetto delle regole, osservanza dei consigli, precauzioni accurate, sono azioni assolutamente da osservare. Esempio lampante la nostra Gran Loggia appena conclusa, dove tutto è filato liscio, grazie alla perfetta organizzazione, grazie ai comportamenti tenuti con grande senso di responsabilità e grazie al luogo nel quale si è svolta che aveva tutte le caratteristiche tecniche e sanitarie previste dai protocolli inerenti la pandemia in corso. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  4. Buongiorno,
    mi permetto di aggiungere una mia impressione: spesso (non sempre) i momenti di convivialità, in precedenza, erano dettati dall’esigenza di esorcizzare un vuoto interiore assai temuto. La vera comunicazione era assente, confusa con la semplice vicinanza fisica (il riferimento è al ‘rito sociale’ irrinunciabile dell’aperitivo). Ora, tale vuoto ha assunto le sembianze della paura che, come è noto, tende a dividere. Credo che una pausa di silenzio, in alcuni casi, possa permettere di ripartire con maggior consapevolezza, ricercando il senso che colora i singoli gesti della giornata. Magari si scambia una parola più sentita con il negoziante o con il vicino di fila, fatto prima impensabile in un contesto frettoloso ed inautentico. Magari (è un auspicio) da queste semplici relazioni si può ripartire nella ricostruzione di un tessuto sociale vivo.
    Buon proseguimento.

  5. Ottavio Spolidoro

    Coraggio e paura.
    Sono entrambe giustificate in questo momento. Esse vanno poste in relazione alla responsabilità. Non scomodo Weber promesso. Tuttavia l’etica della responsabilità gioca un ruolo in questo momento. Faccio un esempio personale. Avevo prenotato per Rimini per partecipare alla GL cui tengo molto data la mia risalente iscrizione. Ricordo ancora le GL quando si tenevano a Roma. Bene : la signora che fa le pulizie a casa mi informa che suo marito ha il covid che lei farà il tampone ma lavora perché deve necessariamente lavorare, altrimenti non si mangia. Responsabilità: non salgo a Rimini per rispetto di tutto e di tutti. Dove sta il coraggio e dove la paura? Distinguere coraggiosi da paurosi prescindendo da responsabilità è come il bianco e nero del pavimento a scacchi che tutti noi siamo abituati a calpestare/ sintesi elementare, manicheismo inane.
    Grazie Gran Maestro
    Un abbraccio ai fratelli viaggiatori

  6. MMC

    Ricordiamoci sempre che siamo uomini coraggiosi. Con le necessarie cautele molto è possibile fare. Alcune cose è necessario farle.

  7. Raffaele Macarone Palmieri

    Già in passato sul tuo blog, caro Stefano, ci siamo confrontati sulle conseguenze economiche, finanziarie, culturali, ambientali e politiche della pandemia Covid-19 da SARS-CoV-2 che sta riacquistando, in questo inizio di autunno, forza e vigore.

    Le conseguenze sociali, a parte l’impoverimento di estese fasce di cittadin*, sono caratterizzate da effetti psichici negativi sulla vita privata e sulle modalità di socializzazione.
    Abbiamo vissuto, nelle fasi 1, 2 e parzialmente 3 del Covid-19, la esperienza che il contesto pandemico è fonte di stress per paura del contagio e per la condizione di stress post-traumatico, che genera e lascia come reliquato, ben descritto in letteratura e ormai chiaramente diagnosticabile con aspetti di angoscia panica e di depressione, con manifestazioni fobiche, con cambiamenti cognitivi, con comportamenti compulsivi e con tendenza alla desocializzazione, prevalentemente nel sesso femminile.

    A Roma abbiamo saputo di house-party dei giovani, di appuntamenti ‘galanti’ per strada in tenuta sportiva – poichè lo sport era una delle poche possibilità, previste dai vari decreti, per uscire – o di persone dedicate a ripetuti, e non indispensabili, dog-walking o di apprezzate ‘balconate’ con spettacoli improvvisati.

    Ora, dopo l’inopportuno e totale “Tana-Libera-Tutti” estivo – disposto soprattutto per motivi economicofinanziari senza alcun controllo, anzi con il mandato, ‘all’orecchio’, per le Forze dell’ Ordine di chiudere un occhio nei confronti degli inadempienti, per i possibili risvolti di protesta popolare che la fermezza avrebbe potuto generare – il contagio sta acquisendo numeri di positività virale simili a quelli di aprile; in Europa costringe i governanti di Paesi importanti, come la Francia, a procedere con lock-down di settori vitali della produzione, come quelli del turismo.

    Ma quello che ci scrivemmo il 24 agosto sul tuo “la pioggia, la casa e l’ombrello” è tuttora valido, E’ necessario, è indispensabile uscire! Dobbiamo, per oltre un semestre, almeno, imparare a convivere con il nostro simpatico co-inquilino virale osservando sempre le stesse raccomandazioni che avevamo scritto con un solo ulteriore pressante invito alle Forze dell’Ordine: quello di non essere tolleranti, ma germanicamente sanzionatorie nei confronti degli inadempienti irresponsabili.

    Buon viaggio, con cappotto, sciarpa, guanti e ombrello e…buona fortuna a tutti !

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