Il nutrimento culturale

Cari viaggiatori,

dall’ex direttore della Normale di Pisa, Salvatore Settis, arriva un messaggio forte e chiaro di speranza e di fiducia. Sul Corriere della Sera ha scritto una lettera aperta al presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte in cui chiede la riapertura dei musei. Settis è dispiaciuto che vengano considerati “sotto la specie dell’assembramento e non come insostituibili fonti di nutrimento culturale”. Aggiunge: “Non è chiaro come mai cinque persone in una stanza del museo rischino il contagio più di cinque persone in un negozio di alimentari di identifica superficie. La chiusura dei musei consolida la gerarchia fra quel che è essenziale per vivere (la tabaccheria, il supermercato) e quel che non lo è (il museo)”.

Il professor Settis sostiene che “di cultura, di bellezza, di memoria abbiamo sempre bisogno, ma è nei periodi di crisi che tale bisogno si fa più palpitante e vitale. La memoria culturale ci ricorda quel che eravamo e ci proietta verso il futuro. Ci dona ricchezza interiore, speranza, creatività. Non sana le ferite, ma le cura e le allevia”. E ricorda che “un’Italia in macerie scrisse nel 1947 l’articolo 9 della Costituzione, incentrato su cultura, ricerca, tutela di paesaggio e beni culturali”. Ed è per tutti questi motivi che Settis propone di aprire i musei con ingresso gratuito, contingentando le visite e garantendo la sicurezza. Un bel segnale di vita, di speranza nel futuro, di progettualità. Ci vuole coraggio, la spinta del cuore per superare la paura.

Buon viaggio

10 commenti a “Il nutrimento culturale

  1. Marcello Mersi

    Carissimo G.M, hanno riaperto le discoteche, hanno consentito di fare viaggi all’estero sapendo perfettamente dei relativi rischi, hanno dato il via libera a tutti, ma non hanno potenziato i trasporti pubblici, non hanno pensato alla scuola, pilastro fondamentale per i nostri giovani, al contempo hanno ben pesato di chiudere la “cultura”, appunto i musei. Non vedo sinceramente quali rischi potrebbero esserci alla loro riapertura, ovviamente con le dovute precauzioni e rispetto delle regole, ma capisco il perché di questa scellerata scelta. La cultura, il sapere, il conoscere, sono cose che possono creare problemi a chi gestisce il potere e questo, caro Stefano, può essere estremamente deleterio! Sono in sintonia con il Professor Settis, riapriamo al più presto i musei, tutti ne abbiamo bisogno, i giovani ne hanno bisogno, il nostro Paese ne ha bisogno!! Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  2. Carlo Spinatelli

    Carissimo G.M., non si può non concordare con quanto scrive il prof. Salvatore Settis. Altresì non ci si può ricordare di vari argomenti solo quando vengono meno. Abbiamo fatto poco in questi anni per il settore della cultura (senza scordare altri settori). Dobbiamo risolvere i nostri problemi di impostazione ovvero di come spendiamo i soldi. Finchè non liberiamo risorse non possiamo affrontare la situazione in modo efficacie. Non possiamo pensare solo in modo settoriale, ma impostare una politica di programmazione. Non riusciamo a pensare che alle emergenze e non solo ora con la pandemia in atto. Anni di politica miope incentrata solo sulla acquisizione di voti e non dedita alla programmazione dei prossimi anni portano indubbiamente a scelte di breve periodo che non risolvono le esigenze future della popolazione. Ho sempre pensato che una politica economica debba avere un respiro di anni e cambia poco con i colori politici. Da diverso tempo non sento parlare nessuno di dove vorremmo fosse l’Italia tra 5/10/20 anni… e senza sogno manca lo slancio imprenditoriale che muove l’azione economica figurarsi la fiducia……
    Mi fermo qui perchè il discorso si dilungherebbe troppo.

  3. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Stefano ,
    Cari Viaggiatori ,

    oltre al coraggio di vivere nella sicurezza , e , ciò è corretto e possibile , non dobbiamo creare un ‘vuoto sociale’ nell’ignoranza , conseguenziale al tanto dichiarato ” distanziamento sociale”(mai da me condiviso) “.

    La cultura è necessaria perchè cibo cerebrale del vivere per tutti noi , come il cibo alimentare per le nostre funzioni vitali .

    Rifacendomi alle parole del Prof. Salvatore Settis … ” La memoria culturale ci ricorda quel che eravamo e ci proietta verso il futuro. ” … desidero ribadire condividendo fortemente il concetto espresso , con le parole di un ‘anonimo orientale’ che recitano … ” chi riandando al vecchio , insegna il nuovo , quello è da considerarsi un maestro ” … .

    Dobbiamo forse pensare che in questo momento abbiamo un vuoto di maestri ?

    Buon Viaggio.

    TFA – Vostro Fr. Pasquale Cerofolini

    • Carlo Spinatelli

      Buongiorno, condivido appieno la tua ultima frase. Mancanza di maestri, persone ispirate che con il semplice lavoro quotidiano, danno l’esempio. Come si dice “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”. Ogni giorno sentiamo solo l’albero che cade e per vivere con la foresta dobbiamo moltiplicare gli sforzi.

  4. Stimati Viaggiatori,
    l’attuale congiuntura pone in luce la fragilità della considerazione in cui era tenuta la cultura.
    Queste privazioni ne facciano riconoscere la necessità autentica.
    Buon proseguimento.

  5. Ottavio Spolidoro

    Ma di cosa vi meravigliate?
    Se la cultura e la scuola e la ricerca sono ridotti già normalmente ai minimi termini nel nostro Paese , ripeto, di cosa vi meravigliate? Se è diventato un maestro di pensiero un cuoco ed attività culturale è mangiare , di cosa vi meravigliate? Se conta più lo share che il contenuto di cosa mai vi meravigliate ? Se conta più l’insulto, la voce grossa che il dialogo e la riflessione di cosa mai vi meravigliate ? Se impera la doppia morale ovunque! Le idee ridotte a favole e narrazioni e le anime belle a perdersi ! Ora parla quello colto e che noia! Insomma niente di nuovo. Se un maestro elementare o un professore che si occupano della costruzione di un cittadino prende uno stipendio dieci volte inferiore ad un cooptato che scalda lo scranno in parlamento ma di che cosa vi meravigliate !
    Costruire, progettare, riflettere superando sintesi elementari . Andiamo avanti prima o poi il vento cambierà.

  6. Raffaele Macarone Palmieri

    Caro Stefano, se ci fosse oggi Fulcanelli ci esorterebbe a essere non più solo i ‘batisseurs’ de ” Le Mystére des Cathèdrales “, ma i conservatori e i difensori dei Musei, le nuove ” Cathédrales” medioevali. Ho cercato come l’International Council Of Museums – ICOM – definisce il Museo, ” istituzione permanente, senza fine lucrativo, al servizio della società e del suo sviluppo, aperto al pubblico che acquisisce, conserva, studia, espone e trasmette il patrimonio materiale e immateriale dell’umanità per fini di studio, ‘educazione’ e diletto “. Questa è la definizione del 2009, ma è sempre stato così? No, il museo, nella sua storia, ha vissuto due vite: quella, diciamo, iniziale che ha determinato lo sviluppo della scienza della natura, dell’estetica, dell’ arte e ha permesso che diventasse un luogo di raccolta di collezioni – esclusivamente all’attenzione di eruditi e di uomini di scienza – mentre, dopo essere diventato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale un spazio poco vissuto, a fine anni Sessanta inizia la nuova e seconda vita: il ruolo cambia, la sua funzione di istituto museale diventa un sito di promozione della cultura popolare, vengono modificati e abbelliti gli spazi e le strutture, identificati i percorsi corredati da pannelli informativi e ora, ancor di più dai film didattici nelle sale all’interno dei musei stessi…anche gli esterni vengono restaurati, talora con opere che, all’inizio, hanno lasciato molte perplessità come la Piramide in acciaio e cristallo al Louvre o lo sventramento e la trasformazione della Gare in Musée d’Orsay con la spettacolare sistemazione degli spazi interni da parte della Gae Aulenti… e tornano ad essere le Cattedrali del 2000. All’interno del museo, l’esposizione diventa un agile capitolo di un libro, quello della storia dell’umanità, rassomiglia ad un discorso, organizza gli oggetti in un percorso…costituisce un primo passo nella risposta agli umani eterni quesiti : DA DOVE VENIAMO, CHI SIAMO, DOVE ANDIAMO. Mi ricordo ancora quando andai a visitare il ‘American Museum of Natural History ‘ a NYC…ci passai una giornata e mezza, ne sono ancora affascinato e ha costituito per me lo stimolo a numerose altre letture tra cui il libro di Charles Darwin sull’origine delle specie per selezione naturale.
    Leggo che è divampata recentemente una disputa, tra ‘liberali’ e ‘conservatori’. sulla filosofia d’uso dei musei: tra coloro che pensano sia necessario mantenere rigidamente le caratteristiche del museo “classico” e tra coloro che intendono trasformarli in musei, ma tipo parchi divertimento con esposizioni blockbuster per attirare le folle e impinguare le casse. Come sempre deve prevalere equilibrio e mediazione.

    Ha ragione il prof. Salvatore Settis quando ricorda ” l’insostituibile fonte di nutrimento culturale rappresentato dai musei ” a anche tu, caro Stefano quando concludi ” ci vuole coraggio e la spinta nel cuore per superare la paura ” e credere nel futuro. Però nelle fasi più critiche, come in questa seconda decade di novembre, potremmo anche accontentarci temporaneamente, anche approntando nei musei percorsi e modalità di accesso più sicure in una fase successiva, di un museo virtuale, con l’arte, la storia, la natura a domicilio…certo la Bellezza non può essere contenuta o arginata ma ci sono momenti, come questi, in cui è più prudente mantenere una netta distanza, come succede per i nostri lavori in Loggia…tutti noi vorremmo gustare in presenza i biscotti, la pasticceria di Innocenti, dico uno dei migliori a Roma, invece di scartare a casa i biscotti del Mulino, , ma ” facis de necessitate virtutem “…

    Una settimana dopo la pioggia, dicono a Viterbo, ci sono i porcini di San Martino al Cimino, basta attendere con serenità e equilibrio, come veniamo educati noi, cari Viaggiatori.

  7. Raffaele Macarone Palmieri

    Caro Stefano, se ci fosse oggi Fulcanelli ci esorterebbe a essere non più solo i ‘batisseurs’ de ” Le Mystére des Cathèdrales “, ma i conservatori e i difensori dei Musei, le nuove ” Cathédrales” medioevali. Ho cercato come l’International Council Of Museums – ICOM – definisce il Museo, ” istituzione permanente, senza fine lucrativo, al servizio della società e del suo sviluppo, aperto al pubblico che acquisisce, conserva, studia, espone e trasmette il patrimonio materiale e immateriale dell’umanità per fini di studio, ‘educazione’ e diletto “. Questa è la definizione del 2009, ma è sempre stato così? No, il museo, nella sua storia, ha vissuto due vite: quella, diciamo, iniziale che ha determinato lo sviluppo della scienza della natura, dell’estetica, dell’ arte e ha permesso che diventasse un luogo di raccolta di collezioni – esclusivamente all’attenzione di eruditi e di uomini di scienza – mentre, dopo essere diventato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale un spazio poco vissuto, a fine anni Sessanta inizia la nuova e seconda vita: il ruolo cambia, la sua funzione di istituto museale diventa un sito di promozione della cultura popolare, vengono modificati e abbelliti gli spazi e le strutture, identificati i percorsi corredati da pannelli informativi e ora, ancor di più dai film didattici nelle sale all’interno dei musei stessi…anche gli esterni vengono restaurati, talora con opere che, all’inizio, hanno lasciato molte perplessità come la Piramide in acciaio e cristallo al Louvre o lo sventramento e la trasformazione della Gare in Musée d’Orsay con la spettacolare sistemazione degli spazi interni da parte della Gae Aulenti… e tornano ad essere le Cattedrali del 2000. All’interno del museo, l’esposizione diventa un agile capitolo di un libro, quello della storia dell’umanità, rassomiglia ad un discorso, organizza gli oggetti in un percorso…costituisce un primo passo nella risposta agli umani eterni quesiti : DA DOVE VENIAMO, CHI SIAMO, DOVE ANDIAMO. Mi ricordo ancora quando andai a visitare il ‘American Museum of Natural History ‘ a NYC…ci passai una giornata e mezza, ne sono ancora affascinato e ha costituito per me lo stimolo a numerose altre letture tra cui il libro di Charles Darwin sull’origine delle specie per selezione naturale.
    Leggo che è divampata recentemente una disputa, tra ‘liberali’ e ‘conservatori’. sulla filosofia d’uso dei musei: tra coloro che pensano sia necessario mantenere rigidamente le caratteristiche del museo “classico” e tra coloro che intendono trasformarli in musei, ma tipo parchi divertimento con esposizioni blockbuster per attirare le folle e impinguare le casse. Come sempre deve prevalere equilibrio e mediazione.

    Ha ragione il prof. Salvatore Settis quando ricorda ” l’insostituibile fonte di nutrimento culturale rappresentato dai musei ” a anche tu, caro Stefano quando concludi ” ci vuole coraggio e la spinta nel cuore per superare la paura ” e credere nel futuro. Però nelle fasi più critiche, come in questa seconda decade di novembre, potremmo anche accontentarci temporaneamente, anche approntando nei musei percorsi e modalità di accesso più sicure in una fase successiva, di un museo virtuale, con l’arte, la storia, la natura a domicilio…certo la Bellezza non può essere contenuta o arginata ma ci sono momenti, come questi, in cui è più prudente mantenere una netta distanza, come succede per i nostri lavori in Loggia…tutti noi vorremmo gustare in presenza i biscotti, la pasticceria di Innocenti, dico uno dei migliori a Roma, invece di scartare a casa i biscotti del Mulino, , ma ” facis de necessitate virtutem “…

    Una settimana dopo la pioggia, dicono a Viterbo, ci sono i porcini di San Martino al Cimino, basta attendere con serenità e equilibrio, come veniamo educati noi, cari Viaggiatori.

  8. cozzi aldo

    Caro GM , colgo e condivido quanto riportato , …..sicuramente lo sviluppo dell’uso del cervello umano passa dalla cultura, che deve essere alla portata di tutti….mai come in questi tempi, nei dovuti modi , biblioteche , musei, ecc dovrebbero essere usati per sollevare lo spirito di quanti , tanti ne hanno bisogno . Io credo che le organizzazioni degli stati dovrebbero anche servire a queste cose , ….non essere prezzolate e irraggiungibili mete, formanti oligarchie autoreferenziale ….l’uomo è libero quando e’ colto e può accedervi liberamente …….

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