Le parole

Cari viaggiatori,

la regola benedettina è molto attuale. Sentite questa: “Un monaco dovrebbe trattenere la lingua e tacere perché la morte e la vita sono in potere della lingua”.

Buon viaggio

4 commenti a “Le parole

  1. Pasquale Cerofolini

    Caro Stefano
    Cari Viaggiatori

    Regola , che insegna a  chi la capirá ed intenderá correttamente  , la capacitá di sapere   ‘ reprimere la Volontá  della parola ‘ , solamente per poi meglio esprimerla per se stesso e per gli altri ; in modo che sempre venga intesa nel   linguaggio ‘ dell’amore a costruire ‘  , anziché ,  nella difficile  ‘ trasmissione a intendere all’ altrui ragione ‘ – in quanto ‘  nell’ amore ‘ il messaggio é nel giardino della forza bella e meravigliosa ad accettare ,  mentre , nell’ altrui ‘ ragione ‘ é messaggio alla mercé della altrui interpretazione – .

    La  ‘ Volontá( da Me intesa ad imparare),  é termine  spesso associato ad uno sforzo , ostinazione , é invece qualcosa di assai più elevato ,  Essa per Me  ,  é invece la capacità e  la facoltà di tradurre in azione positiva la  risolutezza ad avere o ad agire ; una  Volontà quindi che deve corrispondere dunque all’atto di rendersi conto di voler fare, e di poi tradurre in azione le proprie  belle intenzioni.

    La Regola a sapere e conoscere il valore delle parole e del suo corretto uso , ci viene  insensata anche nel  ‘ Prologo di Giovanni l’ Evangelista ‘ ,  dove  il Giovanni Evangelista ci invita all’ esortazione del  verbo( latino ) e/o logos( greco ),  ossia alla ‘ parola’ , invito che deve essere peró acquisto , dopo tanto proprio silenzio ad ascoltare , prendendo conscienza  di possedere una ‘  arma meravigliosa e tremenda ‘  di cui , in virtú della sue espressioni , Noi , ne ricaveremo e ne vivremo poi  ,   i frutti ,   nella nostra esistenza di ‘ Vita – Morte ‘(Principio di ogni Fine) .

    Quanto sopra, nella Volontá, Silenzio , Capacitá  ,  ci esorta ad intendere  bene  che è importante  fare attenzione al  modo in cui parliamo e ci esprimiamo, poiché poi  nel nostro vivere quotidiano ,  rimarremo influenzati in bene e in male dalle nostre parole dette .

    Un Viaggio meraviglioso a tutti Voi

    Pasquale Cerofolini

  2. Marcello Mersi

    Carissimo G.M, le parole sono molto importanti e potenti e possono causare sia dolore che gioia, proprio per questo bisogna fare attenzione a quello che si dice e a come lo si propone. A volte ci capita di discutere su cose futili, altre volte su cose importanti. In ogni caso si possono dire o sentire parole che possono fare male e che non dovrebbero essere mai pronunciate, perché non servono a niente. Fanno solo male. In tante situazioni succede che la discussione tra due persone, vada oltre il semplice confronto, che di solito aiuta a crescere, cadendo in un inutile dispendio di energie in cui le nostre emotività prendono il sopravvento. Capita a tutti. Ci sono argomenti particolari che ci toccano nel profondo, perché toccano le nostre emozioni, a cui noi teniamo e fa parte del carattere di molti non tollerare la disapprovazione. Diventa quindi più difficile parlare con obbiettività e misurare le parole. Ci si ritrova feriti all’improvviso e quando questo capita si cerca pure di  nasconderlo, ma è quasi sempre un’impresa ardua, che prima o poi crolla. Se poi queste  parole vengono dette da qualcuno a cui si vuole bene, fanno ancora più male, anche se a volte vengono dette solo per difesa, per rabbia e perché forse si cerca aiuto. A volte è più forte di noi. Non riusciamo a non dirle. Non a caso, se quelle parole maledette vengono pronunciate da chi ci sta vicino, qualcuno al quale noi abbiamo offerto una buona parte di noi, soffriamo molto di più. A volte sembra come se ci avessero colpito fisicamente, come se una carica diretta ci spezzasse dentro e ci rompesse il cuore in mille pezzi e questo potere è ancora più forte se provengono da una persona per noi importante. È come una rottura dei nostri schemi e del nostro equilibrio e sentiamo un attacco che proviene da un legame per noi molto intimo.
    Uno dei problemi principali della comunicazione è che non ascoltiamo per comprendere, ma ascoltiamo per rispondere ed è allora che si manifestano le parole che fanno male. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  3. MMC

    Cari viaggiatori di queste notti di sogni di mezza estate,
    la parafrasi di Shakespeare con cui incipio questa mia ha un senso.
    “La calunnia ha un filo più tagliente di una spada, una lingua più velenosa di quella di tutti i serpenti del Nilo, un fiato che cavalca i venti come fossero corsieri e diffonde la menzogna per tutti i quattro punti cardinali del mondo.” Se non ricordo male questa somma è tratta da il Cimbelino di Shakspeare e a parlare è Pisanio; egli si riferisce alla calunnia, che è uno degli usi malevoli che si può fare della “lingua”, una metonimia, per come forse la si intende qui, per certificare il concetto del parlare, del chiacchiericcio, del passare per i bene informati. La calunnia, per il sommo poeta inglese, funziona molto bene per accreditarsi (in guisa di persona di fiducia) con gli aristocratici. E qui c’è il barbatrucco, poiché basta leggere il Riccardo III per sapere cosa il genio inglese pensava degli aristocratici. Con i savi (e qui si rimanda, per esempio, a Re Lear) la calunnia (anche del nemico) come metodo di conquista del loro apprezzamento conduceva alla morte.

  4. Raffaele Macarone Palmieri

    Ricordi puntualmente, caro Stefano, il messaggio benedettino “trattenere la lingua e tacere perché la morte e la vita sono in potere della lingua”… ergo veniamo invitati dai monaci, da circa un millennio, e da te nei giorni scorsi a ben pensare prima di parlare.
    Già Giacomo in 1,19 rappresenta “…sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare…” e, ancor di più in 1,23-24 ” Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia ad un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena si è osservato, se ne va, e subito dimentica come era”. Ancor prima, la Bibbia in Proverbi 18:21 annuncia in maniera più significativa lo stesso messaggio “…la morte e la vita sono in potere della lingua…”. Le nostre parole rivelano, infatti, ciò che è più profondo nei nostri cuori, dimostrano il vero Essere di una persona, il suo livello coscienziale e spirituale. Se prestiamo attenzione a ciò che diciamo, scopriremo alcune verità su noi stessi. Il nostro linguaggio, espressione del pensiero che abbiamo elaborato, può arrivare a determinare il corso della nostra vita, per quanto minuscola possa essere considerata, in termini assoluti, questa vibrazione vocale rispetto alla complessità del funzionamento della macchina umana. Questa parola, questo soffio, può determinare gravi danni se non correttamente indirizzata e ce ne accorgiamo subito, in tal caso, perché proviamo immediatamente una spiacevole sensazione appena realizziamo che abbiamo detto qualcosa che non avremmo dovuto,,, penso che sia un comune sentire, quando scivoliamo su nostre parole inappropriate.
    Solo io, mi dico, ho il potere di domare la mia lingua, devo far attenzione alle mie parole, espressione di quella mia parte più sottile e sacra responsabile di ciò che pronuncio… non per nulla il nostro Rituale prevede che il Libro Sacro della nostra Tradizione sia aperto su quella pagina, cari Viaggiatori, che costituisce il costante monito e la giusta via al nostro Lavoro.

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