“Sono un interista atipico, nel senso che ieri ho comprato una maglia della Fiorentina. In omaggio a Moise Kean e alla faccia di quei gentili signori che lo hanno insultato con epiteti irripetibili sui social e che lo stesso attaccante ha ripubblicato su Instagram”. Lo scrive il giornalista David Allegranti, interista. Gli fa onore.
Famiglie toscane, 57mila sotto la soglia di povertà
Sono 57mila le famiglie toscane (pari al 3,5%) che vivono sotto la soglia di povertàassoluta. E’ quanto emerge dall’ottavo rapporto su “Povertà e inclusione sociale in Toscana”.
Il rapporto, pur registrando un lieve miglioramento nei dati complessivi del 2023 (-0.4 di nuclei in povertà assoluta) conferma la situazione di estrema difficoltà in cui si trovano tantissime famiglie toscane: il 13,2, secondo i dati, è a rischio di povertà o esclusione sociale. E sono molto diffuse le situazioni di disagio: il 15% delle famiglie ha difficoltà a riscaldare l’abitazione o a mangiare carne o pesce, il 12% non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di 800 euro. Le difficoltà sono amplificate per le famiglie con figli minorenni: il tasso di povertà assoluta è del 5,5% (a fronte di un’incidenza di povertà assoluta generale del 3,5%)
Questi e altri dati sono stati presentati e discussi oggi nel corso del tradizionale incontro di presentazione del rapporto organizzato all’Istituto degli Innocenti cui ha partecipato l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli.
Aziende al femminile, l’esperienza Vismederi
Secondo i dati riportati da Save the Children sulla base del rapporto Istat 2024, in Italia le donne tra i 25 e i 34 anni con una laurea nelle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono solo il 16,8%, meno della metà rispetto agli uomini, che raggiungono il 37%. In questo contesto, VisMederi si distingue per la sua politica inclusiva.
“In VisMederi, crediamo fermamente che il valore di un’azienda risieda nella sua capacità di riconoscere e valorizzare il talento, indipendentemente dal genere. Oggi, la nostra realtà è composta in prevalenza da donne, presenti in tutti i livelli aziendali, dalla ricerca fino ai ruoli dirigenziali. Questo dimostra che l’inclusione e il merito possono e devono andare di pari passo”, ha dichiarato Sara Pugliese, Chief Executive Officer di VisMederi Holding.
I rigori, l’ex arbitro Collina e il Palio
Sui rigori l’ex arbitro Pierluigi Collina ha parlato a La Repubblica: “Credo che esista un gap eccessivo tra le possibilità che ha l’attaccante e quelle del portiere. Già si segnano in media il 75% dei calci di rigore, e spesso il rigore è un’occasione maggiore di quella che è stata tolta con il fallo. In più si dà anche la possibilità di giocare la respinta del portiere? Secondo me i portieri dovrebbero lamentarsi“.
Da qui, una proposta che potrebbe in parte risolvere il problema: “L’ho già detto in discussioni che abbiamo avuto all’Ifab: una soluzione è il one shot. Come nei rigori dopo i supplementari: non c’è respinta, o fai gol o si riparte da un calcio di rinvio, punto. E così eviti anche il teatrino che oggi c’è prima di un calcio di rigore, con tutti lì intorno all’area. Sembrano i cavalli ai canapi prima della partenza del Palio di Siena“.
Quella Piramide sul Colle di Montaperti
Il 4 settembre 1260 è una data che i senesi hanno nel cuore e nella mente fin da bambini. Ricorda l’epoca battaglia di Montaperti che fece l’Arbia colorata in rosso e per mai dimenticare quello che avvenne sulla sommità del colle c’è l’ottocentesca piramide di proprietà del Magistrato delle contrade, grazie al lascito testamentario del conte Guido Chigi Saracini. Proprio il Magistrato delle contrade ha patrocinato lo studio di Alessandro Leoncini, contradaiolo della Pantera e pignolo cercatore di notizie negli archivi della città, pubblicato dalla casa editrice Il Leccio. Si deve a lui la scoperta dell’ideatore della piramide, Antonio Pantanelli, nato a Siena il 20 luglio del 1828 e iscritto nel 1844 alla facoltà di Giurisprudenza (a quell’epoca era possibile iscriversi all’università a 16 anni). Pantanelli è tra gli studenti che “mentre stavano davanti ai loro docenti in attesa delle domande degli esami o pensando una risposta da fornire ai professori, avranno fatto girare lo sguardo sulle pareti dell’aula soffermandolo anche sugli stucchi massonici di Agostino Fantastici”. Pantanelli aveva coltivato fin dalla gioventù il culto della battaglia combattuta lungo il fiume Arbia. Ricorda Leoncini che “quando era studente di Giurisprudenza aveva visto la piramide luminosa dell’aula dell’università e sicuramente avrà visto anche quella fatta costruire dal massone Mario Bianchi Bandinelli fuori Porta Romana”. Pantanelli era stato esule in Egitto, dove scoprì la massoneria e aveva visitato le piramidi, e a Siena fu tra i fondatori e maestro venerabile della loggia Arbia e, anche questo, non è un caso. Secondo Leoncini gli indizi raccolti “sono abbastanza consistenti e numerosi da farci ipotizzare che sia stato l’entusiasmo di Pantanelli, reduce dalla battaglia di Curtatone e Montanara e idealmente da quella di Montaperti, a ispirare la costruzione sul colle poco distante dall’Arbia, della piccola piramide, riduzione in scala di quella di Giza”.
Ma in quale data fu costruita? Leoncini propone due date per la sua edificazione: il 1860, sesto centenario della battaglia o forse, più probabilmente, il 1865, settimo centenario della nascita di Dante Alighieri che con i suoi celebri versi ha accresciuto la notorietà della stessa.
Quella piramide sarebbe stata edificata da Pietro Marchetti, anche lui membro della loggia Arbia e tra i più noti architetti di Siena per aver studiato nel prestigioso studio romano di Francesco Fontana.
Alla fine del suo libro Leoncini sostiene che la piramide è frutto dell’entusiasmo patriottico di Antonio Pantanelli, “ingiustamente dimenticato protagonista del nostro Risorgimento”. Potrebbe essere arrivato il tempo per recuperare la sua memoria.
Le cicatrici che restano ferite
Ci sono voluti dodici anni per arrivare a stabilire che un ex sindaco, un ex presidente di banca e un ex sottosegretario non erano coinvolti (il fatto non sussiste) nel crac del pastificio Amato di Salerno. Assolti e tutti felici ma le cicatrici, e che cicatrici, restano. In pratica sono cicatrici che restano ferite (e che ferite) per Franco Ceccuzzi, Giuseppe Mussari e Paolo Del Mese (quello della legge salvacontrade) e per chi è stato loro vicino.
Forza Italia verso il congresso
Dal congresso comunale di Forza Italia potrebbe uscire una candidatura unica per la segreteria. Secondo le indiscrezioni delle ultime ore sarà eletta l’attuale commissaria Sara Pugliese. Il congresso si terrà il 22 febbraio.
Razzismo che deriva da ignoranza
Non ci vuole credere, Papa Waigo. Non riesce proprio a concepire il fatto che nel 2025 in Italia ci possano essere episodi di razzismo a sfondo calcistico così gravi come quello che lunedì ha riguardato Moise Kean. Lo scrive Quotidiano Nazionale a cui l’ex calciatore rilascia un’intervista. “Nessuno merita di essere insultato per il colore della pelle, specie una persona che va in campo per fare divertire i più piccoli. Nel 2025 la mentalità dovrebbe essere diversa. È bene che il mondo inizi a guardare con altri occhi simili episodi”, esordisce l’ex bomber. Per me nel mondo del pallone non esiste il razzismo, ma solo l’ignoranza. Quando la gente urla allo stadio contro qualcuno non si rende nemmeno conto se questo sia effettivamente bianco, nero, giallo o verde… lo fa solo perché glielo comanda la pancia, non la testa. Io ho sempre vissuto in modo razionale episodi del genere, per quanto facciano male”. Ma secondo me è proprio razzismo che deriva da ignoranza.
Sfogliamo i quotidiani del 12 febbraio
In primo piano nei quotidiani l’indagine del tribunale dei ministri sul caso Almasri. Si parla inoltre della legge sul fine vita approvata dalla Toscana, delle nuove tensioni tra il Papa e Trump sui migranti, e dell’ultimatum di Netanyahu e Trump a Hamas. Spazio anche alla guerra in Ucraina con Kiev che sembra aprire ai negoziati con la Russia. Ampio spazio viene dedicato al Festival di Sanremo.
Giani: “Una legge di civiltà”
Oggi dalla Toscana arriva un forte messaggio di civiltà”. Il presidente Eugenio Giani commenta l’approvazione odierna della legge sul fine vita da parte del Consiglio regionale (27 voti a favore, 13 contrari, nessun astenuto).
“Colmiamo una lacuna e compiamo per primi un salto in avanti rispetto ad altre Regioni e allo stesso Parlamento che era stato chiamato dalla sentenza della Corte costituzionale a pronunciarsi”, aggiunge il presidente sottolineando che la nuova legge, che ha visto l’iter avviato da un’iniziativa popolare, “fissa procedure, tempi, disciplina, fino al costo dei farmaci e alle modalità con cui da un punto di vista della commissione scientifica si valutano gli elementi fissati dalla Corte: l’irreversibilità della patologia, lo stato di dipendenza da macchinari per vivere, la piena coscienza della scelta”.
“La legge si pone con assoluta legittimità nel percorso indicato dalla Consulta per un fine vita medicalmente assistito”, prosegue Giani che ringrazia i consiglieri per la compostezza e la profondità del confronto e conclude auspicando che “il Parlamento trovi in questo passo della Toscana un impulso a legiferare su una questione delicata e complessa che tocca da vicino la vita dei cittadini”.