La visione e la televisione

Cari viaggiatori,

su un’edicola, chiusa, c’è una frase scritta con la vernice che merita una riflessione. La frase: “Some people have a vision, other people a television”. L’edicola è a Firenze, a due passi dal ponte alla Vittoria.

Buon viaggio

6 commenti a “La visione e la televisione

  1. Pasquale Cerofolini

    Caro SGM Fr. Stefano ,
    Cari Viaggiatori ,

    nella proposta a riflettere , la considerazione che arriva alle mie dita sulla tastiera e che vi propongo , è quella ‘ allegoria ‘ della ‘edicola chiusa’ , in quanto datrice di maternità alle due frasi poi scritte con la vernice.

    L’edicola rappresenta la diffusione di ‘robe’ scritte , libri , quotidiani , cruciverba, giornalini per bambini , riviste e quant’altro ; materiale comunque stimolante a riflessioni , giuste , corrette , o non , ma pur sempre riflessioni interiori a ‘visione’ del proprio pensare , ‘ visioni ‘ ricche comunque di indirizzi scritti personali di chi scrive , ad influenzare il proprio pensare , però , nella moltiplicità di indirizzo scritto proposto dall’edicolante , per il nostro leggere , lasciano a Noi una capacità personale abbastanza propria e obbiettiva del nostro ‘vedere’ la propria ‘ visione ‘ .

    La tele’visione’ , arriva prepotente , informa , conforma e ottiene spesso il ‘ Suo ‘ risultato di ‘ visione ‘subliminale .

    Concludo allegoricamente , chiedendo con ‘ Forza ‘ l’apertura della ” edicola per la propria visione ” .

    TFA Buon viaggio.

    Fr. Pasquale Cerofolini

  2. Marcello Mersi

    Carissimo G.M., la scritta che campeggia sull’edicola di Firenze è assai significativa. Un tempo le edicole erano parte integrante della nostra vita, erano un punto di incontro, erano un luogo dove si scambiavano opinioni, dove le persone di ogni età si confrontavamo su i più svariati argomenti, dallo sport all’attualità, dalla politica al gossip. Oggi, purtroppo, e lo affermo con grande rammarico, assistiamo alla loro inesorabile chiusura. A Grosseto, la mia città, ne sono rimaste pochissime e quelle che ci sono navigano in grande difficoltà. La televisione invece, arriva dappertutto, irrompe nel nostro vivere quotidiano, informa, ma al tempo stesso, ci martella in modo incessante impedendo un confronto basato sullo scambio di opinioni, di pareri che purtroppo non riuscirà mai a dare. Rimpiango la “vecchia” edicola, rimpiango il tempo in cui con mio padre andavo a comprare il Giornale, il quotidiano, la rivista o, perché no, le mitiche figurine dei calciatori! Peccato, peccato davvero. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  3. Raffaele Macarone Palmieri

    Caro Stefano, come tu ci insegni, l’editoria elettronica, volta alla produzione di testi su supporti non cartacei, come CD-ROM e E-book, è totalmente impersonale e senz’anima rispetto a libri e giornali; ciononostante le vendite di prodotti cartacei, in edicole o in librerie, si stanno riducendo progressivamente e potranno addirittura, nel tempo, essere minacciate di estinzione. Certamente, non a breve, ma si tratta di un evento che potrebbe succedere analogamente a quanto si verificò nel tardo Quattrocento e nei secoli a seguire, con la progressiva scomparsa degli amanuensi a favore delle “diavolerie” di Gutenberg.

    Bene ha fatto l’edicolante fiorentino nel verniciare la propria edicola con quella frase in inglese che hai riportato, finalizzata a richiamare l’attenzione dei passanti e a risvegliare coscienze sopite sia sulle criticità della vita delle edicole che sulla differenza sostanziale tra l’atto individuale, immaginifico e creativo, di avere una visione e l’atto narrativo della televisione, dove c’è chi parla e chi ascolta.

    Avere una visione è un momento attivo di astrazione e di fantasia, di vedere prima e più lontano degli altri. Chi possiede questa facoltà è un individuo che si confronta e si misura frequentemente con sé stesso, preferisce la gallina domani all’uovo oggi; è persona positiva e ottimista.
    Nel mondo audiovisivo il telespettatore è chi assiste; la TV, soprattutto quella più recente – dopo l’inizio di quella commerciale – “nazionalpopolare”, fatta di reality, di talk-show e di programmi con giochi a premi determina, secondo me, un adattamento culturale negativo; costituisce un mezzo di comunicazione di massa che tende ad omologare gli spettatori, tende a voler realizzare una uguaglianza comportamentale ed intellettuale, annullando le individualità e l’autonomia di pensiero. Il fenomeno televisivo ha avuto, indubbiamente, nei primi lustri di programmazione in bianco e nero una funzione sociale importante, basti pensare ad uno dei programmi più famosi e utili a favore della popolazione illetterata che ha permesso il raggiungimento della licenza elementare a più di un milione di Italiani e ha “ricostruito”, come ha potuto, il tessuto sociale del Paese uscito devastato e diviso dalla guerra. Un noto Sociologo disse che ci sono due categorie di televisione: quella “intelligente” rende i cittadini difficili da governare e quella “stupida” rende i cittadini facili da governare. Mi pare che recentemente, escludendo programmi di storia, arte e geografia, di viaggi e di sport e qualche raro programma musicale e di promozione culturale ci stiamo impantanando nelle sabbie mobili della stupidità.

    Dobbiamo pertanto, cari Viaggiatori, continuare ad essere vigilanti, a cercare di mantenere anche in condizioni di scarsa luminosità la percezione e la visione della Luce e dei suoi colori, attraverso le finestre che simbolicamente adornano il Tempio.

  4. Ottavio Spolidoro

    La diversa velocità dei medium crea questa situazione che i viandanti hanno ben evidenziato.Da una parte l’aumentata velocità, esito naturale della tecnica che si determina solo in termini di efficacia, dall’altra la riflessione, il dialogo, il ragionamento che richiede tempo studio approfondimento. Alla lunga questa velocità corromperà il messaggio ? Tutti sanno tutto e nessuno sa niente, tutto è vero e tutto è falso. Nessuna possibilità di visione e bulimia delle notizie.
    Grazie Gran Maestro
    Un abbraccio ai fratelli viaggiatori

  5. Carlo Spinateli

    Buongiorno GM Stefano, mi associo alle varie riflessioni fatte. Vorrei aggiungere il dato più grave cioè che siamo un popolo che legge poco. Inesorabilmente le edicole andranno a sparire per l’avvento della tecnologia abbinata all’ecologia. Basti pensare alla carta che si risparmierà. Quindi le due riflessioni riguardano il pensare a luoghi, come sottolineava Marcello, in cui scambiare i commenti alle notizie e educare le persone a leggere. Il secondo tema è molto più importante del primo e non è di facile soluzione. Sentire alcuni parlamentari che si beavano di non aver letto nemmeno un libro nell’ultimo anno davvero non aiuta. I ragazzi sono sempre più connessi ai giochi o meme e meno lettori. Forse stiamo perdendo una occasione con la pandemia, con lo stare a casa, per cercare di invogliare a leggere. Mi sono riferito ai giovani ma vale lo stesso per gli adulti. Anzi proprio da loro dovremmo iniziare, che saranno fonte di esempio. Un aspetto da considerare è il costo delle letteratura in genere. Come pensiamo di agevolare la lettura se un libro costa 12/15€ ed un giornale 1,5€. Sta diventando un oggetto di chi se lo può permettere. E con i libri elettronici non migliora molto abbassando il costo solo di un terzo.
    Il primo punto forse sarebbe di più facile soluzione sostituendo alle edicole luoghi di colloquio. Zone coimbentate con panchine, sorvegliate (per i noti motivi legati al bullismo) dall’edicolante in cui incontrarsi, in cui avere a disposizione i nuovi giornali ormai elettronici. Ultima notazione la qualità dell’informazione. Ritengo che finché la stampa parlerà alle pance, quindi alle emozioni, per vendere 1 copia in più od avere uno spettatore in più, non faremo molta strada e mi ritroverò personalmente rinchiuso in una biblioteca come animale raro da far vedere alle future generazioni, in streaming. Grazie a tutti.

  6. andrea

    Buongiorno G.M. ,buongiorno viaggiatori, un edicola , una televisione ,è una visione del tempo che cambia . L’edicola è superata come concetto commerciale per i motivi che sono stati esposti negli altri commenti, ha ragione Carlo i costi della carta stampata sono elevati . Noi italiani leggiamo poco? in parte è vero , ma è anche vero che vero che vi è tanto materiale da leggere. la televisione non è il futuro, non è il presente, è il passato . Secondo una indagine commerciale la fascia di età che va dai 16 anni ai 25 non guarda più la tv. preferiscano scaricare app, giocare alla Playstation,scaricare giochi interattivi . entrano in community che noi adulti non ne conosciamo nemmeno l’esistenza,è discostamento dalla realtà reale, si tuffano in un realtà virtuale . secondo me questo è il vero problema .grazie a tutti

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