La fatica e il sogno

Cari viaggiatori,

ricordate Pietro Mennea? Una sua frase la sottopongo alla vostra riflessione: “Non ho rimpianti. Rifarei tutto, anzi di più. E mi allenerei otto ore al giorno. La fatica non è mai sprecata. Soffri, ma sogni”.

Buon viaggio

4 commenti a “La fatica e il sogno

  1. Marcello Mersi

    Carissimo G.M., bellissime le parole del grande Pietro Mennea! Quando si vuole raggiungere un obbiettivo, la fatica, i sacrifici, le rinunce, gli sforzi, passano in secondo piano. La volontà dell’uomo è primaria su tutto, certo, senza quella si va poco lontano, anzi non si va proprio da nessuna parte! Soffrire per poi arrivare è bellissimo, soffrire, sognare e poi raggiungere la meta prefissata, lo è ancor di più. Noi iniziati siamo abituati a tutto ciò, quindi per noi la sofferenza e la fatica, sono poca cosa, niente ci spaventa, con la costanza e la perseveranza, riusciamo a raggiungere i traguardi più difficili. Un abbraccio forte a Te e a tutti i Viaggiatori.

  2. Pasquale Cerofolini

    Caro Stefano,
    Cari Viaggiatori ,

    Credo fermamente che ha senso dare valore alla fatica per il ” sogno ” ,  mentre tutto ci induce a scegliere una vita fuori da impegni complicati .

    La fatica per poi ottenere , è innanzitutto un valore  che va apprezzato e rivalutato; ci indica una strada, un percorso, e ci avverte che solo con il sudore e con lo sforzo personale , possiamo avere possibilitá di ottenere risultati. 

    Ma la fatica per poi sognare , altresí , è anche un  piacere , perché l’obiettivo di superare un limite, di alzare l’asticella , di cercare un orizzonte più lontano, è dentro la natura dell’uomo.  

    La fatica per il ” sogno ” quindi , é un bellissimo metodo d’essere  , in particolare , come sopra detto, oggi ,  nell’era odierna della comodità. 

    Il piacere di essere determinati quindi , é spesso  successo e gratificazione , meritata , ” il sogno ” .

    TFA Buon Viaggio

    Pasquale Cerofolini

  3. MMC

    Già. Mennea (di cui conosco poco la storia) ma anche tanti altri, come Maradona, possedevano la genialità del corpo. Ricordo che un giorno, un amico musicista (e che musicista), ebbe a dirmi che il talento, senza disciplina, è un’offesa a Dio, perché è uno spreco. Come dargli torto.

  4. Raffaele Macarone Palmieri

    Come assicurarmi che il sogno che ho non resti allo stato onirico? come realizzare il mio sogno? quanto mi costa la sua realizzazione, in termini di fatica? Quante volte, caro Stefano, nella mia vita mi sono posto questa domanda! L’idea stessa di un sogno è spesso associata a quella di un qualcosa di irraggiungibile, di immaginario, di chimerico, di distante, di totalmente incerto: quindi la realizzazione di un proprio sogno nasconde, per assurdo, una contraddizione. E’ vero che un sogno – altrimenti non sarebbe tale – è difficile da realizzare e mi costerà caro, ma non è inesaudibile. La realizzazione passa attraverso una faticosa sistematicità strategica comportamentale a lungo termine, come diceva il Velocista di Barletta.
    Per passare dall’immaginario al reale devo agire concretamente, devo tradurre in azione questo sogno che mi sta a cuore, attraverso passaggi subentranti, il primo dei quali ritengo sia la trasformazione del mio sogno in un obiettivo, in un progetto di vita ripartito in azioni e compiti successivi e preliminari all’ottenimento del risultato. Devo infine misurare la direzione e l’avanzamento del progetto. Solo così, sulla base dei risultati conseguiti, potrò eventualmente riadattare gli obiettivi che non ho raggiunto, riprogrammarli, pianificare nuove strade. Per sogni importanti il cammino è lungo, dovrò imparare dai miei fallimenti; indispensabili restano comunque l’agire e la volontà di farlo nella convinzione, cari Viaggiatori, che nessun sogno sia aprioristicamente irraggiungibile.

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